Benvenuti ai genitori...e ai bambini!
martedì 31 ottobre 2023
Quando i bambini sognano. Un albo illustrato
mercoledì 18 ottobre 2023
Scintille di bellezza. Elia "stronca" Petrarca: il desiderio conta più della volontà
Scintille di bellezza. Elia "stronca" Petrarca:
il
desiderio conta più della volontà
autore Marco Erba Avvenire 17 ottobre 2023
"Il grande poeta insiste sul ruolo del volere nel raggiungere i propri obiettivi. «Ma non è vero Non basta sapere che una cosa in teoria è giusta, è necessaria la passione che ci accende e spinge»
Ho sempre adorato Francesco Petrarca: mi ha conquistato fin dalla prima volta in cui mi sono imbattuto nei suoi versi. Quel suo dissidio interiore è il mio, quella sua tensione spirituale che fa continuamente i conti con le sue debolezze è la mia; forse è un po’ quella di tutti noi. Per questo in classe dedico diverse ore alla lettura dei testi di Petrarca, soprattutto alle poesie del Canzoniere. Dedico però anche un paio di lezioni agli altri suoi componimenti, tra cui il Secretum.
E qui, dal fondo della classe, Elia mi ha interrotto. «
Petrarca dice cazzate!> »: un’esclamazione di tre parole per spazzare via
uno dei miei autori preferiti. Ho fissato Elia “con occhi di bragia”, per
citare il Sommo Poeta (che, peraltro, a Petrarca non andava a genio, ma questa
è un’altra storia). Elia ha sostenuto il mio sguardo. “Con tutto il rispetto,
eh, prof ” ha aggiunto imbarazzato: si era reso conto benissimo che gli era
sfuggita un’espressione scomposta, per usare un eufemismo. Ho capito che non mi
stava provocando, che voleva solo dire la sua. Era un mezzo miracolo, perché,
fino a quel momento, Elia non era mai intervenuto in una lezione di Italiano.
Era un tipo simpatico, sorridente, benvoluto dai compagni, pronto alla battuta anche con me e con gli altri insegnanti all’intervallo o davanti a scuola. Ma, durante le lezioni, Elia si trasformava in un altro personaggio: assumeva un’espressione di annoiata sufficienza, appoggiava la testa improvvisamente pensante sulle mani, lottava con le palpebre che tendevano a chiudersi. A casa studiava pochissimo e consegnava sempre elaborati striminziti, sempre in ritardo. Insomma, era un maestro della mancanza di volontà, almeno dal mio punto di vista. Forse per questo il rimprovero di Agostino a Francesco lo aveva colpito tanto da spingerlo a intervenire.
Ho colto la palla al balzo: « Perché la pensi così? Cosa non ti convince? ». « Prof, Petrarca sbaglia a far dire a sant’Agostino che per raggiungere i propri obiettivi serve la volontà. La volontà non basta per niente. Nessuno si attiva solo per la volontà. Io no di certo. Non accetto la fatica solo perché so che una cosa in teoria è giusta e allora, razionalmente, decido di volerla. Serve ben altro». « E cosa serve? » , gli ho chiesto.
Mi ha risposto senza esitare: « Il desiderio, prof. Serve il
desiderio. Uno ce la mette tutta se davvero gli si accende il desiderio per
qualcosa. Guardi me: non mi interessa studiare, lo faccio poco e male. Eppure
so razionalmente che dovrei impegnarmi di più, che potrebbe essermi utile, che
eviterei le lamentele dei miei genitori e vivrei meglio. Ma niente, non ce la faccio:
non mi si accende il desiderio, sento che quello che dovrei studiare non mi
riguarda, non tocca la mia vita. La musica, invece...».
pubblicato da Annamaria Gatti
foto da IIC Albert Einstein
martedì 17 ottobre 2023
Paolina fiordiloto, favola per capirsi con tenacia e speranza
PAOLINA FIORDILOTO
di Annamaria Gatti
illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova, luglio 2021
L’orsetta
Paolina vive nel villaggio vicino al bosco e proprio questa estate è arrivato lì un nuovo amico, Sandro.
“Paolina che
musetto triste hai” dice un giorno la
mamma, accarezzandole le orecchie.
“Sì, sono
molto triste, ma siamo anche arrabbiati, vero orsobimbo?” risponde
Paolina rivolgendosi al suo inseparabile orso di peluche. “Ho fatto un
dispetto a Sandro e adesso ho il cuore che mi fa male.”
“Tanto
male?"
“Tantissimo
male.”
Papà orso
ascolta e la invita: “Allora vieni con
me…”
Paolina lo
segue con il suo orsobimbo sulle spalle.
Cammina e
zampetta, arrivano ad uno stagno.
Tutti e due lo
guardano incantati, perché è ricoperto
di fiori di loto, eleganti e brillanti, con le sfumature rosa.
“Che bei
fiori papà!”
“Sono fiori
di loto” spiega papà orso.
Restano in
silenzio e Paolina piange un poco.
“Sono
sbagliata papà? Sandro ha pianto per
causa mia. Se qualcuno mi fa un dispetto anch’ io ci sto male. ”
“Si rimedia,
Paolina, guarda i fiori di loto.”
Papà resta in
silenzio un po’, poi continua: “Paolina
i fiori di loto nascono da un seme durissimo, che solo se viene cullato dal
fango e dall’acqua, piano piano, molto lentamente germoglia e fa nascere il più
bel fiore dello stagno.”
“Davvero
papà? Il fiore di loto è bellissimo davvero. Sembra una stella!”
“Ci vuole il
fango, l’acqua, il tempo e i colpi che
scalfiscono il seme duro e far fiorire una stella così.”
“Papà, cosa
vuoi dirmi?”
“Ci vuole il
tempo, un po’ di sofferenza e la pazienza di accoglierci come siamo, anche con
i nostri brutti momenti, se vogliamo che non siano inutili e poi si trasformino in bellissime cose, per
noi e per gli altri. Perdonati Paolina e non ci pensare più.”
“Potrei
diventare anch’io un fiore di loto, allora.”
Papà la
guarda a lungo e sorride. La figlia prosegue:
“ Quando
sentirò che il mio seme si apre, inviterò Sandro per la merenda, papà.”
Prende in
braccio l’orsetto e lo culla un po’, poi gli chiede:
“Orsobimbo ti
è passata la rabbia? Sì??? Anche a me. Vado subito a chiamare il mio nuovo
amico!”
“Buona idea,
Paolina fiordiloto!”
E tutti e due
tornano al villaggio in un battibaleno.
Ora i fiori
di loto dello stagno sorridono al sole…
Più splendenti che mai.
Pubblicata da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
domenica 15 ottobre 2023
L'orrore: una mamma e un bambino israeliano soffrono come una mamma e un bambino palestinese.
Ninna
nanna, pija sonno
ché se
dormi nun vedrai
tante
infamie e tanti guai
che
succedeno ner monno
fra le
spade e li fucili
de li
popoli civili
Ninna
nanna, tu nun senti
li
sospiri e li lamenti
de la
gente che se scanna
per un
matto che commanna;
che se
scanna e che s'ammazza
a
vantaggio de la razza
o a
vantaggio d'una fede
per un
Dio che nun se vede,
ma che
serve da riparo
ar
Sovrano macellaro.
Chè
quer covo d'assassini
che
c'insanguina la terra
sa
benone che la guerra
è un
gran giro de quatrini
che
prepara le risorse
pe li
ladri de le Borse.
Fa la
ninna, cocco bello,
finchè
dura sto macello:
fa la
ninna, chè domani
rivedremo
li sovrani
che se
scambieno la stima
boni
amichi come prima.
So
cuggini e fra parenti
nun se
fanno comprimenti:
torneranno
più cordiali
li
rapporti personali.
E
riuniti fra de loro
senza
l'ombra d'un rimorso,
ce
faranno un ber discorso
su la
Pace e sul Lavoro
pe
quer popolo cojone
risparmiato
dar cannone!
lunedì 9 ottobre 2023
Un libro per bambini. Imparare a scuola a conoscere e gestire le emozioni. Recensione
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In questa collana Fulvia
Degl’Innocenti, giornalista, apprezzata scrittrice per ragazzi e presidente
dell’ICWA, pubblica una proposta per
leggere e giocare nel mondo delle emozioni: se le conosci, sai come viverle queste ingombranti emozioni!
Il testo introduce nella quotidianità: un litigio a scuola. Qui la maestra dà spazio alle emozioni suscitate e accompagna i bambini a trovare, attraverso la costruzione di un puzzle, le parole per raccontare gli stati d’animo che spesso li turbano: tristezza, paura, disgusto, rabbia, delusione, noia, irritazione, stupore, sorpresa, gioia, allegria, felicità.
Insieme, raccontandosi senza timori, i bambini e l’insegnante cercano
gli “antidoti” per accogliere e vivere bene anche le emozioni “più brutte che
capitano a tutti” e a dirsela questa cosa, già fa tirare un sospiro di
sollievo… Ed è applicando l’antidoto
scoperto a scuola, per esempio, che Pietro supera la paura del dentista!
Provare per credere.
In queste pagine le scelte
rientrano nelle buone prassi scolastiche, dove l’empatia genera fiducia, il
calore e l’alleanza dell’adulto genera crescita e inclusione, proprio come ci
ricordano le neuroscienze: la warm cognition favorisce ogni processo
di apprendimento, cognitivo ed emotivo.
E aggiungo: le illustrazioni di Chiara
Bordoni sono limpide, attinenti e aiutano i bambini più piccoli a “leggere le
immagini”. In testa ad ogni rappresentazione è anche possibile leggere l’espressione
chiave, in carattere maiuscolo, che facilita lettori principianti. Un racconto
nel racconto, quindi, che fa del libro uno strumento giocoso e versatile, a
scuola ma anche in famiglia.
sabato 7 ottobre 2023
Il seme di Sofia: recensione di Fulvia Degl'Innocenti
La terra sempre più offesa. Inascoltati gli appelli e le sollecitazioni. Continuano le proteste e le battaglie. Mentre altre guerre feroci macchiano il nostro pianeta.
Ma la pace comincia da noi, da quello che possiamo comunicare anche attraverso la lettura, educando, facendo la nostra parte e forse anche di più, creando occasioni di buona vita e buona scuola.
Se lo meritano i bambini a cui stiamo dando un peso enorme che porteranno per gli anni futuri. Una terra che sta arrivando al confine possibile. ce lo ricorda Papa Francesco nella ultima enciclica Laudate Deum. L'ecologia integrale passa cammina anche nelle aule scolastiche e affianca tutte le agenzie educative.
Gli incontri con i bambini hanno confermato la tenera accoglienza del libro che narra di Sofia e del fiordaliso: un'esperienza di serenità e speranza che la natura insegna, a vederne i doni.
Il Seme di Sofia
Come nasce una nuova vita
di Annamaria Gatti illustrazioni di Elisabetta Basili
"Una storia semplice con illustrazioni delicate e dai colori tenui per spiegare ai più piccoli la meraviglia della natura e i misteri della crescita.
Protagonista è Sofia, una bambina solare e curiosa, che durante una passeggiata in campagna trova un oggetto per lei misterioso ma che la incuriosisce.
Alcune creature, un uccellino, una farfalla, un coniglio, le suggeriscono una dopo l’altra di che cosa si tratta e cosa farne. Si tratta di un seme, e basterà metterlo nella terra e annaffiarlo per capire a che cosa serva. Però ci vuole tempo e pazienza, e Sofia attende il trascorrere dei giorni fino a quando il seme germoglia e poi dà vita a un fiore azzurro. È il fiore a spiegarle che la stessa cosa accadrà anche a lei, che porta già dentro di sé la bellezza che sboccerà quando sarà grande.
I bambini hanno una naturale sintonia con la natura, ma spesso, soprattutto se vivono in città, non hanno molta familiarità con essa. Questo testo è un invito a scoprire le meraviglie della natura, a essere attenti osservatori, a cimentarsi in qualche facile esperimento, per comprenderne i meccanismi.
Il parallelo tra il fiore che sboccia e la crescita individuale è molto efficace, e dà sicurezza ai bambini anche più insicuri, perché rende tangibile ciò che non si vede, ovvero le nostre potenzialità."
mercoledì 4 ottobre 2023
San Francesco inventa il Presepe. Storia per un Natale di pace: L’ ARMA PIU’ FORTE
Questa Storia è la quinta puntata delle vicende di Enea, un giovane apprendista cavaliere medioevale, che scopre i pass... per diventare un valente cavaliere. In questo cammino fa un' esperienza straordinaria, là dove storia e fantasia si incontrano, creando anche un' occasione per ripensare al Natale, ma quello vero appunto, degno di un cavaliere, degno dell'Umanità. (Le puntate sono state pubblicate sul periodico Città Nuova 2020/2021)
fonte: Città Nuova, Roma, gennaio 2021 (elaborazione)
racconto di Annamaria Gatti illustrazione di Eleonora Moretti
MA INSOMMA QUANDO ENEA DIVENTERA’ CAVALIERE? Mi chiedo.
E VOI
COSA PENSATE?
Il nostro aspirante cavaliere doveva scoprire ancora un paio di cose. Quindi restiamo in attesa e qualcosa accadra’. Infatti… “Un lupo sta infestando la regione. Divora pecore e agnelli, ferisce uomini donne e bambini, una vera calamità.” Aveva esclamato il Gran Maestro rivolgendosi ai suoi apprendisti che, gridando “EHIHA-OOO!” radunarono le loro armi e partirono, come sempre!
Enea, Marillo, Giangiacomo e Norberto prontamente raggiunsero
galoppando la radura dietro al borgo infestato dalla feroce bestia: tutti erano
serrati in casa e non c’era nessun segno di vita.
“Tocca a noi!” esclamò Marillo.
“Dobbiamo trovare il feroce lupo! Insieme lo accerchieremo e
lo uccideremo” aveva aggiunto trionfante Norberto.
Il “tutti per uno, uno
per tutti” di Enea era stato condiviso, con soddisfazione del Gran Maestro.
Scesero da cavallo e insieme seguirono Enea che si era
avviato. I giovani si muovevano con cautela fra i cespugli e gli alberi
secolari, senza far rumore.
Ma del lupo nemmeno l’ombra. Solo in lontananza un mormorio.
C’era qualcosa di insolito in quel silenzio.
Poi all’improvviso ecco, sotto una quercia…
Un piccolo frate stava “conversando” con il lupo, grosso e
minaccioso. Enea si preparò a difendere l’ uomo, ma poi si fermò.
“Ehi, il lupo si accovaccia ai suoi piedi” bisbigliò, “si fa
accarezzare e ora lo segue mansueto. Che miracolo è mai questo?”
“Seguiamolo da lontano” propose Giangiacomo allarmato. E lo
seguirono per molte ore, fino ad un villaggio sperduto sui monti, sempre con il
lupo accanto. Come un fidato cagnolino.
E giungeva la notte.
MA… CHE CI FANNO QUATTRO APPRENDISTI CAVALIERI DIETRO A UN
FRATICELLO CON UN LUPACCHIONE AL SEGUITO? MISTERO.
Erano giunti ad una stalla. Fu allora che il fraticello si
rivolse ai quattro giovani che non pensavano di essere stati scoperti:
“Avete avuto una bella costanza, miei giovani amici. Non vi
ha fatto paura la fatica e siete arrivati fin qui con me. Bravi, siete
coraggiosi, volete arrivare in fondo al vostro compito. Se volete ora potete riposarvi. So cosa
cercate. Non temete: fratello lupo ora
sa che attende il cibo dagli uomini, senza più aggredire nessuno. Io ora però
ho molto da fare. Devo aiutare il mio amico Giovanni signore di Greccio a fare
un presepe.”
E si mise ad aiutare un uomo dai nobili vestiti e che stava preparando qualcosa in quella
stalla. Ma cosa? Mentre il lupo si scaldava al fuocherello, acceso in un
angolo.
Un invito al riposo come quello però convinse i quattro stanchissimi
giovanotti a gettarsi sul primo pagliericcio lì vicino, dove consumarono finalmente un sonno
ristoratore.
Per poco però perché nel bel mezzo dei sogni, ecco rumori e
sospiri ed esclamazioni di stupore: “Possibile
a Greccio? In una stalla?”
“Eppure è accaduto,
corri, il Bambino è apparso fra le braccia di frate Francesco. Un miracolo di
certo!”
“Francesco, l’amico
del nobile Giovanni di Greccio?”
“Sì, lui il frate di Assisi, che ha placato il lupo feroce a Gubbio, ha preparato un Presepe e il Bambino Gesù è apparso fra la paglia, proprio come 1223 anni fa a Betlemme!”
Enea e i suoi compagni balzarono in piedi e, prese le armi e pronti a difendere qualcuno
che fosse in pericolo, si sporsero verso l’entrata della capanna.
Nel bel mezzo della stalla ecco alcune pecorelle, un asino e
un bue, qualche pastore, una donna, un
uomo e accanto a loro il frate con un lupo accovacciato ai suoi piedi e accanto
a un agnello candido.
“Vedi anche tu quello che vedo io?” chiese Norberto ad Enea.
“Sì” rispose Enea. E basta, tanto era emozionato.
Il frate aveva qualcosa di incredibile in braccio: un neonato, che di più belli mai ne
avevano visto uno.
“Com’è luminoso, com’è bello il Bambino” sussurrò Enea.
Fu in quel momento che il
fraticello si rivolse a Enea e ai suoi compagni:
“Guardate, Gesù nato in
una stalla 1223 anni fa ora si fa dono per voi, uomini e donne e bambini e cavalieri,
perché ammiriate la forza e l’arma più potente della terra: l’Amore.” Enea non
riusciva a distogliere gli occhi dallo sguardo del Bambino che gli sorrideva.
Poi Gesù gli indicò il lupo accoccolato ai piedi di Francesco. L’amore può davvero tutto sembrava gli sussurrasse: anche trasformare un cuore feroce, in un cuore capace di pace.
Giangiacomo era stupito e
il suo sguardo incontrò quello
commosso del Gran Maestro, che dal fondo della stalla si era inchinato a
tanto splendore.
Marillo era silenzioso,
con una mano sul cuore, Norberto stendeva il suo mantello davanti a Francesco mentre Enea posava la sua spada ai piedi del Bimbo e capirono che il cammino degli aspiranti cavalieri stava per concludersi.