Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

martedì 27 novembre 2018

La stella dai lunghi capelli. Natale in poesia e illustrazioni da premio. Recensione.




di  Franca Perini
Illustrazioni di  Anna Pedron
Pagine 40
Prezzo 18,00 euro
Editore La Compagnia del Libro
dai 3... ai 99 anni


RECENSIONE 
di Annamaria Gatti


Un bel libro indubbiamente. 
Pare  una sonata a quattro mani.  Non avrebbe vita questo libro senza le illustrazioni . E viceversa.
La poesia tenera e vera del Natale di Franca Perini, che trova il vero animo della stella cosciente della sua bellezza  straordinaria,  si veste di note incantevoli dalla matita di Anna Pedron che ci mette del suo. Profonda e solida è la scrittrice, come innamorata della vita (e di un figlio, si capisce) l'illustratrice, che mette a piene mani la sua abilità in quest'opera, riportando ingegnosamente tratti di neonato, studi attenti (le mani che seminano) e sguardi indimenticabili: quelli di un asinello, di un viso bambino, di un pettirosso che scruta il cielo...

Una storia nella storia, lo "sguardo da fuori", dice opportunamente Franca, ma il pettirosso c'è, e in tutto quel blu sfumato, in quell'oro lieve eppure trionfale,  le piume rosse dell'uccellino, che tornerà al suo nido dopo aver sfiorato con un fiore  Gesù,  diventano un'altra storia.
E la cometa superba, scandalizzata dalla povertà dei doni e dei visitatori in quel Primo Natale, si adegua, si fa umile e comprende, svelando l'amore che accompagna il Bambino. Un vero capolavoro dei sentimenti.

Veniamo riportati al senso del Natale anche noi, se l'avessimo dimenticato. Lo sentono e lo ritrovano i bambini, che quel senso del Natale mai l'avevano perduto, solo lo tenevano chiuso in cuore, come fanno i profeti, per manifestarlo al momento opportuno.
 Questo è ancora Natale.

venerdì 16 novembre 2018

Un nuovo libro: IO AMO LA SCUOLA Come insegnare e star bene in classe

Io amo la scuola




Annamaria Gatti Annamaria Giarolo

Io amo la scuola 
Come insegnare e star bene in classe

prefazione del Prof. Cesare Cornoldi

Edizioni La Meridiana
(dalla quarta di copertina del libro)

In questo libro si parla di “Scuola” nel senso di istituzione scolastica e del lavoro dell’insegnante considerato, per sua natura, tra i più logoranti.

Le autrici, due docenti da anni impegnate, per lavoro e per passione, nell’istituzione scolastica una come pedagogista e l’altra come psicologa dell’età evolutiva, partono dalla convinzione sperimentata che nella Scuola i punti di debolezza siano convertibili in risorse.

Il libro è un punto di “ristoro” nella vita complessa e spesso dura di chi insegna ed educa. Incrocia dubbi e sorrisi, affetti e lacerazioni che l’insegnare in classe inevitabilmente comporta. Ma anche dà fondamenti di lettura del disagio e concrete indicazioni di metodologie di lavoro e di intervento.

L’intero percorso è suddiviso in dieci temi che spesso sono i nodi che appaiono irrisolvibili proprio a chi sta dentro la Scuola: da “i ragazzi non sono più quelli di una volta” a “non c’è tempo per fare tutto”, da “il problema sono le famiglie” a “quest’aula è troppo piccola”, passando per “non ho più l’età per insegnare”. 

Le autrici, grazie alla loro esperienza, li affrontano in maniera così chiara e concreta che al lettore, se è insegnante, sembrerà proprio di trovarsi a sperimentare quei momenti di disagio già vissuti.  Questa volta però sarà accompagnato ad affrontarli con la consapevolezza che è possibile ribaltare anche ciò che appare ineluttabile nella Scuola.

Un libro rivolto dunque a tutti gli insegnanti che vogliano recuperare le emozioni positive della magnifica professione che è l’insegnamento.



pubblicato da Annamaria Gatti


martedì 13 novembre 2018

UNA SCUOLA CHE PIACE 2

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Spendersi per una scuola che piace significa preparare un' esperienza che fa bene anche agli insegnanti, che fa stare bene tutti.
Non che questo sia facile, nè privo di rischi e fatiche, ma indubbiamente è fonte di benessere.

L'allarme è lanciato da più parti e da tempo. Occorre generalizzare formare e diffondere una scuola rispettosa dei bambini di questi tempi, che sono cambiati decisamente anche in termini pedagogico-didattici e verso il cambiamento si dirigono diffuse sperimentazioni. Ma non basta. Permangono spesso solo lezioni frontali, compiti a casa, studio mnemonico e decontestualizzato, in un clima  spesso oltremodo competitivo.  La scuola qui fallisce il suo ruolo primario.

Un salto di qualità lo fanno le scuole che mettono al centro la scuola come comunità di apprendimento, come auspica Daniele Novara , pedagogista e formatore molto conosciuto per il suo impegno del mondo educativo, fondatore e direttore del Centro Psico Pedagogico per la gestione dei conflitti di Piacenza, con sede anche a Milano. 

Nel suo libro "Cambiare la scuola si può"  riafferma la necessità che  la scuola sia  comunità di apprendimento, dove si impara fra compagni, si fanno domande, si sperimenta in laboratorio, si ricerca nella natura, si sbaglia, e ci si diverte, ci si consulta con l'insegnante che dirige sì i lavori in corso, lasciando che siano i bambini i protagonisti del loro apprendimento.

https://cppp.it/chi-siamo/elenco/l-istituto

“Cambiare la scuola si può”, il nuovo libro di Daniele Novara
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pubblicato da Annamaria Gatti 
foto da loschermo.it

UNA SCUOLA CHE APPASSIONA SI PUO' FARE 1

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Mi hanno fatto una domanda: non ci sono più i bambini di una volta, che ne pensi? Parliamone.

I bambini di sempre hanno bisogni essenziali:  sentirsi incontrati, accolti, accompagnati, fare esperienza del  rispetto e dell’amore per la loro crescita, la loro vita, i limiti e i pregi che l'infanzia custodisce.

E’ un onore lavorare per i bambini e con  i bambini. Ieri come oggi. E' necessario conoscere l’infanzia e i processi dell’adolescenza, partendo proprio dalla consapevolezza che possono trovare le risorse in se stessi,  se vengono messi nelle condizioni di trovare fiducia e attenzione e se vengono messi nella condizione di imparare con passione.


Abbiamo coscienza che sono il frutto di questa nostra società in evoluzione: possiamo esimerci dal considerare questo aspetto? Possiamo fare scuola come qualche decennio fa?  Possiamo pensare che ragazzi di oggi possano vivere, conoscere, studiare e crescere come quelli di una volta? 

Lo sanno bene i maestri e i professori  illuminati e anche loro alla ricerca e vi sono docenti davvero capaci di interpretare questa evoluzione. E di viverla come una opportunità.  Tutti gli insegnanti dovrebbero essere messi nelle condizioni di formarsi, perchè la lezione frontale non è più efficace oggi, perché l’intelligenza emotiva e quella cognitiva interagiscono strettamente… Perché occorre avere strumenti idonei per mettere i bambini e i ragazzi nelle condizioni di imparare con la gioia di farlo e di condividere con i compagni di percorso le scoperte e le difficoltà. 

I genitori sensibili e appassionati ringraziano,  mentre vivono con apprensione la realtà di una scuola quando è spenta, dormiente, demotivante e ignara o incredula davanti ai temi più forti,  e neppure così recenti, delle ricerche sull'apprendimento.

Alla prossima! 
(continua)




pubblicato da Annamaria Gatti
Foto da Mindomo

domenica 4 novembre 2018

Amal bambina yemenita

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Amal oggi non va a scuola.
E' morta di fame,  in un campo profughi.
Una fame rabbiosa, incalzante, feroce, incurabile...
Il suo paese vive una guerra devastante. Assurda e crudele. Che uccide, avvelena, bombarda...
Una moltitudine di bambini sono stati uccisi da ordigni prodotti anche in Italia.

Amal  aveva sette anni.
Come le nostre Maria, Lucia, Paola, Federica  che domani andranno a scuola. 
Amal vuol dire "speranza".
Amal invece non potrà più  andare a scuola.

I nostri bambini sì. 
Insegniamo loro la speranza. 
Diciamo loro che a scuola si va anche per Amal. 
Si ama la vita che pulsa a scuola.
Per onorare quegli occhi sperduti e dolenti.

Diciamo che tanti bambini desidererebbero andare a scuola. 
Senza bombe. 
Senza fame.
Senza dolore.
E magari insegniamo con l'esempio ad aiutare chi  soffre.
Parliamo il linguaggio umano della solidarietà.

Amal nel cuore.
Anche degli insegnanti che hanno l'onore di camminare con l'infanzia.
Con rispetto.
Con devozione.
Amal nel cuore.


pubblicato da Annamaria Gatti
foto ANSA.it