Il distinto signore di cui propongo una riflessione oggi è Gianluigi Coltri, lettore e molto altro, che così si definisce "...lettore ossessivo compulsivo bulimico e onnivoro. Da lettore
accanito però mi piace condividere quello che scopro e incontro. Curo
"Orecchie e segnalibri", una rubrica su una web radio (Radio Music
Free), scrivo e organizzo con amici incontri culturali e presentazioni
(Villeggendo)." Aggiungo io: è un nonno, che non è cosa secondaria nella vita.
Il signor Coltri raggiunge con una mail quasi quotidiana molti lettori incalliti e perciò quasi sempre felici e altri soggetti, che con i libri hanno a che fare parecchio. Una delle sue ultime mail hanno risvegliato in me il desiderio di condividere con voi la realtà poetica e così vera, descritta dal celebre scrittore David Grossman nel libro "Rughe". Una occasione per conoscerlo meglio nelle produzioni per ragazzi, o meglio forse anche per tutti gli adulti che conservano un sano cuore bambino. Inoltre, in questi tempi burrascosi, Grossman, ha molto da dire, visto il suo impegno in favore del dialogo fra ebrei, arabi e musulmani.
"«Nonno, che cos’hai in faccia?»
«In faccia?» domanda nonno Adam, sorpreso. «Niente. Gli
occhiali.»
«Hai le rughe» dice Tom.
«Ah, be’, le mie rughe…» mormora il nonno «le conosci già,
Tom.
«Però non mi hai detto come ti sono venute.»
«Come mi sono venute?»
Il nonno scoppia a ridere. «Non mi hanno mai fatto una
domanda del genere…»
da: David Grossman, “Rughe - storia di un nonno”, Mondadori, 2021,
illustrazioni Ninamasina, trad. Alessandra Shomroni
Seconda puntata su David Grossman e i suoi libri scritti per
i lettori più piccoli. “Rughe” è del 2021 e forse più che ai piccoli è dedicato
ai nonni, in fondo il sottotitolo tira in ballo direttamente la controparte di
Tom. Come ne “L’abbraccio” era Ben a tirare direttamente in ballo la sua mamma.
Tornano verso casa, dopo l’asilo, se la raccontano, e si
fermano poi al bar a prendere qualcosa: chi da nonno o nonna non ha vissuto o
vive questa situazione, uno di quei momenti che possono essere speciali (no:
sono speciali e basta). Uno dei ricordi più antichi che ho è proprio una
passeggiata con mia nonna Adele, ai confini del paese dove abito, quando ancora
non c’erano case e i fossi a primavera avevano l’acqua trasparente e i prati i
fiori.
Tom si sofferma sulle rughe del nonno, gli chiede se gli
fanno male, un po’ mette in difficoltà l’anziano, un po’ lo fa divertire, per
poi trovare la conclusione di tutto in un disegno. A modo suo, a modo di Tom, come
fanno tutti i bambini.
Ecco, il bello di Grossman è, come ho già scritto per “L’abbraccio”, la grandissima capacità di cogliere e di trasferire nel testo, con semplicità e chiarezza, gli aspetti più veri e profondi dell’esistenza. Potrebbero anche non esserci le illustrazioni nel libro, già le parole dicono tutto. Ma così lo rendono speciale, uno di quei libri da leggere ben comodi in poltrona, o aspettando che arrivi il sonno. Ovviamente, sempre tra nonni e nipoti."
pubblica Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
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