Ecco il quarto appuntamento, che accompagna i genitori ...oltre la preoccupazione di questo tempo complesso. Anche questo contributo della dottoressa Paola Canna, rivisita l'iter già sperimentato:
- breve riflessione
- esperimento
- commenti, libere condivisioni o domande, a cui la dottoressa Canna ed io risponderemo individualmente.
4° STEP: PROTEGGERE di Paola Canna
Quanto si vorrebbe
proteggere i propri figli dalle esperienze negative o dolorose della vita!
Proteggere e’ la forma di cura più spontanea che un genitore dà al proprio figlio.
Prima di capire come proteggere è
importante guardare chi protegge. Riscoprire il ruolo di genitore significa
comprendere l’importanza dell’azione di “copertura” (dal lat. pro-tegere) e di sostegno che serve dare
ad un figlio per affrontare le difficili tappe della sua crescita (autonomia,
responsabilità, autoefficacia, capacità di controllo, gestione personale,
relazioni con altri ecc.). Il genitore è una persona adulta, più grande per
esperienze e per capacità di affrontare la vita che agisce nell’oggi pensando
alle conseguenze sul domani.
Le moderne teorie psicologiche, se da una parte hanno portato gli adulti a sviluppare rispetto e attenzione verso i minori, dall’altra hanno avuto l’effetto collaterale di rendere i genitori più timorosi di sbagliare e insicuri nell’esprimere sé stessi.
All’epoca
dei nostri nonni l’autorità degli adulti si imponeva su quella dei figli i
quali la rispettavano e la accettavano in modo pressochè automatico. Oggi, il primato
dato alla libertà personale e all’autodeterminazione mette a dura prova la
relazione genitori-figli: i figli non danno più rispetto in modo scontato; i
genitori dubitano sempre di più dell’utilità del proprio intervento educativo.
La gestione del tempo libero, la collaborazione in famiglia, la responsabilità e l’autonomia personale, le relazioni con gli altri ecc. sono alcuni temi di vita quotidiana che non possono più essere affrontati con uno stile educativo basato sull’imposizione e sul controllo, pena l’originarsi di scontri aspri e inefficaci che aumenteranno proporzionalmente all’età del figlio.
Al lato opposto l’atteggiamento del
“lasciar fare” o “lasciar correre” se apparentemente salva l’armonia della
relazione, a ben guardare, toglie lo spazio di parola al genitore il quale non
coinvolgendosi nella vita del figlio lo lascia irrimediabilmente più solo.
Il tempo della pandemia ha reso ancor più evidente per le giovani generazioni la necessità di un nuovo stile educativo basato sull’arte dell’incontro. Sono i momenti di confronto tra genitori e figli, su ogni contenuto della quotidianità, che tessono la trama di una relazione in grado di fare da rete di protezione ad un figlio.
I padri e le madri di oggi possono proteggere i figli stando al loro fianco, facendo loro sentire cioè la curiosità e l’interesse per ciò che stanno vivendo, ma anche nel “dare e dire” ai figli ciò che l’esperienza ha insegnato loro come adulti.
E in questo periodo così
difficile, quale miglior protezione si può dare ad un figlio se non la
sicurezza di poter contare sui propri genitori?
ESPERIMENTO
drssa.paolacanna@gmail.com
gatti54@yahoo.it
instagram: @the_life_therapy
@infanzia.icare
FB Annamaria Gatti
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