LIBERAMENTE VERONICA
i miei 30 giorni senza social
di Fernando Muraca
Città Nuova
Recensione di Annamaria Gatti
Fra le
pubblicazioni interessanti e ben curate della collana Narratori di Città Nuova,
il lavoro di Fernando Muraca “Liberamente Veronica i miei 30 giorni senza i
social” è particolarmente coinvolgente
non solo per genitori, insegnanti
o nonni, ma per qualsiasi adulto che voglia, senza troppe ricerche, riflettere su
un tema greve, che riguarda davvero tutti.
Mi
piacerebbe rivolgere queste impressioni ai ragazzi, perché il romanzo è ben scritto e va diretto al cuore e alla mente
di un quindicenne o giù di lì, anche se un dodicenne, soprattutto al femminile, ci si immergerebbe subito con
grande facilità.
E’ talmente
credibile che non pare proprio scritto da un serioso e definito
“puntiglioso” padre di famiglia. Come fa un “uomo" a immedesimarsi con una quindicenne e
raccontare così bene la faccenda?
Perché poi la storia è inquietante: Veronica davvero si fa un mese senza
social. Pazzesco, direte voi! Poi in
terza di copertina si legge che Muraca è scrittore, appassionato della
questione social e autore di film.
La cosa quindi
prende una sua fisionomia, soprattutto quando scopriamo alcune variazioni sul
tema adolescenti: se Luigi e Daniele,
figli dell’autore, hanno acconsentito a metterci del loro, con due
“postfazioni” significa che ne valeva la pena.
Noi adulti
siamo presi da un forte senso di colpa,
quando vediamo i nostri ragazzi farsi parabola sui loro mini schermi, appendici
della loro esistenza, e questo libro ci aiuta a trovare le parole per dirlo,
questo dolore. Dire che così non è
giusto, che la bellezza di questi nostri figli o nipoti non può essere
soffocata da artigli prepotenti e invisibili.
Scoprire il coperchio che tiene a
mollo forzato creatività e tempo, sonno e relazioni vere, ci darebbe una grande
soddisfazione e ci piacerebbe che in tutti i collegi docenti ci fossero una ventina di prof tipo La Balena
Bianca (soprannome curioso). Bella
questa prof che si appassiona, difende i
suoi studenti, li rispetta nella libertà, caparbiamente sosta con le loro
criticità, condivide e viene
ricompensata. E la scuola nel libro ci fa proprio una bella e onorevole figura,
grazie a lei, mentre l'invito alle scolaresche a digiunare di social, balza prepotentemente ovvio e intrigante da queste pagine.
Veronica, giovane studentessa, si racconta in prima persona quando viene sfidata a misurarsi coraggiosamente, e
inizialmente in solitudine, con l’assenza del cellulare e dei suoi annessi e
connessi. Sarà così che Veronica VEDE…
scopre la REALTA’ delle cose intorno,
dell’altro, del tempo, della bellezza, della vera amicizia, della condivisione
che toglie la benda dallo sguardo per comprendere, capire e amarsi e giocarsi
nella relazione e nella scrittura di un diario di bordo, che invia
quotidianamente alla prof, diario che diventa un manuale di salvezza
esistenziale.
Piace questa
ragazza autonoma, decisa, con i suoi limiti e i suoi talenti. E’ una bella
protagonista, attraverso cui l’autore passa molte informazioni autorevoli,
documentate nella bibliografia, che a noi servono davvero in sintesi, per
trovare al bisogno quelle parole.
La voglia di
spegnere tutto viene, a leggere di Veronica, ma se non sempre è possibile praticamente, il romanzo ci fa da semaforo,
da campanello d’allarme, ci convince che è possibile gestire con intelligenza
questo strumento, perché sia strumento davvero e non padrone della vita.