Volentieri diamo spazio all'inizio di un intervento della dott.ssa Maria Intelisano, raccolto dal suo nuovo libro. La psicoterapeuta si toglie amabilmente qualche sassolino dalla scarpa a proposito di certo mondo educativo, genitori o educatori in genere.
La ringraziamo per questo contributo e cogliamo l'occasione per augurare a tutti di trascorrere
FELICE-MENTE INSIEME LE VACANZE!
Genitori attenti, premurosi e...
......................................torturatori!!!
da "Scrivo la mia rabbia" pagina 25.
di Maria Intelisano
Ed. Erickson LIVE
"Pulisciti le mani, soffiati il naso, non camminare a piedi scalzi, non toccare, non ti sporcare, usa le forchette, asciugati la bocca, stai più attento, bevi, mangia, sbrigati, stai zitto, non ti alzare, stai seduto composto, muoviti, non correre, non disturbare, smettila, parla piano, non gridare, non urlare, non piangere, lavati i denti, vestiti, fai così, non fare così, non rispondere, parla ascolta, ubbidiscimi, guardami, rispondi, spiegami perchè..." e magari subito dopo: "bravo, bravissimo, sei un genio" e baci, abbracci e coccole in abbondanza.
Alcuni messaggi e sollecitazioni possono disorientare i bambini, soprattutto quando lo stile educativo è incoerente e contradditorio.
Succede a volte che un genitore non regga alle provocazioni e alla sfide del figlio e, per reazione, metta in atto metodi autoritari, oscillando così tra momenti di autoritarismo e altri di permessivismo.
Questo stile si manfesta anche quando il genitore si lascia andare all'umore del momento: nervoso, calmo, contento, angosciato.
E' lo stile educativo peggiore perchè pone il bambino di fronte a continue richieste contradditorie: rimproveri o lodi, a volte per la stessa situazione, del tutto imprevisti e perciò incomprensibili. Non esssendoci punti di riferimento stabili, questo stile educativo genera nel figlio ansia, disorientamento e confusione che spesso sfociano in grande insicurezza e aggressività.
Ma anche uno stile autoritario, dove prevalgono regole rigide con molti divieti, rimproveri e rpetese di ubbidienza, crea nei bambini angoscia e sofferenza. Il controllo continuo, il castigo e il ricatto affettivo potranno rendere il bambino represso, timido, pauroso, e incapace di autonomia e responsabilità: oppure, soprattutto nell'età adolescenziale, lo porteranno a diventare, per reazione, un ribelle violento e distruttivo.
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foto da: grandicalssicidellanatura.blogspot.com
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