MENO COMPITI A CASA? PARLIAMONE!
di Patrizia Mazzola
fonte: Città Nuova
«È una guerra, questa storia dei compiti a casa – dichiara la mamma di
una bambina di 9 anni –, passiamo i pomeriggi a cercare di finire entro
l’ora di cena i compiti e quasi sempre litighiamo».
«Tante volte la domenica pomeriggio sono dovuto rimanere a casa per
studiare e sicuramente preferivo andar fuori a giocare!», dichiara un
bambino di una V classe.
L’iniziativa dei genitori francesi che hanno promosso il singolare
boicottaggio, quello contro «l’inutilità e l’ingiustizia» dei doveri
scolastici assegnati ai bimbi delle elementari, è risuonata nel nostro
Paese come l’avvio di una campagna pro-contro il fare i compiti a casa.
La discussione è stata riaccesa negli ultimi mesi negli Usa dal documentario Race to Nowhere,
che mostra studenti stressati da un sistema educativo che li mette
sotto tensione. Per questo, gli insegnanti di una scuola elementare
della California, stanno sostituendo i compiti a casa con obiettivi di
lavoro specifici per le esigenze del singolo studente e che possono
essere completati in classe o a casa, secondo il ritmo di ciascuno.
La dichiarazione del Ministro Francesco Profumo è “possibilista”: «Meno
compiti di tipo tradizionale, ma si possono dare stimoli agli studenti
senza che questi siano formalmente compiti».
C’è bisogno di stare a casa insieme e piacevolmente, dopo una giornata
di lavoro, dedicare uno spazio ai figli che non sia fare i compiti, per
esempio giocare insieme: il gioco agevola il rapporto, è educativo e
sviluppa delle competenze come la memoria, l’attenzione. Questo vale per
i bambini delle scuole primarie. E per i più grandi?
Lasciare i compiti ai ragazzi che frequentano il tempo pieno diventa una
“tortura”, soprattutto per i giovani pendolari, che fanno a volte anche
più di un’ora di pullman o treno per raggiungere la scuola. Nelle
vacanze più lunghe è tipico vedere i nostri giovani concentrarsi
l’ultimo giorno di vacanza per “finire i compiti”, sforzo assolutamente
inutile.
I docenti possono offrire alternative a quello che è un mero
“doposcuola”, proprio perché ci sono una marea di stimoli e input che i
giovani ritrovano nella loro vita quotidiana. Ad esempio per non perdere
il ritmo ci vorrebbe un rinforzo come un libro da leggere, vedere
programmi particolari in tv, scrivere qualcosa di creativo…
I nostri ragazzi oggi occupano i pomeriggi praticando sport, danza,
musica, ciascuno secondo le proprie passioni, che a volte vengono viste
come ostacoli alla preparazione scolastica. Ma non si cresce anche così?
Nessun commento:
Posta un commento