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rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

lunedì 27 febbraio 2012

Mi è scappata la pipì



di Maddalena Triggiano Petrillo

Fonte: Città Nuova


«Mia figlia di cinque anni fa la pipì a letto
ogni notte. Come aiutarla?».
Angela ‑ Siracusa



Si chiama “enuresi” l’emissione involontaria di urine
dopo che sia passato il periodo della maturità fisiologica,
in genere tra i tre e i quattro anni.
Ai cinque anni di età riguarda ancora un 10 per cento
di bambini.
Se si bagnano sia di giorno che di notte è opportuno
consultare il pediatra per assicurarsi che non esista
una causa organica, come una scarsa capacità della
vescica o alterazioni malformative delle vie urinarie.
Ma se la perdita di urine è solo notturna, prima di
cercare eventuali cause mediche, è utile concentrarsi
su tutto quanto possiamo fare perché i nostri bambini
si sentano aiutati a raggiungere l’autocontrollo.
Alla sera è utile non dare da bere per due ore prima
di dormire e portarli in bagno prima della nanna.
Durante la notte si può decidere, per un periodo breve,
di svegliarli dopo un’ora e mezza dall’addormentamento,
per svuotare la vescica. Al mattino è necessario non
biasimarli se il letto è bagnato. Il rimprovero non è che
un ulteriore motivo di dispiacere e di vergogna. Quando
è indotta in misura eccessiva, la vergogna non produce
mai nei bambini niente di buono. Nasce in loro il proposito
di nascondere i loro problemi (e in definitiva la propria
interiorità). Oppure nasce un atteggiamento di sfida,
anche se inconscia, che comunque rallenta il passaggio
verso la motivazione all’autonomia.
L’enuresi è un sintomo dalle molte facce: un ritardo
della maturazione fisiologica da un lato (spesso già
presente in passato in un genitore) e fattori psicologici
dall’altro. Non è raro che rappresenti una risposta del
bambino a conflitti familiari e alla paura di perdere
affetto e stima. All’opposto non è raro che il bambino
possa superare il problema se viene messo affettuosamente
in grado di aumentare la sua motivazione verso il tenersi
asciutto. È un buon metodo ad esempio favorire la sua
partecipazione attiva ai risultati attraverso la registrazione
dei successi. Senza mai dimenticare che ogni scelta di metodo
dovrà far parte di un atteggiamento adulto di fiducia e di
sostegno allo sviluppo del bambino.


pubblicato da Annamaria
ill. di Tony Ross

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