Scrivono tre lettori del blog, commentando il post sulla difficoltà di raccontare l'Olocausto, questa è la loro esperienza e volentieri pubblico. E quanti OLOCAUSTI ci scorrono all'evidenza anche oggi?
"Mio nonno mi ha spiegato cosa significavano quei numeri sul braccio. Lui è un sopravvissuto. Lo ha fatto solo tempo dopo, quando eravamo grandi. Ma la nonna ci aveva raccontato tutto quello che poteva quando eravamo ancora piccoli e siamo cresciuti con l'allergia alla violenza e al sopruso. Io sono loro grato, lo stesso farò con i miei figli". Samuele
Il dolore è lecito, è difficile mettere davanti agli occhi di un bambino quello che i documenti ci dicono, ma se non li educhiamo che succederà?
Io sono stato tenuto all'oscuro di questo tempo fino a quando la scuola mi ha fatto studiare le vicende tremende della guerra e della Shoah. E' stato un trauma bello e buono e allora sono andato a cercare testimonianze dai miei genitori che la guerra l'avevano vissuta tutta quanta! Quanto dolore!
Penso che, se non si racconta, nel modo dovuto e con le giuste immagini, educhiamo generazioni insensibili ed egoiste, razziste e ingiuste." Mario
"Sono una nonna e ho voluto raccontare ai miei nipoti la guerra che ho vissuto e tutto quello che poi è stato documentato. Sono stata invitata a anche a scuola dei miei nipoti per testimoniare. Sentirmi ascoltata è stato importante anche per me e poi ho visto che mio figlio legge ai suoi bambini libri che sanno raccontare, con le parole adatte, gli eventi.
Anche i film aiutano e io li seguo sempre per cercare conferme, confronti e aiuto a capire.
Un mio nipote è andato a teatro con gli insegnanti a vedere uno spettacolo molto toccante e vero sulle vicende degli Ebrei. Credo che la scuola sia un'importante momento per dare le occasioni per non dimenticare." Eva
Pubblicato da Annamaria
foto da: oltrelascuola.com
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