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rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

domenica 20 ottobre 2013

Noi educhiamo al meglio, ma la società è prepotente. Abbiamo sbagliato?



fonte: www.educare.it     
"Sono madre di una bambina di 3 anni e mezzo. Abbiamo cercato di darle una buona educazione da sempre quindi lei ha imparato a chiedere scusa quando si sbaglia, a dire grazie e prego, a salutare e soprattutto a non alzare le mani.
Abbiamo preso l'abitudine (non so se sbagliata a questo punto) di spiegarle le cose che accadono e parlare con lei sempre, per qualunque cosa: spiegarle il motivo di un rimprovero, spiegarle perchè non si fa una cosa piuttosto che un'altra etc etc.
Adesso però sembra che tutto quello che abbiamo faticato ad insegnarle ci si  sta ritorcendo contro. Quando andiamo al parco e un bambino la spinge non intenzionalmente lei si offende e viene da me piangendo dicendo che quel bambino l'ha spinta e non le ha chiesto scusa!!!! Quando mi racconta che un bambino le ha dato fastidio all'asilo oppure le ha detto che "i suoi calzini sono brutti" lei mi dice che non reagisce.
Abbiamo dato sempre importanza a ciò che lei ci racconta ascoltandola e spiegandole le cose o cercando di riderci insieme prendendo in giro quel bambino un pò monello. Le ho detto più volte di non prendersela oppure di dirlo alle maestre o di rispondere a quel bambino che l'ha offesa ma lei dice che non vuole. Ho paura che stia diventando un problema perchè ormai ogni volta che si esce (parco, ristorante o da amici con bambini) è una tragedia. Giocano per un pò poi se "malauguratamente" uno di loro la sfiora lei si chiude e non gioca più. Non c'è verso di distrarla e di farle riprendere il gioco. Stiamo provando la strada del "ma sì dai lascia stare, pensa a giocare"...ma non sembra funzionare.
Stiamo sbagliando strada o se abbiamo sbagliato tutto come rimediare?"

Risponde la dott.ssa Paola Marchionne
Gentile Signora,
innanzitutto la devo ringraziare perché la sua è una delle questioni più belle che mi sono state mai sottoposte in questi anni nella squadra di Educare.it, con tutto il rispetto, l’affetto e la riconoscenza per ciascuno di quelli a cui ho risposto!
Il motivo di ciò risiede nel fatto che la sua domanda mi riporta al significato più alto della parola educazione: che cosa significa essere una persona educata? Diverse sono le immagini che si sono accese davanti ai miei occhi mentre leggevo le sue parole: prima fra tutte quella dei bambini e dei ragazzi che visito in classe ogni anno scolastico che mi chiedono cosa faccio nella vita e io rispondo che mi occupo di educazione. Chi è una persona educata, chiedo loro, com’è fatta, come si comporta?
Una persona educata, rispondono, dice sempre “Buongiorno e Buonasera”, chiede permesso, per favore e risponde sempre “grazie e prego”. Riflettiamo allora insieme che sì, è vero, ma anche che, però, queste sono più le “buone maniere”, mentre una persona “educata” è sempre anche istruita, comprensiva e gentile.
Poi ho pensato a me che essendo prima di tutto una donna e una mamma, ho come prima mansione della giornata quella di comprare da mangiare, pane fresco, l’occorrente per una buona cena; eppure, quando non sono di buon umore (può capitare anche a me!) mi scelgo il supermercato dove so esserci delle cassiere allegre e aspetto anche qualche carrello in più per ricevere un sorriso e un cortese buongiorno. Ho pensato all’attualità della sua domanda, in un’epoca in cui essere cafoni e prepotenti è molto di moda, perché dobbiamo stare sempre molto attenti a non farci mettere i piedi in testa, e difatti il bullismo è la maggiore piaga relazionale e individuale che ci affligge. Ho pensato non da ultimo alla morte della donna medico ginecologa uccisa in questi giorni mentre prestava le sue cure ad un extra comunitario perché era educata al significato profondo del suo lavoro, quello del soccorso.
Ma veniamo a lei e alla sua tenerissima bimba: no, signora, io non ritengo che lei abbia sbagliato. Il problema è che quanto ha fatto finora non basta e che dovrà continuare sempre, ogni giorno, sempre col sorriso, ferma e sicura del fatto che l’Educazione vince sempre! E le dico di più, ma la prego, non mi voglia male: l’avverto che sarà una lotta perché le gomitate e gli spintoni non cesseranno!
Non ritengo nemmeno che la sua bambina possa essere giudicata come “facile alle offese”: questa bimba sta solo capendo, ed è convinta, in questo momento, come in tutti i rituali tipici della sua età, che sia la parola “scusa” ad aprire ogni Sesamo.
Bisogna però spiegarle anche che non siamo tutti uguali, che i comportamenti variano, che mamma e papà credono in un certo tipo di comportamento, al quale sono sempre coerenti, ma anche che non tutti la pensano così: la cosa più importante è essere sempre fieri di noi stessi, sapere di non essere ricorsi alla prepotenza e alla mancanza di rispetto per percorrere la nostra strada.
Ci saranno dei momenti in cui, forse, sua figlia contravverrà a queste regole: da adolescente, magari, masticherà rumorosamente chewing gum e alzerà un po’ la voce ma, dopo un passaggio magari turbolento, tornerà all’alveo educato a cui l’hanno formata mamma e papà. O magari splenderà sempre come un fiore, contornata da persone gentili come lei.
Le dica che la parola “scusa” avvicina sempre le persone amiche e sincere e che tanti la apprezzeranno per questo anche se non tutti e non tutti i giorni. E che l’importante è poter esprimere sempre sia gioia che disappunto, altro che calzini brutti! Guai cambiare quei calzini perché il cafone in erba sposterà la sua attenzione altrove. Meglio pensare che i calzini sono bellissimi e sono nuovi e che anche il compagno muflone alla scuola materna ha tante belle qualità!
Non si affligga, cara signora, e non si arrenda: tutto questo accadrà fino a quando noi adulti e genitori non capiremo tutti che dobbiamo spiegare ai nostri figli fin da bambini che gli altri non si schiacciano con la stessa veemenza con cui badiamo che i piccoli non infilino la testa nel forno acceso. Perché è grave e pericoloso nello stesso modo!

ill. di Nicoletta Costa
pubblicato da Annamaria Gatti

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