Francesca AlbaneseI fatti precipitano, la scuola è appena iniziata, segnalo uno degli atti di condivisione attuati nella scuola:
“DOCENTI, EDUCATRICI, EDUCATORI PER IL RISPETTO DEI DIRITTI
UMANI IN PALESTINA”
Siamo educatori ed educatrici, insegnanti, professioniste/i
dell’educazione e della cura che lavorano in vari istituti scolastici di ogni
ordine e grado.
In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico ci siamo
incontrati per condividere un sentire che ci accomuna rispetto alla tragedia
che si sta consumando in Palestina.
A breve la scuola riprenderà e non possiamo immaginarci di
iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti o
alle prime riunioni, come di routine, di ritrovare i nostri alunni allegri,
fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini e i ragazzi del
mondo, senza pensare ai bambini e alle bambine di Gaza.
Ci sentiamo angosciati, sgomenti e impotenti di fronte a
quanto sta accadendo in Palestina, con la complicità del mondo occidentale.
Non possiamo più fare finta di niente, non è possibile.
Pensiamo che il mondo della scuola e dell’educazione debba
mobilitarsi per affermare con forza il proprio dissenso, prendere posizione,
scioperare per opporsi al genocidio in atto, alzare la voce; è urgente farci
sentire dal nostro Governo e dal nostro Parlamento per cercare di difendere,
proteggere, salvare la popolazione, le bambine e i bambini di Gaza.
Noi ci occupiamo di bambine/i, di ragazze/i, cerchiamo di
trasmettere loro valori e speranze, il nostro mestiere è la cura: come possiamo
dedicarci a tutto ciò sapendo che ci sono famiglie, bambini e bambine che
vengono intenzionalmente uccisi, lasciati morire di fame e di sete? Sapendo che
il nostro Paese, che l’8 giugno 2025 ha rinnovato il Memorandum d’intesa in
materia di cooperazione militare e della difesa con Israele (violando la
Costituzione e il diritto internazionale), è complice di simili atrocità?
Abbiamo quindi deciso di costituirci come gruppo “Docenti,
educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”.
Ci rivolgiamo anzitutto al Parlamento e al Governo italiano
affinché condannino con fermezza i crimini contro l’umanità commessi dal
governo israeliano, ne chiedano l’immediata cessazione e pretendano la
riapertura di tutti i valichi per poter fornire assistenza umanitaria e sicurezza
alla popolazione civile.
Chiediamo:
che il Governo Italiano cessi immediatamente l’invio di armi
verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con il governo
israeliano. La Costituzione italiana ripudia la guerra come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali e la legge 185/1990 vieta il
commercio di armi con Paesi in guerra o che violano il diritto internazionale.
La vendita di armi a Israele, pertanto, deve essere immediatamente arrestata.
che il governo italiano assuma una posizione di ferma
condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal governo israeliano.
È inoltre necessaria una ferma condanna del progetto di costituire la “Grande
Israele”.
che il Governo italiano pretenda l’apertura di tutti i
valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione
delle agenzie dell’ONU e delle ONG.
che il Governo italiano sospenda ogni forma di
collaborazione politica ed economica con Israele fino a quando non si ponga
fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi,
garantendo assistenza umanitaria e sicurezza della popolazione civile.
l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato
di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto
universale e inalienabile, e il diritto all’autodeterminazione del popolo
palestinese.
che il nostro Paese si unisca agli altri paesi in sede
europea e internazionale per la convocazione di una conferenza di pace sotto
l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in
Medio Oriente.
che il nostro Governo sostenga l’operato delle istituzioni
internazionali deputate a garantire il rispetto del diritto internazionale,
anche considerando che l'occupazione dei Territori Palestinesi rappresenta una
palese violazione di tale diritto.
Ci rivolgiamo ai sindacati per chiedere che venga proclamato
al più presto uno sciopero generale unitario della scuola per denunciare il
genocidio in corso e per l’ottenimento di tutti i punti sopra elencati.
Invitiamo tutto il mondo della scuola e dell’educazione a
organizzarsi con urgenza per costruire azioni e mobilitazioni efficaci e
congiunte, che coinvolgano gli studenti e le famiglie, per affermare con forza
che la scuola italiana esige il rispetto dei diritti umani, sempre e per tutti,
anche in Palestina.
Chiediamo al MIM di introdurre programmi scolastici
sull’educazione alla pace e alla nonviolenza, di promuovere nelle scuole
approfondimenti storici sul sionismo e chiarire la differenza tra antisemitismo
e antisionismo.
Invitiamo infine l’intero mondo del lavoro e la società
civile ad unirsi a noi.
Per gli studenti e le studentesse italiani tra pochi giorni
inizierà la scuola, per i loro coetanei palestinesi non sarà così. Non possiamo
continuare a tacere, non siamo complici di questo genocidio.
I “Docenti, le educatrici e gli educatori per il rispetto
dei diritti umani in Palestina” e i seguenti firmatari appartenenti alla
comunità educante.
NB: Compilando e inviando il presente form si presta
consenso al trattamento dei dati personali esclusivamente per finalità connesse
alla sottoscrizione e pubblicazione del documento. I dati non saranno
utilizzati per altri scopi né comunicati a terzi, in conformità al Regolamento
(UE) 2016/679 (GDPR).
Prosegue la proposta di adesione al form al link:
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