Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

venerdì 7 febbraio 2025

Che bella la diversità! Un albo coloratissimo



CHE MONDO MERAVIGLIOSO! 
di Vesna Misanovic
Illustrazioni di Nina Masina
Collana I nuovi colori del mondo
ed. Città Nuova, novembre 2024

Recensione di Annamaria Gatti

L'idea centrale di questo coloratissimo e originale albo è che un topo, un gatto, un cane, un lupo, un uomo e una donna che vivono nella paura di essere aggrediti e annientati proprio in questa sequenza, in effetti hanno scordato l'unica verità: la differenza è un valore ed è sciocco averne timore.

L'unico saggio in questo racconto è alla fine un bambino, che riesce a riconoscere la bellezza di questa diversità ed esclama rivolgendosi a tutti questi protagonisti di scoperte e paure: CHE MONDO MERAVIGLIOSO, COSI' RICCO DI CREATURE DIVERSE!"

Non è dato sapere come abbiano reagito i vari personaggi a questa sorpresa: forse la donna non sarà scappata vedendo il topolino, forse il cane avrà familiarizzato con il lupo, che a sua volta avrà guardato all'uomo spaventato con più fiducia, dopo aver scoperto di averlo solo confuso con un probabile cacciatore...

L'albo arriva a proposito, in tempi dove la diversità diventa spesso condanna e la prepotenza sta cavalcando  proprio la paura del diverso per prendersi il potere di fare tragiche scelte in proprio favore,  assolutamente contrarie ai valori più sacri del rispetto per la vita.

Meno male ci sono i bambini che, se non plagiati da adulti disorientati e paurosi , sanno riconoscere la bellezza e provare la felicità che il mondo così vario donerebbe a piene mani a tutti.

E' il messaggio di questo un cartonato brillante, caratterizzato da occhi allucinati dai pregiudizi, tutti tranne uno: lo sguardo di un bambino, che ci pare invitarci a continuare la storia e ad attualizzarla nella nostra vita.

 

Pubblicato da Annamaria Gatti 



mercoledì 5 febbraio 2025

Ad amare (per sempre) ci si educa di Ezio Aceti e Stefania Cagliani


Ad amare (per sempre) ci si educa 
di Ezio Aceti e Stefania Cagliani
Ed. Città Nuova, 2024

Quasi una recensione di Annamaria Gatti

E' quel PER SEMPRE, messo fra due intriganti parentesi che invita a sfogliare un contributo decisamente interessante, con un obiettivo sensibile, visto che proprio quel "per tutta la vita" pare diventato una chimera.  Amarsi per sempre per una coppia in fondo è un dono, una fortuna, una casualità o davvero è frutto di tenacia, conoscenza, lavorio interiore o altro?
E se "l'indice  di rottura di convivenze e matrimoni ha toccato il 40%, gli studi dimostrano..." che questo accade perchè la coppia scambia l'attrazione fisica per amore, che invece investe l'intelligenza, la libertà, il sentimento e la volontà: l'amore vero deve essere soprattutto volontà.
Si legge in quarta di copertina: Innamorarsi è vivere nella gioia del presente... educarsi ad amare è vivere nella realtà piena verso il futuro.
 
Lo riporta chiaramente la presentazione: "In un mondo fortemente stimolato e frammentario i legami rischiano di essere superficiali e spezzarsi con leggerezza. 
Diviene allora urgente avere una chiara idea su chi siano la persona e la coppia, così come è fondamentale capire come costruire dinamiche fra le persone che resistano al tempo e che portino alla maturità. 
Il percorso di crescita affettiva nella coppia, durante il fidanzamento e poi nel matrimonio, è indispensabile per vivere in una realtà complessa come quella presente. 
Con questo libro ci si augura di gettare un po’ di luce su tale complessità, in modo da far emergere sempre più la bellezza dello stare insieme come coppia e nel comprendere che la vocazione al matrimonio è la chiamata alla personale realtà familiare, cellula della più grande famiglia umana."

I due psicologi Aceti e Cagliani, non nuovi a lavori editi a quattro mani, raccolgono nel nuovo volume gli strumenti per conoscere e conoscersi, attraverso sei capitoli densi e ben leggibili, dove traspare una significativa competenza, fortemente innestata all'esperienza umana quotidiana. Tant'è che alcune pagine in particolare sfiorano i temi con la tenerezza e la poesia che solo chi ama davvero la vita, le relazioni, la persona, può manifestare.
Il volume è agile,  i temi fondamentali: per cominciare  (la famiglia oggi), chi è la persona, le tappe dell'amore, la sessualità umana, la strada per arrivare alla piena felicità, la spiritualità nella coppia. 
Un percorso da scoprire quindi con la curiosità di vedere "come va a finire" questo PER SEMPRE, se è davvero possibile, se c'è speranza e cosa sapere e fare perchè si avveri il sogno.

Pubblicato da Annamaria Gatti

martedì 4 febbraio 2025

Crescere come coppia con i propri figli

 

Non solo i figli crescono



di Lucia Coco Psicoterapeuta

Fonte: Città Nuova 5 Febbraio 2025 



Se la coppia è in salute anche la famiglia sta bene: l'evoluzione dei rapporti fra i genitori e in relazione ai figli

Raffele Mastromarino, analista transazionale, ha prodotto un lavoro molto interessante che parte da una premessa fondamentale: si può essere buoni genitori, ci si può prendere cura dei figli in maniera efficace a condizione che si sia in grado di prendersi cura di sé stessi. Questo porta la coppia quindi a chiedersi: in che maniera ci stiamo prendendo cura di noi come singoli individui e come coppia?

Spesso la cura dei figli travolge i genitori che sono così proiettati verso i figli da dimenticare sé stessi e la loro relazione. Occorre quindi un’inversione di tendenza e Mastromarino suggerisce, quindi, ai genitori un lavoro su sé stessi per ogni fase di sviluppo dei loro figli a partire dallo stadio dell’esplorazione, poi della prima separazione, quello della socializzazione, della scolarizzazione e della costruzione delle competenze, fino a quello dell’adolescenza per approdare, infine, a quello del giovane adulto.

L’intuizione geniale di R. Mastromarino è stata quella di esaminare per ogni stadio evolutivo del figlio i bisogni del figlio in quello stadio, i suoi compiti, ciò che il figlio deve imparare in quello stadio, ma anche il compito del genitore rispetto a quello stadio (cioè ciò che un genitore deve trasmettere al figlio a seconda dell’età del figlio) e infine ciò di cui il genitore stesso ha bisogno per assolvere al compito di prendersi cura del figlio.

Il primo stadio è quello che va da 0 a 6 mesi ed è lo stadio dell’esistere. In questo stadio il bisogno del bambino è esistere. Quindi il compito del genitore riguardo al figlio da 0 a 6 mesi è dare al bambino il permesso di esistere. Quando si parla di permessi in questo caso si parla di comportamenti verbali e non verbali che il genitore può avere nei confronti del figlio per permettergli appunto di esprimere i suoi bisogni.

Nello specifico in questa fase avere il permesso di esistere significa per il bambino piccolo poter sperimentare di essere accolto così com’è, nei suoi bisogni di essere nutrito, accudito, toccato, visto. Specularmente un genitore di un bambino che va da 0 a 6 anni ha bisogno di far propri gli stessi permessi ad esistere che invia al figlio e quindi di aver cura anche lui di sé come fa riguardo al figlio in vari modi, per esempio, curando la propria alimentazione, ristrutturando i propri tempi e modi di riposarsi.

 

Poi arriva la fase che va dai 6 ai 18 mesi chiamata stadio dell’esplorazione, in questo stadio i bisogni del figlio sono quelli di sviluppare la propria consapevolezza nel fare le cose. Quindi il compito di un genitore riguardo al figlio in questo stadio è dare al figlio il permesso di fare, di dirgli cioè: va bene che tu vada per il mondo, a esplorare sapendo che allo stesso tempo qualcuno, quando tu vuoi, si prende cura di te.

Di conseguenza in questo stadio il bisogno del genitore e il compito verso sé sarà quello di far propri gli stessi “permessi di fare” che si inviano al figlio. Prendersi cura di un bambino che esplora può essere veramente stancante; per questo è importante che il genitore periodicamente si distragga e abbia sostegno: riposandosi, nutrendosi e procurandosi ciò di cui ha bisogno magari.

Segue lo stadio che va dai 18 mesi – 3 anni o stadio della prima separazione. È la fase in cui il figlio ha il bisogno di sapere che va bene spingersi, rischiare, provare, scoprire limiti, dire di “no”, diventare separati. E di conseguenza il compito dei genitori riguardo al figlio è dargli il permesso di sperimentare ed esaminare, scoprire i propri limiti, dissentire e diventare una persona separata da sé. Di conseguenza in questo stadio il bisogno del genitore e il compito verso sé è quello di far propri gli stessi “permessi di pensare” che si inviano al figlio.

Poi c’è lo stadio dai 3 – 6 anni o stadio della socializzazione, dell’identità e dell’immaginazione. Durante questa fase di sviluppo il bambino ha un particolare interesse all’altro sesso, alla potenza, e all’impotenza, alla fantasia e alla realtà, alla creazione e alla distruzione, alla malattia e alla salute.

Quindi il compito dei genitori riguardo ai figli è dare dei permessi per affermare il proprio potere e la propria identità, per dire che va bene avere una propria visione del mondo, va bene esplorare chi si è e scoprire come si è fatti, va bene esprimere in modo diretto quello che si sente. E quali saranno i bisogni dei genitori e “compiti” verso di sé? Si tratterà di far propri gli stessi permessi per affermare il proprio potere e la propria identità che inviano al figlio. 

Da 6 a 12 anni a seguire c’è lo stadio della preadolescenza, della creatività, della costruzione e dell’essere competenti. In questa fase i bisogni del figlio sono relativi alla strutturazione del tempo, ai contatti e la pressione del gruppo dei pari, alla definizione della realtà, alla relazione con l’autorità, all’elaborazione dei giudizi e all’affrontare comportamenti appropriati.

In questa fase il compito dei genitori riguardo al figlio è di dare i cosiddetti permessi per la struttura, cioè va bene fare le cose a tuo modo, va bene pensare prima di far diventare tua una regola, va bene che sia in disaccordo con me (che esprima pareri contrari), va bene che abbia i tuoi principi morali.

 

In questo stadio i bisogni dei genitori e “compiti” verso di sé sono di far propri gli stessi “permessi per affermare la propria struttura” che inviano al figlio, risolvendo i problemi di fare le cose a proprio modo seguendo i propri principi e la propria morale.

Si arriva infine agli ultimi stadi: quello dell’adolescenza e separazione (12-19 anni). In questa fase si ripetono gli stadi precedenti ad un livello più sofisticato e si ha il bisogno di decidere che va bene crescere, essere sessuali ed avere successo.

I compiti dei genitori riguardo ai figli riguarda il dare permessi di essere sessuali e di separarsi. Cioè: va bene che tu abbia una tua identità sessuale, che abbia un posto tra gli adulti e che abbia successo. Va bene che sperimenti e conosca la tua identità. Va bene che tu sia come ti piace essere. Quando andrai via di casa sarai sempre il benvenuto quando ritornerai. Ti voglio bene e il mio amore ti seguirà ovunque tu vada.

Rispetto a sé stessi parimenti occorre far propri gli stessi “permessi di essere persone sessuali e persone separate” che si inviano al figlio, risolvendo i problemi sessuali e di separazione che vengono stimolati da un figlio adolescente.

Infine, l’ultimo stadio da 19 anni in su, lo stadio del giovane adulto e dell’emancipazione. Questa fase permette di maturare sessualmente e sviluppare tutte le abilità fisiche ed intellettuali e sperimentare i vari ruoli nella veste di adulto. I compiti dei genitori riguardo ai figli sono di dare permessi per il riciclo dei diversi stadi e per l’interdipendenza e i bisogni dei genitori e “compiti” verso di sé sono di far propri gli stessi “permessi per l’interdipendenza e il riciclo dei diversi stadi di sviluppo”, risolvendo i problemi che emergono stando in contatto con un giovane adulto.

I genitori in questo stadio possono fare un’esperienza importante: quella di ricordare che l’adolescenza per i figli termina con la rinuncia dei genitori al controllo sulla loro prole comunicando loro: «Non controlleremo più il vostro comportamento, ora siete padroni di voi stessi. Noi sappiamo che voi siete indipendenti e che noi siamo separati da voi e sappiamo prenderci cura di noi stessi. Siete liberi di andare e venire quando volete».