Fonte Città Nuova novembre 2022
NUVOLE
di Annamaria Gatti illustrazione di Eleonora Moretti
C’era una volta una piccola principessa che si chiamava
Lucia e viveva in un castello. Il
castello era bellissimo sì, con tante torri merlate, ma lei era triste.
Perché la principessa Lucia era triste? Indovinate…
Perché era sempre sola e invece avrebbe voluto giocare con
altri bambini e altre bambine. Dalla finestra della sua camera spaziosa e ricca
di giocattoli poteva solo vedere il cielo azzurro e ricco di nuvole.
Anche quel giorno lo guardava intensamente, le nuvole se ne
accorsero e capirono.
“Ciao principessa Lucia, come sei triste oggi!” osservò una
nuvola ricciolina, un cirro che vagava in compagnia di altre sorelle.
“Vorrei giocare con qualcuno, voi potete farlo con il vento
e potete vedere la terra” replicò Lucia che si sorprese e pensava: come era successo che potesse capire il linguaggio
delle nuvole?
“I bambini possono fare molte cose, per esempio possono
parlare con le nuvole” spiegò un’altra nuvola che sembrava una torta alla
panna, tanto era gonfia e tonda.
“Perché?” chiese Lucia, che avrebbe tanto voluto tuffarsi in
quel mare candido.
“Perché hanno il cuore buono” sentì rispondere dall’alto.
Guardò su e vide una nuvola scendere e avvicinarsi alla finestra: sembrava un
prato disteso.
“Vieni, ti portiamo noi a vedere quanto è bella la terra da
quassù. Non temere siamo leggere, ma forti, puoi camminare sul mio manto.”
“ E puoi sederti qui. Ho preparato per te una soffice
poltroncina” ammise la nuvola tonda che sembrava un cumulo di cotone o di
zucchero filato. Con un salto la bimba salì, prima fece una corsa e poi si tuffò
in tutto quel bianco. E guardò giù! Gli
occhi le brillavano. Era così emozionante stare in braccio alle nuvole.
Ma… dov’erano gli altri bambini?
“Fidati di noi, quel che desideri accadrà” sussurrò la
nuvola ricciolina.
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