Benvenuti ai genitori...e ai bambini!
Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.
martedì 26 gennaio 2016
Riaffermiamo i valori: un'altra "video-perla" di Walter Kostner
Cos'è?
Una storia in video.... a questo link, appena diffuso:
https://www.youtube.com/watch?v=IdSk-2HguX4&feature=share
Di cosa si parla?
Di una sfida fra i bambini indiani, che devono superare una prova di forza e coraggio...
Chi è l'autore?
Walter Kostner, un vero artista, campione internazionale di comunicazione, che tutti amano... pensate a GB e DoppiaW!
...Di qualità?
Una vera perla!
Come si intitola?
La conquista della penna d'aquila...
Per chi è stato pensato?
Lui, Walter, dice dai 4 agli 11 anni, ma io dico che tutti nel guardarlo e ascoltarlo saranno felici!!! E si rincuoreranno e potranno raccontarlo a tanti altri, nelle scuole, nelle famiglie, nei gruppi, negli ospedali, al catechismo, nelle feste, nei momenti tristi,,...
Quanto dura?
Circa 10 minuti! solo....purtroppo!
Siamo ogni giorno provati da notizie e sfide di ogni genere.
Stiamo saldi! E non abbiamo paura ad educare con la vita.
Grazie, Walter Kostner!
Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto dalla pagina FB di W. Kostner
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Fortezza Giovani e futuro
giovedì 21 gennaio 2016
Bullismo, barbarie da prevenire. Un parere autorevole e convincente
Sono grata allo psicologo Ezio Aceti di questo contributo chiaro e di grande utilità per riconfermare un impegno educativo da parte di tutti, delle famiglie, della scuola e di tutte le agenzie educative.
CHIARA 12 ANNI E QUELLA VOCE SOFFOCATA A PORDENONE
di Ezio Aceti
fonte: Città Nuova, 20-01-2016
L’ennesimo caso di bullismo che istiga una ragazzina a tentare il suicidio. Tante, troppe le tragedie nascoste. Che fare? Ascoltare, prevenire fin dalla scuola dell’infanzia cominciando a bandire dal nostro vocabolario quelle parole come competizione e arrivismo che sono veleno puro per la relazione che mette al centro la persona.
Chiara, 12 anni di Pordenone, la ragazzina che ha cercato di uccidersi lanciandosi dal secondo piano della palazzina dove abitava, denunciando di essere vittima di atti di bullismo, è l’ennesima preadolescente che inquieta in modo profondo le nostre coscienze.
I giornali, a vario modo, si scatenano per cercare di trovare i colpevoli, o meglio per tentare di dare una spiegazione ad un gesto che in una ragazzina di 12 anni è assurdo.
Anche noi che scriviamo vorremmo trovare una risposta, una soluzione a questo barbaro fenomeno del bullismo (spesso esercitato in forma anonima tramite la rete) ove il gioco della denigrazione dell’altro per un suo presunto difetto si trasforma in tragedia.
Tragedia evidente come in questo caso, ma chissà quante altre tragedie nascoste in ragazzi e ragazze che subiscono in silenzio e tacciono per paura o si convincono di essere diversi, sbagliati.
Su questo caso però non possiamo ancora pronunciarci perché non conosciamo bene le circostanze.
Per tentare, almeno una semplice riflessione ad un fenomeno che in realtà è complesso, ci sempre importante soffermarci su due aspetti:
1 - il primo aspetto riguarda una maggior attenzione ai nostri ragazzi senza banalizzare mai ogni segno di sofferenza, anche se espresso in forma infantile, in quanto negli adolescenti non c’è ancora la piena consapevolezza dell’esperienza della vita tenendo conto che spesso tendono a drammatizzare le minime ingiustizie, compiendo anche gesti eclatanti o a sottovalutare anche problemi più importanti come l’azione ripetuta dello scherzo e della denigrazione.
2-il secondo aspetto riguarda la prevenzione che come società adulta deve mettere in campo per contrastare in modo efficace questo triste fenomeno e mi riferisco a tre tipi di prevenzione:
Una prevenzione terziaria: è importante intervenire ogniqualvolta succedono questi episodi coinvolgendo quanti sono coinvolti e le varie agenzie educative come la famiglia e la scuola , per testimoniare ai nostri figli che non possiamo tollerare atti di questo genere e che le parole spesso sono più pesanti delle azioni. Denigrare, isolare, e ferire l’altro non è uno scherzo e nessuno può minimamente permettersi di farlo.
Un prevenzione secondaria: promuovendo nelle scuole e nelle famiglie una formazione al rispetto della persona umana e alla tolleranza delle diversità e delle fragilità. Tolleranza prima nei confronti dei propri difetti e di quelli degli altri. La fragilità di ciascuno è una risorsa per costruire alleanze e solidarietà con tutti.
Una prevenzione primaria:è questa la vera prevenzione. Quella che a lungo andare potrà portare frutti. Il seme che gettato nel terreno dei nostri figli piccoli, maturerà durante la loro crescita.
In questa società individualista, ove primeggia chi è più bravo, chi è più competitivo, occorre riprendere il senso della Persona.
Essere persona significa essere in relazione e la relazione non è una realtà libera e arbitraria, ma un atto di civiltà e di giustizia, di progresso, un atto educativo.
Occorre iniziare, dalla famiglia e dalle scuole del’infanzia, quando i bambini sono piccoli e educarli alla relazione, alla reciprocità, all’altruismo , facendo sentire al bambino che il suo compagno è essenziale alla sua crescita , promuovendo l’educazione dell’altro come costitutivo della propria crescita .
Occorre evitare di mettere nel cuore dei bambini la paura dell’altro, ma educarli a trattarsi bene, a chiedersi scusa, a tollerare gli sbagli pur di ricostruire l’accordo.
E per favore, bandiamo dal nostro vocabolario quelle parole che sono veleno puro per la relazione, come competitività, arrivismo , e sostituiamole con altre quali solidarietà , altruismo , reciprocità.
Incominciamo così in tutte le scuole dell’infanzia. Facciamolo. Forse avremo la speranza che quando loro diventeranno grandi risulterà normale per loro comportarsi bene con tutti, perché tutti sono loro.
acetiezio@iol.it
Chiara 12 anni e quella voce soffocata a Pordenone
20-01-2016 di Ezio Acetifonte: Città Nuova
mercoledì 13 gennaio 2016
Un libro per bambini: Il ladro di Monna Lisa.
IL LADRO DI MONNA
LISA
di Elschner Géraldine
e Badel Ronan
traduzione di Elisa
Del Chierico e Vera Minazzi
Jaca Book, collana
Ponte delle arti
Milano 2015
Recensione di Annamaria Gatti
Fonte: Città Nuova, Gennaio 2016
Collana di indubbio valore, Ponte delle arti della Jaca Book, si offre con una accurata rivisitazione del fattaccio: il rapimento di Monna Lisa, la misteriosa, la bellissima, l’eccelsa… dipinta da Leonardo, che colpisce il povero vetraio italiano, di stanza a Parigi al Museo del Louvre.
Angelo, questo il nome dato al
protagonista, innamorato del dipinto, se la porta via nella notte, mimando una vorticosa sensuale danza, ed esausto poi
la riporta in Italia, dove il dipinto è ambientato, per ridarle la patria
perduta, la collocazione di diritto.
Angelo non è il solo ad essere
stato stregato dallo sguardo della Gioconda, anche il suo vero ladro, a cui si
rifà appunto il racconto, attuò la
singolare trovata e cercò di rivendere la tela famosissima a Firenze, dopo
averla, come Angelo, tenuta nascosta in casa per ben due anni. Due anni
scomodi, sostengono con illustrazioni convincenti e di grande maestria, gli autori del libro per bambini, due anni di
interrogativi su quello sguardo insistente e indagatore.
Impossibile resistere alla
Gioconda! Impossibile ugualmente vivere
con lei… che forse doveva incarnare la felicità.
Immaginiamo il sorriso laconico e
saggio di Leonardo, che, ancora di questi tempi, si permette di lasciarci nel
dubbio e nell’incertezza: chi o cosa è
davvero questa bellissima donna? Provano a rispondere le due eleganti e dotte pagine finali del libro. Dai 6 anni.
pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
lunedì 4 gennaio 2016
Un film per imparare a non arrendersi mai
WINTER IL DELFINO
Questo film è tratto da una storia vera, accaduta in Florida nel 2005, mentre il film è uscito nel 2011.
Chiedo a Matteo che mi ha consigliato questo film e mi ha accompagnato nella sua proiezione:
"Perchè secondo te, potrei segnalare questo film ad altri genitori o nonni?"
Mi risponde Matteo... dall'alto dei suoi 7 anni:
"...Perchè è una storia bella per tutti! Perchè Winter è molto simpatico nel film e bravo a interpretare il delfino a cui è stata amputata la coda. E' anche molto bella l'amicizia fra il ragazzo e il delfino. La storia ci dice che non bisogna arrendersi mai. "
Mi piace come il ragazzo viene capito, come impara a prendersi a cuore qualcuno e a sentirsi importante.
pubblicato da annamaria gatti e matteo
illustrazione da: www.comingsoon.it
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