11 SETTEMBRE 2023 di Redazioneweb
FONTE: CITTA’ NUOVA
La lettera di Mariano Iavarone, genitore e formatore, ai
professori (e agli studenti) all'inizio del nuovo anno scolastico.
“Nel silenzio di questa notte che chiude per sempre l’estate
dei nostri bambini e ragazzi, mi sento vicino a chi ricomincerà il compito più
delicato e più importante del mondo: l’insegnante.
Denigrato, umiliato, vessato, svalutato… è il lavoro
impossibile di chi avrà in custodia, per i prossimi nove mesi, le menti i cuori
e i corpi dei nostri figli. Mi vengono i brividi pensando a tale missione.
In una società tecnocratica in cui tutto pare essere
prodotto di consumo, occuparsi di educazione è un gesto fortemente
controcorrente. Allora forza, insegnante! Tieni alta la tua motivazione
educativa. Insegnare è facile, educare è un’altra cosa…
Vivrai gomito a gomito con quel bambino che ti guarda
spaurito, accoglilo con un sorriso: lo sai, nulla si ottiene sul piano
cognitivo se non ti curi prima delle sue emozioni.Avrai a che fare con quella
ragazza ribelle che ti sfida: accogli il duello e sii affascinante, al punto da
incuriosire e da farti seguire. Con la forza non otterresti nulla.
Soffrirai per quell’adolescente inquieto e spavaldo che
vorresti cacciare fuori dall’aula: desisti, non permettere che accumuli un
altro rifiuto. Incontrerai chi ha meno competenze a causa di difficoltà fisiche
o mentali: tira fuori un surplus di fantasia per costruirgli intorno un
ambiente più rassicurante e a sua misura.
Lo so che sarà difficile tenere testa a tutti; perciò,
quando non riesci, chiedi aiuto oppure formati ancora, perché il mondo corre
veloce e mai nessuno può dirsi competente una volta per tutte. Formarsi
significa “prendere forma” e la forma da prendere è quella dei tuoi alunni,
affinché loro possano entrare in te e tu in loro.
Hai in mano vasi di cristallo: rispettali, amali, ammirali,
in ogni bambino c’è un modo da incontrare, e ci sono ombre da illuminare. Anche
io ti affiderò i miei figli e sappi che sorveglierò… ah, sì che lo farò! Mi
aspetto da te il meglio poiché ti affido il meglio.
Tollererò di certo i tuoi immancabili errori e ti loderò per
ogni piccolissima conquista. Sarò invece spietato per ogni tuo atteggiamento di
potere, di umiliazione, di violenza: non sei autorizzato a buttare sui miei
figli e su nessun ragazzo e ragazza le tue frustrazioni. Se non ce la fai
fermati, prenditi una pausa. Se serve, curati. Se vuoi chiedimi aiuto, proviamo
ad allearci: escludermi sarebbe un atto di superbia.
Tutto ciò ha senso solo se ti è chiaro che non sei un
impiegato: sei un E D U C A T O R E ! Sarà una notte di sogni e di speranza per
te e per ogni bambino, o forse di incubi e di paure.Facciamo che , prima di
entrare in aula, ti fermerai a pensare che cosa avresti voluto dal tuo
insegnante quando eri tu l’alunno. E poi fatti e fai un sorriso sincero ad ogni
bambina e ragazza, ad ogni stella che ti è affidata.
Ecco: se saprai sorriderti amando il tuo lavoro, sarai un
piacere per i tuoi ragazzi ed un riscatto per te stesso. Ora dormi, tra qualche
ora sarai al centro della storia. Buon anno a te e ad ogni figlio!”.
di Mariano Iavarone
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