Mi piace pensare che i bambini si riflettano negli adulti di riferimento!
Un bel contributo di Manuel Donato.
Capitolo primo.
Ogni cosa nel mondo ha una sua precisa collocazione. Molto spesso le cose non vanno perchè sono fuori posto.
Questo vale tanto a livello spaziale quanto a livello temporale.
Il genitore nei confronti dei figli ha una ben precisa collocazione spaziale e temporale:
A------>B------>C------->D ------->TEMPO
La vita ci richiede da genitori per di essere per esempio nel punto "C".
Ciò significa tenere sempre presente che rispetto ai nostri genitori ( e di conseguenza ai nostri avi nonni, bisnonni, etc...) e ai nostri figli siamo collocati in un determinato punto ("C") che sta dopo i nostri genitori ("B") e avi A, ma prima dei nostri figli ("D, E") e che nel tempo questa condizione non cambia.
Si tratta in sostanza di essere sempre consapevoli che noi genitori siamo venuti prima dei nostri figli e che a nostra volta i nostri genitori sono nella stessa condizione.
I figli guardano sempre avanti e nel tempo devono fare la loro strada, se si rivolgono a noi (o noi pretendiamo che lo facciano), devono voltarsi e indietreggiare finchè noi genitori li sorpassiamo in modo che loro ci vedano.
Ma sono loro che devono andare avanti, come noi dovremmo fare nei confronti dei nostri genitori.
La mitologia, le fiabe sono piene di esempi dove il protagonista deve superare delle prove senza voltarsi, altrimenti perde ciò che ha conquistato, ovvero lo spazio eprcorso verso la meta.
Appena i figli si voltano indietro verso i genitori, il loro percorso si inceppa e devono ripartire.
Il genitore dovrebbe essere sempre in grado di stare alle spalle del figlio.
Questo gli permette di aiutarlo nel bisogno, ma questo rapporto non dovrebbe mai ribaltarsi.
pubblicato da Annamaria Gatti
Ciò significa tenere sempre presente che rispetto ai nostri genitori ( e di conseguenza ai nostri avi nonni, bisnonni, etc...) e ai nostri figli siamo collocati in un determinato punto ("C") che sta dopo i nostri genitori ("B") e avi A, ma prima dei nostri figli ("D, E") e che nel tempo questa condizione non cambia.
Si tratta in sostanza di essere sempre consapevoli che noi genitori siamo venuti prima dei nostri figli e che a nostra volta i nostri genitori sono nella stessa condizione.
I figli guardano sempre avanti e nel tempo devono fare la loro strada, se si rivolgono a noi (o noi pretendiamo che lo facciano), devono voltarsi e indietreggiare finchè noi genitori li sorpassiamo in modo che loro ci vedano.
Ma sono loro che devono andare avanti, come noi dovremmo fare nei confronti dei nostri genitori.
La mitologia, le fiabe sono piene di esempi dove il protagonista deve superare delle prove senza voltarsi, altrimenti perde ciò che ha conquistato, ovvero lo spazio eprcorso verso la meta.
Appena i figli si voltano indietro verso i genitori, il loro percorso si inceppa e devono ripartire.
Il genitore dovrebbe essere sempre in grado di stare alle spalle del figlio.
Questo gli permette di aiutarlo nel bisogno, ma questo rapporto non dovrebbe mai ribaltarsi.
pubblicato da Annamaria Gatti
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