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mercoledì 10 marzo 2021

E ALLA FINE ENEA DIVENTA CAVALIERE - Ultimo episodio


MA CHI E' QUESTO BRUTTO CEFFO? 
E COSA FA ENEA LI' DIETRO CON GLI ALTRI APPRENDISTI CAVALIERI?
(E qui si vede carissimi ragazzi, come Enea finalmente diventerà cavaliere!  
I misteri si sono svelati, quasi tutti... QUASI!)


              Autore Annamaria Gatti                                    Illustrazione di Eleonora Moretti

                                                 Città Nuova, marzo 2021

(Versione completa dell'ultimo episodio. Adattamento nella versione sul periodico)

I giorni scorrevano fra allenamenti, sfide e incarichi,  a volte molto particolari, in attesa della designazione a cavalieri del re.  I quattro avevano davvero imparato a stare insieme e a collaborare: chi poteva dire se qualcuno di loro  eccelleva in tutto? Chi era molto abile nelle armi, come Marillo, era diventato molto saggio. Chi aveva grandi progetti e abile a cavalcare, come Giangiacomo, era diventato generoso. Chi era sapiente e agile nei tornei,  come Norberto, era diventato anche  socievole e collaborativo. Enea era molto apprezzato da tutti come buon amico, sincero e uomo di grande coraggio, affidabile e giusto, capace di redimere le liti fra di loro e di trovare la soluzione giusta.

 “Quanto tempo dovremo ancora attendere prima di esser nominati cavalieri?” chiese Marillo ai suoi tre compagni.

“Presto il Gran Maestro ci dirà chi ha superato le prove” lo rassicurò Norberto.

Giangiacomo precisò: “Enea certamente è stato il più capace… Noi tre abbiamo fatto parecchi errori!”

“Abbiamo affrontato prove stravaganti, che ci hanno fatto molto pensare, abbiamo imparato insieme a distinguere il bene dal male” aveva aggiunto Enea.

 Poi un giorno il Gran Maestro li convocò nella sala del trono e proclamò: “E’ giunto il momento di dirvi chi verrà nominato  cavaliere di Re Riccardo!”

All’improvviso però tutto si oscurò, le torce  si spensero, aggredite da una folata gelida, che imperversò per alcuni momenti, che parvero interminabili a tutti i presenti.

“E ti pareva che le cose potessero andare lisce almeno una volta…” borbottò Giangiacomo.

Certo che no, mio sprovveduto cavaliere!” urlò un vocione da togliere il fiato. Poi aggiunse:  “Le cose non vanno mai lisce se re Riccardo si arricchisce di cavalieri in gamba, fedeli, sinceri e puahhh! onesti.”

“Ecco mancavi tu, brutto ceffo!” commentò allarmato il Gran Maestro.

Il brutto ceffo pareva uno sgorbio di nano:  gobbo, con un naso enorme e con una voce gracchiante e profonda, sproporzionata alle sue dimensioni. Suscitava una certa inquietudine vederlo in mezzo a quel buio,  illuminato dalla sua spadina incandescente, perché non si poteva prevedere cosa avrebbe potuto combinare.

“Riaccendi le torce” ordinò il Maestro. Ma Il ceffo continuò a roteare per la sala reale  distruggendo quel che trovava nel suo vagare. Poi puntò lo sguardo feroce su Norberto e Marillo. E sghignazzò  minaccioso. Stava per aggredirli.

“ Come ti chiami?” chiese Enea, con l’intento di distrarlo.

“Il mio nome è Sconosciuto, ma a voi non interessa” bonfonchiò. “Interessa solo che io non  vi permetterò di diventare cavalieri. Non supererete l’ultima decisiva prova! AH AH AH”.

“E sarebbe?” chiese deciso Norberto.

“Trovare il modo per farmi  tornare quel che ero: un cavaliere di valore! Per un accidente mi sono cacciato in un maleficio che mi ha tolto tutto:  l’onore e i talenti. E anche il mio vero nome. Ma non troverete la forza di combattermi e neppure una pozione magica.”

Mentre il ceffo ridacchiava saltellando qua e là, i quattro giovani si accordarono sul da farsi. Non servirono molte parole, avevano capito: era uno che aveva scelto male e stava pagando il suo errore.

“Hai fatto un grande errore, Sconosciuto” considerò Norberto.

“Beh sì, lo so. E cosa volete dire con questo?” gracchiò il nano.

“Diciamo che TI PERDONIAMO” scandirono insieme i giovani, alzando le loro quattro spade unite al cielo. Il Gran Maestro con un sospiro si fece attento: stava accadendo quel che era giusto! Presto avrebbe lasciato i suoi apprendisti. E questo gli dispiaceva un po’.

Le torce si riaccesero, il nano stramazzò a terra, come accade sempre quando un personaggio si trasforma: al suo posto si svegliava ora un cavaliere, in abiti preziosi, la spadina era diventata spada degna di un re. Nulla faceva ricordare il brutto ceffo di pochi istanti prima. Lo sguardo era limpido, il viso sorridente e il portamento deciso e gentile.

“Grazie cavalieri, mi avete liberato dal maleficio, ora sono tornato quel che ero” ammise stanco ma sollevato il giovane. “Nessuno aveva pensato a perdonarmi e nessuno aveva pensato che solo così avrei riacquistato tutto, anche  il mio nome. Siete stati geniali.”

Squilli di trombe invasero la sala del trono e il Gran Maestro annunciò l’arrivo del re che, entrato, si guardò attorno e capì cosa era accaduto. Il cavaliere gli corse incontro e si inginocchiò, in segno di rispetto.

“Sono molto lieto di rivederti cavalier  Carlo di Montelungo. Finalmente potrai tornare al tuo compito di difesa dei deboli, ma lo farai ora in compagnia di questi nuovi quattro cavalieri,  che meritano la nostra fiducia. Hanno faticato e imparato molto, ma sanno che  non si finisce mai di apprendere.

Si voltò verso il Gran Maestro con un cenno di gratitudine e lo invitò vicino ai suoi giovani: aveva fatto un buon lavoro, come sempre!

Stese lo scettro su di loro e li investì del titolo di CAVALIERI DEL REGNO:

“Enea di Roccabruna, Norberto di Normandia, Marillo della Marca, Giangiacomo di Val di Sole,  vi nomino miei cavalieri, con il compito di mettere in pratica tutto ciò che avete imparato,  da ultimo che conviene scegliere sempre il bene e saper perdonare.”

E così si conclude questa storia del giovane Enea, diventato cavaliere. La sua vita sarà molto intensa e lunga, sarà un cavaliere molto amato soprattutto da tanti giovani che da lui impareranno molto.

“Ehi tu dove vai?” chiedevano ai giovani allievi.

“Vado a diventare cavaliere alla guida di Enea il Saggio”

“Ah beh… allora avanti e buona fortuna!”

 Eh sì perché re Riccardo proprio ad Enea affiderà i suoi cavalieri per tanti tanti anni.


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