AVVENTURA ASPETTANDO NATALE
racconto di annamaria gatti
Tre ragazzi, grandi amici, si perdono in modo inspiegabile. Però qualcosa di misterioso accadrà e troveranno un rifugio presso una famigliola. Il padre si chiama Giuseppe e la madre Maria.
Primo step
“Ehi
ragazzi, ma dove cavolo andiamo?” aveva chiesto annoiato Willy Bells, il solito
piantagrane e piuttosto pigro, inforcando la sua fiammante mountain bike.
“Eddai!
Sempre il solito che non si fida!” aveva apostrofato Harry Smith. “Non vedi? Stiamo
andando su per la collina.”
“Non sono
orbo” replicò Willy Bells, ma per nulla stizzito. Ad Harry Smith si poteva
perdonare tutto: aveva la casa più attrezzata del mondo per giochi e
ospitalità, un campo da baseball dietro casa, un garage pieno di mille attrezzi
e pezzi con cui creare qualcosa. Questo e soprattutto un buon carattere, gli valeva la simpatia di molti.
“Dai Willy,”
aveva spiegato Frank West, un tipo pratico e che metteva a posto subito i
bulletti di turno, anche se era permaloso come un riccio. “ Ti ricordi il
cucciolo che abbiamo trovato nel fosso? Stiamo andando a controllare come sta,
con i suoi nuovi padroni. Vieni anche tu? Stanno in qualche parte qui in mezzo
ai boschi.”
“Ah sì, lo ricordo, era proprio un bel cucciolo, chissà da dove era sbucato fuori. Vengo anch’io, sì.” Confermò Willy Bells seguendo gli amici che sfrecciavano senza fatica anche in salita. Non era tardi, ma già il sole stava tramontando, in quelle giornate di inizio inverno, alle soglie del Natale, con un emozionante spettacolo rosso e dorato, che li obbligò a fermarsi per ammirarlo nel suo splendore.
Secondo step.
Poi il sole lasciò
il posto all’imbrunire, mentre i ragazzi stavano percorrendo l’ennesimo
sentiero sterrato. Del casolare però nemmeno l’ombra.
“Abbiamo
fatto male i calcoli di orario e di orientamento, gente!” aveva commentato Frank West.
“Qui si fa
buio e abbiamo sbagliato strada vero? Insomma, ci siamo persi?” chiese quasi piagnucolando Willy Bells.
“Dai
ragazzi, ho quel che serve per vederci meglio…” disse Harry Smith tirando fuori
la grossa pila dallo zainetto tuttofare, da cui non si separava mai. “Certo la casa doveva essere proprio in
questa zona, non so come abbiamo fatto a sbagliare sentiero. Capita. Anzi non
dovrebbe succedere, ma ora bisogna pur che ci arrangiamo no?”
“Qui attorno
è tutto buio, non si vede nessuna casa. Nessuno di noi ha un cell per chiamare
qualcuno.” Avvertì Willy Bells preoccupato.
Ma
preoccupati erano tutti e tre certamente. Sulla collina i boschi erano
invitanti nel pomeriggio assolato, ma ora erano coperti di mistero e di freddo,
che si faceva sentire soprattutto attraverso i loro modernissimi jeans
bucherellati.
Poi un
rumore lieve, ma ritmato.
“Sentito il
fruscio?” chiese Frank West. “Qualcuno o qualcosa si avvicina. Fermi tutti!”
Trattennero il fiato, poi la “cosa” si dileguò precipitosamente nella boscaglia
buia, senza potersi far riconoscere. “Sarà una lepre. Qui è pieno di lepri”
concluse Harry Smith, ma non ne era
certo per niente.
Willy Bells
sussultò quando, con un grido rauco, qualcosa si levò dalla macchia e volò
basso vicino a lui. “Tranquillo era un fagiano… mi pare…forse” bisbigliò Frank
West.
E adesso
cosa faranno i tre tipi in bicicletta nella sera buia, con una fioca luna,
sorta pallida e tremolante fra il blu, a
guardare quel che stava capitando?
Terzo step .
Qui si fa notte… infatti ormai i tre si ritrovarono a prendere una decisione: cercare un riparo per la notte, che non si presentava tiepida di certo.
Tre ragazzi,
con bici al seguito, si stagliavano fra le ombre di una notte però speciale,
quasi alla vigilia dell’attesa di un Bambino. Un Bambino, Signore del mondo. Quell’anno il Natale che si stava preparando era
però molto particolare: un’epidemia stava tracciando giorni complessi, di
prudenze e chiusure, forse senza poter condividere con i propri cari la festa,
che era da sempre festa dei cuori e
degli affetti.
“Guarda cosa ci capita, ragazzi che facciamo? Ci giochiamo le
vacanze di Natale così nel bosco? Qui ripari non se ne vedono” osservò
sfiduciato Frank, “la tua pila, Harry, non so come ci possa aiutare.”
Harry Smith non rispose, era muto, con lo sguardo rivolto in lontananza, verso un punto preciso da dove proveniva un piccolo fascio di luce.
“Ehi, guardate, forse la casa che cerchiamo è là!” esultò
Willy Bells, mettendosi le ali ai piedi e trascinando la sua mountain bike
piuttosto provata dall’avventura, visto il fango raccolto.
I tre si concentrarono seriamente e, già pregustando il
successo e la possibilità di avvisare le famiglie, si avviarono convinti verso
quel barlume di luce, superando notevoli
ostacoli, dati dai cespugli e dai rovi che li separavano dalla luce. Ma cosa
c’era laggiù, in fondo al bosco?
Quarto step
In cima alla collina, a cielo terso, coronata dalle cime
dietro di lei stava una casa, anzi forse una baitina, una capanna.
“Ragazzi non è il casolare dove è stato ospitato il cucciolo”
spiegò Frank West.
“Vero, ma lì qualcuno ci sarà e ci ospiterà per la notte” aggiunse Harry Smith.
“Spero abbiano un cellulare, così avviso il papà. Sarà in pena e mi buscherò un
bel castigo” chiarì dispiaciuto Willy Bells.
Il pensiero corse ai genitori in pena e tutti ebbero qualche
momento di silenzio carico di apprensione e desiderio. “Mi verrà a cercare
Toby, il mio cagnolone…” pensò Harry Smith.
Arrivarono vicini alla casetta. Dal camino un fumo leggero
rassicurava i ragazzi che un po’ di calore lo avrebbero trovato.
Bussarono. Nessuno rispose. Harry Smith per primo spinse
l’uscio e rimase come impietrito e immobile.
“Dai entra no? Ma guard………..” Ma anche a Frank West e a Willy Bells le
parole morirono in gola alla vista di una donna che teneva un neonato fra le
braccia. Un uomo barbuto, dallo sguardo sereno, stava sistemando la paglia per
terra per riposarsi e stava curando il fuoco nel camino. Per primo si alzò e
andò loro incontro. “Salve ragazzi, vi aspettavamo. Avete bisogno di scaldarvi?
Vi siete persi vero?”
Nessuno riuscì ad annuire. Davanti a loro stavano Giuseppe,
Maria e il Bimbo Gesù. C’era l’asino e c’era il bue. Era un presepe. Vivente.
Quinto step
Gesù era lì, piccino e li guardava. E sorrideva.
E dentro a quel sorriso e a quelle braccine tese verso
Willy c’erano tutte le preoccupazioni di
Willy Bells, il suo timore per la
matematica, per il prof di storia, per la partita andata male, per il litigio
con suo cugino e tutto quel che aveva nel cuore.
E dentro a quel sorriso e a quelle braccine tese verso Frank
c’erano la delusione che provava per l’amico che lo avevano ingannato, la paura
del covid, degli esami che doveva fare, del compito in classe che era andato
male.
E dentro a quel sorriso e a quelle braccine tese verso Harry
c’era tutta la sua vita, le sue
rabbie, le antipatie e la fatica di scegliere
il bene sempre. Gesù si portava tutto nel cuore di bambino, perché anche lui
era stato un bambino e un ragazzo e sapeva tutte queste cose.
“Dormite
ora, domani mattina ritroverete la strada verso casa” li rassicurò Giuseppe.
“Certo, non vi preoccupate” aveva detto Maria, “qui siete al sicuro, lasciate tutti i vostri pensieri al mio Bambino. Ci penserà Lui ad aiutarvi.”
Si
addormentarono subito per la stanchezza.
Poi
sentirono delle voci concitate e un cane che abbaiava disperatamente. Una voce
di donna diceva:
“Toby abbaia
come un forsennato, vediamo qui dentro. Questa casupola non l’avevo mai vista!
Guardiamo qui dentro!”
I tre
ragazzi si svegliarono ben bene quando una massa nera e calda si tuffò su di
loro e con un gran lavoro lavò a leccate i loro visi, decisamente stravolti dal
lungo sonno ristoratore.
Toby li
aveva ritrovati.
“Harry!
Willy! Frank! Che meraviglia siete qui e siete sani e salvi! Oh che gioia!” Era
la mamma di Harry che aveva abbracciato tutti e tre, poi entrarono correndo
tutti gli altri genitori.
“Vi abbiamo cercato tutta la notte…”
“Tranquilli
ci hanno ospitato loro…” stava dicendo Harry voltandosi verso il camino…
Ma non c’era
nessuno. Giuseppe, Maria e il Bambino non c’erano più.
Neppure
l’asino e il bue.
Eppure nel
camino c’era la cenere.
Willy,
Harry, e Frank si guardarono in silenzio. Uno sguardo di intesa diceva: e chi
lo dice adesso che Gesù ci ha salvato stanotte?
“Chi loro?
Qui non c’è nessuno” chiedevano.
“Erano
Giuseppe, Maria e Gesù. Davvero.”
In un angolo
la paglia fresca era un segno tangibile: lì avevano incontrato Gesù Bambino e a
Lui avevano dato tutti i loro pensieri difficili.
“Mamma, tu
lo credi vero?”
“Sì, tutto è
possibile a Dio”.
E Toby fece
un gran balzo di gioia e lasciò ancora una leccatona di festa sul naso di Harry.
NONNANNA
E IL CUCCIOLO CHE FINE AVEVA FATTO?
Secondo te?
E Toby fece un gran balzo di gioia e lasciò ancora una leccatona di festa sul naso di Harry...
fino a quando fu distratto da un guaito: "Ehi guardate" aveva osservato Willy "il cuccioletto che avevamo trovato! Sarà fuggito..."
Era un batuffolo marrone, con due occhi vispissimi, che rotolò fra i tre con aria supplichevole.
"Teniamolo noi ragazzi" propose Harry. "Un mese ciascuno, vi va?"
"Ok, una vera trovata, un regalo di Natale!"
I genitori si guardarono complici e finalmente rilassati. Buon Natale a tutti!
pubblicata da Annamaria Gatti
foto da Nativity film
dreamstime
Grazie, un racconto vivibile nella realtà dei nostri giorni: avventura ricerca, paura, meraviglia, richiesta, accoglienza dall'amore Divino che conforta e di cui i bambini hanno sempre bisogno.
RispondiEliminaMaddalena
Grazie Maddalena, hai colto perfettamente l'intento e mi hai reso felice, forse è proprio il caso di riportare questo racconto all'attenzione potrebbe servire a qualche educatore o genitore o nonno...
RispondiEliminaLeggo dalle vacanze con bambini http://www.familienhotels.com
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