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rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

venerdì 26 febbraio 2021

La bellezza dei genitori e l'autocompassione come risorsa

 Abbiamo ricevuto con il post GENITORI OLTRE LA PANDEMIA 2,  l'invito a sperimentare la bellezza quotidiana, e a volte data per  scontata, dei figli. Ma quale bellezza possiamo scoprire anche nei genitori? Proviamo una breve riflessione...



Compassione, autocompassione, consapevolezza, comprensione,  gentilezza, autostima,  lessico che fa rima con "essere buoni genitori". Perché?

Perchè spesso i genitori, i papà, ma  in particolare le mamme, si dichiarano e si percepiscono non capaci o comunque manchevoli, nel difficile compito di essere buoni genitori.

Complici i tempi, le evoluzioni sociali degli ultimi decenni che come tsunami hanno spazzato via i ruoli e soprattutto le prassi che questi ruoli esercitavano e rivestivano di sicurezza, di punti di riferimento, che ora sono cambiati anche se non nella sostanza.

 Provare quell' ansia e quel senso di impotenza non è un disturbo, fa parte della normalità della vita e il mestiere di genitori è il più complesso del mondo...

Per affrontare questo tempo "intracovid", che chiamare "difficile" è forse un eufemismo, (visto il protrarsi della criticità) cerchiamo di mettere in gioco nuove risorse come quelle che ci vengono suggerite dalla Self Compassion (Roger, Ellis, Neff...) o dalla Compassion Focused Therapy (Gilbert) che interagisce con la prassi della   Mindfulness.

Innanzitutto non dobbiamo confondere compassione e autocompassione con debolezza, con fragilità o con lassismo. 

Autocompassione significa avere consapevolezza dei propri limiti, accettazione, gentilezza verso se stessi, questo atteggiamento porta al superamento di stati di stress ed ansia, grazie all'utilizzo di un dialogo interiore diverso da quello che spesso caratterizza l'accertamento del limite o forse del fallimento.

Gilbert ricorda alcuni supporti utili nel gestire la compassione verso gli altri, ma anche la self compassion, quindi verso noi stessi.

Qui ne indico solo alcuni:

  •  non siamo soli a sperimentare questi limiti.
  • Possiamo attingere alle nostre capacità con cui sosteniamo gli altri nei momenti difficili: perchè non usarli anche verso di noi?
  • usiamo un linguaggio empatico, capace di comprendere e di non giudicare, mettendoci questa volta proprio "nei nostri panni".
  • Impieghiamo  il nostro coraggio per accogliere e gestire, superando l'umiliazione e l'ansia.
  • Non serve rimuginare quello che ci fa soffrire
  • Condividiamo con chi stimiamo il nostro stato d'animo, non restiamo soli!

Allora quale bellezza siamo invitati noi genitori a cogliere nella nostra esistenza? Guardiamo ai molti sforzi che facciamo, alla passione che mettiamo, alla fatica e alla dedizione per i figli. manteniamo una buona autostima, ce la meritiamo!

Usiamo gentilezza verso noi stessi, accoglienza, comprensione, non giudichiamoci con eccessiva criticità. Non servirà a farci sentire ed essere migliori.

Tutto questo non possiamo certo ritenerlo lassismo o superficialità, o debolezza, ma desiderio di migliorarsi e impegno a farlo in un'ottica severa, assiduamente,  sostenuta da autorevoli valutazioni. Perchè è vero che i  figli non  hanno bisogno di genitori perfetti, ma di mamme e papà che si rispettano, che si amano e che li amano e che sono sempre in cammino. 

Scoprire la propria bellezza come genitori, sempre e comunque, sarà il miglior insegnamento perchè anche i figli riescano a fare lo stesso

pubblicato da Annamaria Gatti

foto da greenMe

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