Se la motivazione di vostro figlio è calata, magari, dopo aver commentato insieme la foto del precedente post.... sulle acrobazie che alcuni bambini fanno per raggiungere la scuola in Indonesia.... potremmo approfondire serenamente le ragioni di questi cali di interesse. La demotivazione può non essere dovuta a mancanza di buona volontà o di autonomia personale intrinseca, ma a problematiche che meritano un attento cammino di recupero.
Nostro figlio quest'anno ha un grande calo di apprendimento, è sempre preoccupato e non va a scuola volentieri, soprattutto quando c'è la lezione di matematica. Fino allo scorso anno non c'erano particolari problemi, ma quest'anno ha cambiato insegnante della materia ed è stata subito ostilità verso i contenuti, a prima vista. Non sappiamo più cosa fare e soprattutto cosa dire." Luciana e Piero
Perplessità e talvolta sconcerto caratterizzano alcuni momenti della storia scolastica dei nostri ragazzi. E così è comprensibile che sia. Se poi vogliamo pensare che questi input servano a crescere, allora tutto rientra in una normale necessità e ci diamo da fare a risolverli.
Alcune cose da fare:
- instaurare un buon dialogo con il ragazzo
- lanciargli segnali di fiducia e incoraggiamento
- non sostituirsi a lui in nessuna attività
- dare molta meno importanza al problema "matematica" di quanto non lo meriti
- promuovere momenti di aggregazione e di esercizio delle abilità in cui il ragazzo eccelle per rinforzare l'autostima e le abilità sociali
- conoscere più a fondo le caratteristiche delle difficoltà presentate in matematica
- instaurare un buon dialogo con l'insegnante e chiedere chiarimenti e aiuto
- coalizzarsi con il ragazzo
- coalizzarsi con l'insegnante
- creare complicità fra voi, l'insegnante e il ragazzo evitando atteggiamenti di colpevolizzazione, incapacità, accusa
- non sostituirsi al figlio nelle prassi di recupero o di approfondimento
- affiancargli, se necessario e condiviso, un tutor competente (compagno, amico, prof.)
- se non vedete miglioramenti a breve, può essere necessario aiutare il figlio e l'insegnante con una valutazione delle abilità matematiche, (consultando uno psicologo dell'apprendimento) così da escludere un disturbo di apprendimento (discalculia?) che andrebbe trattato con prassi adeguate, anche nelle azioni di insegnamento e sulle quali l'insegnante stesso dovrebbe essere ben aggiornato.
pubblicato da Annamaria
Illustr. W. Disney
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