Benvenuti ai genitori...e ai bambini!

Questo blog nasce dal desiderio di condividere "lievemente" le gioie, le speranze, le sorprese, le favole e i dubbi che...
rallegrano e stimolano le scelte quotidiane dei genitori.

martedì 7 ottobre 2025

Doni a saperli vedere 4. Favola MARE


MARE settembre 2025: per mare donne e uomini  pacificamente hanno solcato le onde con le loro barche  per riportare l'attenzione greve  sulla tragedia del popolo di Gaza,  annientato dalla ferocia umana. Aggrediti e umiliati non si sono tirati indietro. Hanno fatto ciò che coloro preposti alla difesa dei diritti umani dei popoli non hanno fatto.  



storia di Annamaria Gatti  -  illustrazione di Eleonora Moretti

fonte: Città Nuova maggio 2023 

MARE

Con l’arcobaleno ancora negli occhi, la principessa Lucia e Carlo continuarono a volare sulla mongolfiera nel cielo, reso limpido dalla pioggerellina.

Quale nuova scoperta avrebbe fatto Lucia, fuggita dalla torre principesca in cerca di amici? Aveva conosciuto e apprezzato le nuvole, il vento, la pioggia e Carlo, che l’aveva accolta sul suo pallone aerostatico…

 “Brezza, ci sei? Dove ci porti ora?” aveva chiesto Lucia.

“Sono sempre qui” aveva confermato la brezza, “conosco il tuo desiderio, fidati di me.”

Così li aveva portati in riva al mare. Lucia non lo aveva mai visto: una distesa luccicante sotto il sole mattutino. Le onde discrete sembravano cullare pesci bambini. Poi si fecero vivaci e spumeggianti,  ricamando il mare con arabeschi eleganti, prima di sciogliersi sulla sabbia.

“Calma ragazze, non fate le birichine” aveva sussurrato la brezza.

“Vogliamo anche noi salire sulla mongolfiera! Cosa si vede da lassù?” avevano replicato le onde.

“No, ragazze” aveva escluso la brezza. “E’ vero che siete prodotte da vento, temperatura dell’acqua e dell’aria o correnti marine… Ma farvi un giro in mongolfiera è davvero troppo…”

“Uffa!” risposero in coro le onde. 

Ma subito Lucia aveva chiesto:

“E’ bellissimo il mare. Come è nato?”

Un gabbiano planato sul margine del cesto della mongolfiera rispose:

“Salve, sono Germano maestro gabbiano. Ma faccio anche la guida turistica. Mi raccontava mio nonno che  miliardi di anni fa la Terra si è raffreddata  e ha cominciato a piovere. L’acqua ha riempito gli avvallamenti che c’erano sul pianeta e si sono formati i mari, che sono salati perché la pioggia scorre sulle rocce e si porta via i sali minerali che ci sono lì. Io, nel mio mare ci sto bene. Ma c’è un problema: molti di noi abitanti del mare trovano  plastica e altre sostanze pericolose per la nostra salute.”

 “E’ vero. Gli uomini buttano roba che inquina e non so se noi bambini potremo vederlo pulito quando saremo grandi” aveva precisato dispiaciuto Carlo.

“Guardate laggiù sulla spiaggia!” aveva garrito il gabbiano.

Sulla spiaggia c’erano una nuvola di bambine e bambini muniti di sacchi, guanti e pinze. Erano intenti, con i loro maestri, a raccogliere i rifiuti che il mare aveva scaricato e che si sarebbe ripreso con l’alta marea.

I bambini  difendono volentieri la natura, aveva pensato Lucia, che li avrebbe volentieri aiutati. 

Ma ora dove li stava portando  la brezza?


Pubblicato da Annamaria Gatti

 

 

 

domenica 5 ottobre 2025

DONI A SAPERLI VEDERE 3: LA PIOGGIA

Accompagnata dalla poetica illustrazione di Eleonora Moretti, vi racconto.

Storia di Annamaria Gatti

Fonte CITTA' NUOVA marzo 2023

PIOGGIA

La principessa Lucia si faceva delle domande. “…E dopo aver scoperto il dono delle nuvole e del vento, cosa mi riserverà questa nuova favola?” si chiedeva, mentre la mongolfiera e la brezza la trasportava con l’ amico Carlo, sfiorando le nuvole. 

Ma ecco all’improvviso uno scossone e la luce farsi debole.

“Ehi, brezza, che succede? La mongolfiera è in pericolo?” aveva scandito Carlo, un po’ agitato. Era il momento per Lucia di fare squadra: gli amici si vedono nel momento di bisogno, quindi si fece passare la paura e fece attenzione. 

Cose luminose come diamanti presero a scivolare giù per la mongolfiera e poi sui loro capelli e sugli abiti. “Oh bella, piove. Fine del viaggio” aveva sospirato Carlo deluso. “Ma nooooo! Guarda!” suggerì la mongolfiera.

“Ma no…” ripetè una cosetta appollaiata sul pallone, “dai, goditi questa pioggia leggera. Sono una goccia e, con tantissime sorelline, sono venuta per aiutare le piante e gli animali assetati, dopo tanta calura.”

“Ma tu da dove vieni?” aveva chiesto curiosa Lucia. “Dalla mia nuvola, eravamo miliardi lassù, evaporate dall’acqua presente sulla Terra, dagli Oceani… a cui tornerò, cadendo nei laghi, nei fiumi, nelle falde sotto terra, per poi tornare con la mia danza senza fine”. E Carlo aveva precisato: “ E’ il ciclo dell’acqua quindi…”

“Bravo!” aveva replicato la gocciolona cadendo sul suo ciuffo biondissimo che, piombato sugli occhi del bambino, aveva fatto scoppiare Lucia in una fragorosa risata e in un saluto pieno di poesia:

“Amica pioggia, sorellina acqua, bene prezioso, sei il nostro gioiello!”

"Ma dove erano tutti gli altri bambine e bambini in questo momento?"  si chiedeva Lucia. 

Fu allora che avevano dato una occhiata sulla Terra e una lunga scia di ombrelli colorati stava accompagnando bambini e bambine con alti stivali, a saltare nelle pozzanghere e a far festa con alberi e animaletti, finalmente! 

Poi era accaduto: un raggio di sole si era infiltrato fra le nuvole e la magia aveva avvolto la mongolfiera. Un arcobaleno aveva salutato Lucia e Carlo con il vocione da tenore, una voce importante: 

“Saluti a voi piccoli amici. Le nuvole e il vento mi hanno suggerito di raggiungervi: visto che magnificenza? Così non vi lamenterete più se piove!”

Gli occhi dei due bambini non potevano staccarsi da quello spettacolo. 

Anche i bambini laggiù, chiusi gli ombrelli, stavano tutti con il naso all’insù. 

Ed era una meraviglia.



 


mercoledì 1 ottobre 2025

Frasi da dire e da non dire nelle relazioni scuola- famiglia. Un libro "Io amo la scuola"

 

L'editrice la meridiana propone un interessante "carosello" di alcune frasi che qualificano o possono  squalificare  l'alleanza scuola-famiglia, una delle garanzie per una serena e proficua collaborazione in favore di bambini e  ragazzi. E' un contributo dal capitolo dedicato alle relazioni scuola- famiglia del libro "IO AMO LA SCUOLA" . 

Per esempio frasi da dire e da non dire che vengono commentate

"Insieme ci riuscremo"  

"I genitori non devono intromettersi"

"Non ci spaventano le difficoltà"

"Dimenticate di tutto: ora esiste solo la scuola"

Ai link riportati la possibilità di accedere a queste frasi e di proporne altre...

https://www.facebook.com/lameridianaedizioni/posts/pfbid02CH9qT7EnJKxqh2YsCZHA52gmr27aSvv6FbdxzxxENivhTacySN4V6q3ouvnJG46el

https://www.instagram.com/p/DPEpu7SggjN/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA%3D%3D

www.lameridiana.it/io-amo-la-scuola.html

Al link dell'editrice la possibilità di aapprofondire la tematica specifica e acquistare un libro che continua ad essere un punto di riferimento agile, concreto, ricco di stimoli e di indicazioni sperimentate e per ogni capitolo e tema un'esperienza di vita a scuola: quella della maestra Laura, uguale un po' a tutti/e i docenti con le loro perplessità, le loro fatiche e il loro entusiasmo, da ritrovare se perduto lungo percorsi difficili... 

Buona scuola, da amare!

"Sono passate due settimane dal primo suono della campanella di questo nuovo anno scolastico. Probabilmente non si è ancora presentata l'occasione di conoscere tutti i genitori dei nostri nuovi alunni e alunne; conosciamo già bene, invece, i genitori di chi accompagniamo già da qualche anno.

🫂Il rapporto con i genitori va coltivato, protetto e alimentato per condividerne le scelte, così come va limitato nelle intrusioni con motivazioni adeguate e convincenti sulle scelte pedagogiche e didattiche.

Ecco allora in questo carosello alcune frasi, tratte dal libro "𝑰𝒐 𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂. 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒊𝒏𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒓 𝒃𝒆𝒏𝒆 𝒊𝒏 𝒄𝒍𝒂𝒔𝒔𝒆" di Annamaria Gatti e Annamaria Giarolo, da dire e da non dire, per instaurare una buona relazione con i genitori dei propri alunni e alunne.

🔸Quali altre frasi vi vengono in mente? Scrivetecelo nei commenti!

🔖 "𝑰𝒐 𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂" raccoglie, esemplifica e approfondisce 10 problemi che ogni docente, nel suo lavoro quotidiano, può incontrare e concrete indicazioni metodologiche di lavoro e intervento. È disponibile sul nostro sito: 

www.lameridiana.it/io-amo-la-scuola.html


pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

sabato 27 settembre 2025

Piccoli pacifisti crescono e costruiscono la flottiglia per la pace


                                 

E oggi l'intenzione di parlare di pace si rafforza all'evidenza dei fatti di cronaca. E la scuola assume un ruolo fondamentale, come quello delle famiglie in cui crescono e respirano cosa significhi essere umani e rispettare le vita degli altri. Di tutti gli altri.

Si raccolgono e diffondono esperienze di educazione alla pace in molti istituti scolastici, proposte che trovano terreno fertile e comprensione. Sappiamo quanto giochi la capacità empatica nei bambini e la facilità di avviare percorsi virtuosi.

Oggi proponiamo un'altra semplice esperienza che ha trovato però un' accoglienza notevole in molte classi e la richiesta, come nell'informazione qui riportata, anche da altri Paesi, che  non si ferma alla difesa della pace solo nella desolata Palestina, i cui colori sono riproposti nelle barchette da costruire, ma un invito alla pace globale accanto a noi e ovunque nel mondo, dove purtroppo tanti sono gli scenari di guerra.

Ecco la breve presentazione di chi ha  sperimentato una "flottiglia della pace" nella propria classe (scuola primaria), un momento "alto" e impegnato,  in cui riconoscere consapevolemente attraverso la ricerca, il dialogo, la conoscenza, gli scogli per curare e custodire la pace, il faro, i punti di riferimento a cui fare guardare per non perdersi e la meta a cui arrivare tassativamente... insieme.

"Ciao a tutti  una mia amica Eleonora Masneri e Andrea Mutti, grafici, hanno fatto alcuni schemi di barchette e nel giro di pochi giorni hanno avuto richieste del link da varie parti del mondo per laboratori con i bambini . Quindi una flottiglia per bambini internazionale… e questo è bellissimo. Mi ha chiesto di passarle anche a voi e io lo faccio volentieri...

I modelli sono da stampare su fogli di carta A4, ritagliare e piegare stile origami. Noi, in una classe quinta primaria,  prendendo spunto da un’attività già avviata, abbiamo preparato un cartellone per l’accoglienza.

È un’attività semplice: i bambini costruiscono e decorano una barchetta che li rappresenta e scrivono uno slogan sulla propria bandiera. Scrivono poi quali possono essere

gli ostacoli ( scogli),

i punti di riferimento ( faro)

e i traguardi ( isola)

che possono incontrare durante il loro viaggio.

Io e la mia collega abbia fatto le due imbarcazioni della Global Sumud flottiglia che sono state colpite.

Abbiamo parlato della missione umanitaria del viaggio e dei diritti umani che sono il faro. Oggi abbiamo iniziato ma “work in progress”  e  speriamo di arricchire di contenuti nei prossimi giorni …"

Grazie all'insegnante Cinzia per il contributo.


Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it


martedì 23 settembre 2025

Piccoli pacifisti crescono



Riprendiamo un articolo, di quelli che potrrebbero sembrare piccoli di fronte al grande mare del male che opprime i nostri giorni. Eppure è proprio per questa tenace forza della testimonianza che possiamo donare a tutti, e ai bambini in particolare,  ciò che di più importante abbiamo: la continua lotta per la pace, per il rispetto di ogni uomo. E per questo occorrono tantissime gocce di impegno, di coerenza. Lo hanno fatto in Trentino, per esempio, come in altre scuole italiane in questo inizio burrascoso e per nulla sereno. 

Abbiamo chiesto di dare visibiltà a questa esperienza e pubblichiamo l'articolo di Umberto Caldonazzi, apparso su L'Adige il 19 settembre. 

PACE, I BAMBINI CI METTONO LA FACCIA

La scuola rinnova l'impegno per un mondo migliore

 

CIVEZZANO – Andando in visita alla scuola primaria (elementare) di Civezzano, invitati a documentare e, eventualmente, dare risalto alle gioiose fatiche promosse dal centinaio di scolari nel proporre e promuovere «La pace comincia da me e noi ci mettiamo la faccia!», ricordiamo con piacere e ammirazione, come gli stessi alunni – assieme ai più grandicelli della secondaria (medie) e gli altri plessi dell’Istituto comprensivo di Civezzano, giusto qualche mese addietro – coronando la chiusura dell’anno scolastico 2023-’24, nel mese di giugno – avevano a esibire l’entusiasmo con il quale avevano organizzato la «Corsa contro la fame» che aveva prodotto la raccolta di 16.760 euro. Somma che, attraverso «Azione contro la fame» andava in beneficio a salvare la vita di 599 bambini malnutriti del Bangladesch.

Ebbene, sempre protesi a abbracciare manifestazioni solidali, questi bambini della scuola primaria «Giovan Battista Borsieri», in accordo con i loro docenti, questa volta hanno inteso inaugurare il nuovo anno scolastico con l’impegno – l’altro pomeriggio a pochi giorni dall’inizio delle lezioni – nel proporre la «Festa dell’Accoglienza e della Pace».

Aiutati dai vigili del fuoco volontari di Civezzano che hanno issato su un lato perimetrale della scuola il grande pannello «La pace comincia da me» - peraltro realizzato dal vicecomandante Lorenzo Puel – ogni ragazzina e ragazzino ha disegnato il proprio ritratto. Tutti fissati su un grande foglio di carta bianca. «La faccia» che ognuno ci mette a ribadire l’impegno quotidiano per il perseguimento della Pace e suo mantenimento. 

E, «noi ci mettiamo la faccia» hanno fatto altrettanto i docenti, a cominciare dalla dirigente Venera Munafò. Tutti coordinati dalla docente Valentina Loss. Pure gli amministratori comunali accorsi ammirati, dal sindaco Paolo Betti agli assessori Antonella Zucchelli e Paolo Zordan, fino alla presidente del consiglio comunale, Roberta Caresia. Ognuno a plaudire i bambini per la «bella iniziativa», con lo sprone nell’impegno per la pace e il rispetto per noi stessi, per i nostri simili e per l’ambiente. «Anche noi, per la pace ci mettiamo la faccia!» hanno concluso tutti in coro.


pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

illustr. di G.V.

domenica 21 settembre 2025

Favola - DONI A SAPERLI VEDERE 2: MONGOLFIERA




di Annamaria Gatti                       illustrazione di Eleonora Moretti 

Fonte: Città Nuova, Gennaio 2023


E se in questo settembre 2025 carico di drammi non raccontiamo, come seminiamo speranza

La principessa Lucia solcava il cielo sulle amiche 

nuvole, alla ricerca di compagni di gioco:

 avrebbe davvero incontrato altre  bambine e altri bambini in quel viaggio straordinario?

Immersa nel suoi pensieri  si guardava attorno ammirata. Il cielo era limpido e un vento

 buono si divertiva a spingerla di qui e di là, ma di bambini  non ne vedeva proprio!

Quando ad un tratto ecco una ventata scuote la nuvola-poltrona di Lucia e fa tremare tutto.

FSSSSSSSCCCCCCC…

“Aggrappati a me” la invita la nuvola “non avere paura, succede sempre quando passa un

 aereo o… OPS! UNA MONGOLFIERA!???”

La nuvola è in subbuglio, è la prima volta che le capita un incontro così speciale. “Uahu,

 che bella!” esclama.

Un grandissimo pallone variopinto sta salendo su…su, nel cielo, ed ora si ferma  proprio

 accanto a Lucia, che guarda giù e, dentro al cesto, sotto la grande palla gonfia di aria, vede

 un bambino.

“Ciao, io sono Carlo e questo è il mio pallone aerostatico.”

“Io sono Lucia e tu voli con il tuo strano… aerocosa?”

“Si dice aerostatico…” precisa la mongolfiera.

“Sarà strano il mio pallone, ma più bizzarro è vedere che voli su una nuvola!” sorride Carlo,

 poi aggiunge “scusami,  devo far funzionare il bruciatore, perché entrino aria calda e gas

 nella mia mongolfiera e farmi così trasportare dal vento.”

“Il vento ti ha portato qui, allora…”

“Sì e non capisco come, visto che avrebbe dovuto soffiare a ovest.”

Si scuote  il vento birichino e spiega: “Volevi trovare un compagno di viaggio? Ecco Carlo,

 hai trovato Lucia che cercava un amico.”

I due bambini sono increduli: nuvole e vento parlano quindi! E li hanno fatti incontrare per

 fare amicizia.

“Ma tu chi sei,  maestrale, bora o tramontana?” chiede curioso Carlo, che sapeva molte cose

 dei venti.

“Chiamami brezza, vengo dal mare.”

“Lucia,  salta nella mia navicella, porterò  te e Carlo a fare un giretto, finché la brezza ci

 accompagna” sussurra la mongolfiera.

Carlo osserva: “Lo sapevo che in due è più divertente!”

“Ciao nuvola, ci vediamo presto” promette Lucia, “chissà cosa scoprirò in questo viaggio.”

“Quante sorprese ti aspettano principessa Lucia” aggiunge la nuvola.

OHHHHHHHH! Partiamo!” 

E la mongolfiera riprende il suo viaggio sospinta dal vento. 

mercoledì 17 settembre 2025

Favola - DONI A SAPERLI VEDERE primo appuntamento: NUVOLE



Fonte Città Nuova novembre 2022

Perchè abbiamo bisogno di guardare in alto, in questo tempo difficile, per poi vivere di gentilezza i nostri giorni con i nostri bambini. Buon settembre 2025

 NUVOLE

di Annamaria Gatti                                   illustrazione di Eleonora Moretti

C’era una volta una piccola principessa che si chiamava Lucia e  viveva in un castello. Il castello era bellissimo sì, con tante torri merlate, ma lei era triste.

Perché la principessa Lucia era triste? Indovinate…

Perché era sempre sola e invece avrebbe voluto giocare con altri bambini e altre bambine. Dalla finestra della sua camera spaziosa e ricca di giocattoli poteva solo vedere il cielo azzurro e ricco di nuvole.

Anche quel giorno lo guardava intensamente, le nuvole se ne accorsero e capirono.

“Ciao principessa Lucia, come sei triste oggi!” osservò una nuvola ricciolina, un cirro che vagava in compagnia di altre sorelle.

“Vorrei giocare con qualcuno, voi potete farlo con il vento e potete vedere la terra” replicò Lucia che si sorprese e pensava:  come era successo che potesse capire il linguaggio delle nuvole?

“I bambini possono fare molte cose, per esempio possono parlare con le nuvole” spiegò un’altra nuvola che sembrava una torta alla panna, tanto era gonfia e tonda.

“Perché?” chiese Lucia, che avrebbe tanto voluto tuffarsi in quel mare candido.

“Perché hanno il cuore buono” sentì rispondere dall’alto. Guardò su e vide una nuvola scendere e avvicinarsi alla finestra: sembrava un prato disteso.

“Vieni, ti portiamo noi a vedere quanto è bella la terra da quassù. Non temere siamo leggere, ma forti, puoi camminare sul mio manto.”

“ E puoi sederti qui. Ho preparato per te una soffice poltroncina” ammise la nuvola tonda che sembrava un cumulo di cotone o di zucchero filato. Con un salto la bimba salì, prima fece una corsa e poi si tuffò in tutto quel bianco.  E guardò giù! Gli occhi le brillavano. Era così emozionante stare in braccio alle nuvole.

Ma… dov’erano gli altri bambini?

“Fidati di noi, quel che desideri accadrà” sussurrò la nuvola ricciolina.

Lucia era proprio curiosa: avrebbe davvero incontrato altre  bambine in quel viaggio straordinario?

sabato 13 settembre 2025

Un minuto di silenzio nelle scuole, per il genocidio di Gaza, ma non solo il primo giorno di scuola.

 


                                  UN MINUTO  MAGARI SETTIMANALE ...

per far esprimere un pensiero che costruisca la pace nelle nostre aule. Ma anche un'attenzione maggiore a tutte le istanze che fanno della vita una espressione di pace, un percorso che permetta agli studenti di sperimentare concretamente come si vive la pace e perchè è l'unica scelta possibile.

C'è molta ansia nei vissuti dei bambini e dei ragazzi. Parlarne e fare gesti concreti di solidarietà li aiuterebbe.

La seguente proposta ha trovato notevole accoglienza da parte di insegnanti, istituti... ma perchè relegarla al giorno di inizio della scuola? La possibilità di estendere il minuto di silenzio con una frequenza maggiore e accompagnata da iniziative che potrebbero dare frutti significativi.

Proposta per le scuole: Un minuto di silenzio (perché solo per il primo giorno di scuola?) per Gaza e la Palestina

La Scuola per la pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università invitano docenti e studenti a osservare un minuto di silenzio per Gaza e per la Palestina il primo giorno di scuola. I docenti possono farlo in classe, gli studenti possono farlo, anche autonomamente, in classe, nell’intervallo, nei corridoi, nei cortili, le famiglie possono chiedere di farlo a docenti e DS.

Un minuto di silenzio

Un minuto di silenzio per ricordare le migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non andranno mai più a scuola, perchè colpiti* da micidiali ordigni di morte.

Un minuto di silenzio per essere vicin* alle migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non possono andare a scuola, perché scuole e università sono state distrutte e loro stanno vivendo sotto continua minaccia di bombardamenti e aggressioni.

Un minuto di silenzio per riconoscere che lo scolasticidio in Palestina è strumento deliberato del genocidio di Israele che annienta sistematicamente corpi e culture.

Un minuto di silenzio per solidarizzare con coloro che resistono e che continuano a voler insegnare e studiare in condizioni inimmaginabili.

“Bombardamenti continui, fame, restrizioni all’accesso a internet, elettricità instabile e gli orrori quotidiani del genocidio non hanno spezzato la nostra volontà. Siamo ancora qui, continuiamo a insegnare e siamo ancora impegnati per il futuro dell’istruzione a Gaza”.

Lettera aperta dei rettori delle università di Gaza, 5 agosto 2025.

Chiediamo a coloro che osserveranno il minuto di silenzio di volercelo comunicare al seguente link: https://forms.gle/LeoH2xHunYxMXjUm8

Lo scolasticidio strumento del genocidio

Da ormai quasi due anni assistiamo impotenti allo sterminio sistematico che si sta compiendo a Gaza, dove la popolazione civile ha subito inerme la distruzione del proprio ambiente di vita, con un’immane strage, stimata in circa 300.000 persone uccise e che, per i sopravvissuti, ha significato la perdita di amici e parenti, quando non la distruzione di intere famiglie. Continui sfollamenti, continui bombardamenti, senza cibo, senza acqua, senza cure mediche, in condizioni di vita insostenibili. E in Cisgiordania le violenze dei coloni, l’espropriazione di terre e di case, la distruzione di olivi e coltivazioni, gli arresti e le detenzioni ingiustificate. Come docenti siamo poi dolorosamente consapevoli dello scolasticidio che ha portato, secondo diverse fonti, alla distruzione o danneggiamento di circa il 90% delle scuole di Gaza e alla demolizione di tutte le università della regione, cioè alla cancellazione del sistema educativo palestinese. Un’intera generazione di studenti, oltre 600.00 bambine/i e ragazze/i, è privata del diritto umano all’istruzione. Biblioteche, musei, archivi, librerie, moschee, edifici storici sono ridotti in macerie, disintegrando le tracce di una storia millenaria.

Già nel maggio 2024 la distruzione deliberata del sistema educativo palestinese per “erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società” e al contempo la volontà di non lasciare la propria terra e di non “permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi” erano stati manifestati nella Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo.

Il 5 agosto 2025 i rettori delle università di Gaza si sono rivolti nuovamente al mondo per denunciare lo scolasticidio, un “tentativo sistematico e deliberato” di distruzione delle   fondamenta culturali “che da tempo rappresentano pilastri di resilienza, speranza e libertà intellettuale in condizioni di occupazione e assedio”. E anche in Cisgiordania gli attacchi continui dei coloni e gli abusi dell’esercito impediscono l’acceso all’istruzione dei bambini palestinesi.

Ma pur in condizioni inimmaginabili le e i palestinesi resistono, continuano a insegnare, a studiare, a produrre cultura con diari, romanzi, poesie, opere artistiche, film, fotografie, danze, attraverso i quali esprimono la loro voce, le loro storie, le loro consapevolezze e la loro dignità.

Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo

Il Manifesto, 2 giugno 2024, https://ilmanifesto.it/lettera-aperta-del-personale-accademico-e-amministrativo-delle-universita-di-gaza-al-mondo

Lettera aperta dei rettori delle Università di Gaza, 5 agosto 2025:

https://www.unisi.it/unisilife/notizie/lettera-aperta-dei-rettori-delle-universita-di-gaza

Scolasticidio: la guerra di Israele alla conoscenza a Gaza, di Renee Davis, 20 maggio 2025

https://pagineesteri.it/2025/05/20/medioriente/scolasticidio-la-guerra-di-israele-alla-conoscenza-a-gaza/

Scolasticidio nel Masafer Yatta: l’istruzione negata in Palestina

Documentario di Operazione Colomba, marzo 2025, 6 minuti

https://www.operazionecolomba.it/palestina/3944-scolasticidio-nel-masafer-yatta-l-istruzione-negata-in-palestina.html

 

venerdì 12 settembre 2025

CNDDU: “Portare nelle scuole italiane la lezione di Pizzaballa su pace e responsabilità”


“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende rilanciare con profonda convinzione le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, pronunciate in questi giorni drammatici per la Terra Santa”: è quanto si legge in una nota diffusa dal CNDDU.

“Con realismo – prosegue il testo – il Patriarca ha ricordato che il male continuerà ad agire nella storia e che, anche quando le guerre si spengono, le ferite e il desiderio di vendetta non cessano di abitare i cuori. Ma ha aggiunto un messaggio essenziale: il drago non avrà l’ultima parola”.

“Questa affermazione – spiega il Presidente Romano Pesavento – non è soltanto teologica: è un invito civile ed educativo che interpella in modo diretto i giovani. Significa che la storia non è consegnata in maniera definitiva alle forze oscure della violenza, ma che esiste sempre uno spazio per la libertà, per il bene, per la costruzione della pace. Ed è proprio qui che la scuola diventa decisiva.

La scuola, infatti, è il luogo in cui gli studenti possono imparare a riconoscere le dinamiche del male non nei racconti lontani, ma nella vita di tutti i giorni: nei linguaggi d’odio, nell’esclusione dell’altro, nell’indifferenza che spegne l’empatia. È anche il laboratorio in cui si coltiva il coraggio di “custodire semi di vita”, come invita Pizzaballa, e di scegliere responsabilmente il dialogo, la solidarietà, la ricerca della verità.

Per i giovani italiani, il messaggio del Patriarca è un monito prezioso: non siate spettatori passivi del dolore del mondo, ma protagonisti di un cambiamento che parte dal cuore. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, la vera rivoluzione è quella interiore, capace di trasformare la paura in responsabilità e l’indifferenza in impegno.

Come docenti, sappiamo che educare alla pace non significa evitare i conflitti o edulcorare la realtà, ma insegnare a viverli con consapevolezza, riconoscendo che ogni vita ha dignità e che nessuna violenza può cancellare il valore della speranza.

Il sangue degli innocenti, ha ricordato Pizzaballa, “non è dimenticato”. Portare questa – conclude il professor Pesavento – consapevolezza tra i banchi di scuola significa rendere gli studenti custodi di memoria e al tempo stesso costruttori di futuro”.

Il CNDDU invita quindi i colleghi a far risuonare in classe queste parole come stimolo educativo: non come discorso astratto, ma come esperienza viva di responsabilità, che riguarda la comunità globale e ogni singolo gesto quotidiano.

“Il cuore che cambia – si legge nella nota – non è un’immagine poetica, ma il primo passo di una cittadinanza consapevole e solidale. È il compito più urgente della scuola di oggi”.

https://gazzettadiplomatica.it/cnddu-portare-nelle-scuole-italiane-la-lezione-di-pizzaballa-su-pace-e-responsabilita/ 

giovedì 11 settembre 2025

A scuola non si può far finta di nulla: un documento da condividere per il rispetto dei diritti umani in Palestina


                                                      Francesca Albanese

I fatti precipitano, la scuola è appena iniziata, segnalo uno degli atti di condivisione attuati nella scuola: 

“DOCENTI, EDUCATRICI, EDUCATORI PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IN PALESTINA”

Siamo educatori ed educatrici, insegnanti, professioniste/i dell’educazione e della cura che lavorano in vari istituti scolastici di ogni ordine e grado.

In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico ci siamo incontrati per condividere un sentire che ci accomuna rispetto alla tragedia che si sta consumando in Palestina.

A breve la scuola riprenderà e non possiamo immaginarci di iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti o alle prime riunioni, come di routine, di ritrovare i nostri alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini e i ragazzi del mondo, senza pensare ai bambini e alle bambine di Gaza.

Ci sentiamo angosciati, sgomenti e impotenti di fronte a quanto sta accadendo in Palestina, con la complicità del mondo occidentale.

Non possiamo più fare finta di niente, non è possibile.

Pensiamo che il mondo della scuola e dell’educazione debba mobilitarsi per affermare con forza il proprio dissenso, prendere posizione, scioperare per opporsi al genocidio in atto, alzare la voce; è urgente farci sentire dal nostro Governo e dal nostro Parlamento per cercare di difendere, proteggere, salvare la popolazione, le bambine e i bambini di Gaza.

Noi ci occupiamo di bambine/i, di ragazze/i, cerchiamo di trasmettere loro valori e speranze, il nostro mestiere è la cura: come possiamo dedicarci a tutto ciò sapendo che ci sono famiglie, bambini e bambine che vengono intenzionalmente uccisi, lasciati morire di fame e di sete? Sapendo che il nostro Paese, che l’8 giugno 2025 ha rinnovato il Memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare e della difesa con Israele (violando la Costituzione e il diritto internazionale), è complice di simili atrocità?

Abbiamo quindi deciso di costituirci come gruppo “Docenti, educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”.

Ci rivolgiamo anzitutto al Parlamento e al Governo italiano affinché condannino con fermezza i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano, ne chiedano l’immediata cessazione e pretendano la riapertura di tutti i valichi per poter fornire assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile.

Chiediamo:

che il Governo Italiano cessi immediatamente l’invio di armi verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con il governo israeliano. La Costituzione italiana ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e la legge 185/1990 vieta il commercio di armi con Paesi in guerra o che violano il diritto internazionale. La vendita di armi a Israele, pertanto, deve essere immediatamente arrestata.

che il governo italiano assuma una posizione di ferma condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal governo israeliano. È inoltre necessaria una ferma condanna del progetto di costituire la “Grande Israele”.

che il Governo italiano pretenda l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione delle agenzie dell’ONU e delle ONG.

che il Governo italiano sospenda ogni forma di collaborazione politica ed economica con Israele fino a quando non si ponga fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi, garantendo assistenza umanitaria e sicurezza della popolazione civile.

l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto universale e inalienabile, e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

che il nostro Paese si unisca agli altri paesi in sede europea e internazionale per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

che il nostro Governo sostenga l’operato delle istituzioni internazionali deputate a garantire il rispetto del diritto internazionale, anche considerando che l'occupazione dei Territori Palestinesi rappresenta una palese violazione di tale diritto.

Ci rivolgiamo ai sindacati per chiedere che venga proclamato al più presto uno sciopero generale unitario della scuola per denunciare il genocidio in corso e per l’ottenimento di tutti i punti sopra elencati.

Invitiamo tutto il mondo della scuola e dell’educazione a organizzarsi con urgenza per costruire azioni e mobilitazioni efficaci e congiunte, che coinvolgano gli studenti e le famiglie, per affermare con forza che la scuola italiana esige il rispetto dei diritti umani, sempre e per tutti, anche in Palestina.

Chiediamo al MIM di introdurre programmi scolastici sull’educazione alla pace e alla nonviolenza, di promuovere nelle scuole approfondimenti storici sul sionismo e chiarire la differenza tra antisemitismo e antisionismo.

Invitiamo infine l’intero mondo del lavoro e la società civile ad unirsi a noi.

Per gli studenti e le studentesse italiani tra pochi giorni inizierà la scuola, per i loro coetanei palestinesi non sarà così. Non possiamo continuare a tacere, non siamo complici di questo genocidio.

I “Docenti, le educatrici e gli educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina” e i seguenti firmatari appartenenti alla comunità educante.

NB: Compilando e inviando il presente form si presta consenso al trattamento dei dati personali esclusivamente per finalità connesse alla sottoscrizione e pubblicazione del documento. I dati non saranno utilizzati per altri scopi né comunicati a terzi, in conformità al Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).

Prosegue la proposta di adesione al form al link: 

 https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe3Pc6onh4ae5f9OKRNLlP-edE78o4HXsVKbasvbQUae2bFMA/viewform

lunedì 8 settembre 2025

Scuola: e se mettessimo una panchina per chi si sente solo?

 

LA PANCHINA DEGLI AMICI

I cari bambini e ragazzi di Bolzano oggi iniziano la scuola. Ma ormai è prossima l'apertura della scuola ovunque e per questo condivido una semplicissima prassi scolastica, che molti conosceranno e che, anche se si tratta di un semplice escamotage, è segnale di grande attenzione educativa.

Parto dalla narrazione di una mamma (piccole storie) che sui social raccontava: 

"Passeggiando nel cortile della scuola di mio figlio, noto una panchina dipinta di rosso vivo. Ho chiesto a mio figlio: "È l'unico posto dove sedersi qui?" Lui ha risposto: "No, quella è la panchina degli amici. Quando qualcuno si sente solo o non ha nessuno con cui giocare, si siede lì e gli altri bambini gli chiedono di giocare." Oh, incredibile! Gli ho poi detto quanto fosse meraviglioso e gli ho chiesto se l'aveva mai usata. Lui ha detto: "Sì. Quando ero nuovo mi sono seduto lì e qualcuno è venuto a chiedermi di giocare. Mi sono sentito felice. E adesso, quando vedo dei bambini seduti lì, chiedo loro di giocare con me. Lo facciamo tutti."

L'obiettivo di far stare bene qualcuno con questo semplice segno è sicuramente perseguibile ed è direttamente proporzionale alla convinzione di fattibilità che si giocano gli insegnanti che la propongono. 

Ancora una volta non sono le parole a ottenere risultati, ma l'esempio, l'accompagnamento e il coinvolgimento degli adulti. Il saper so-stare. 

Per questo certamente occorre non improvvisare, ma scegliere una minuziosa e lungimirante preparazione e per questo provo a formulare possibili "istruzioni per l'uso", per insegnanti positivi ed empatici, certa che loro, i docenti, sono davvero una miniera di prassi interessanti da condividere: 

  1. raccontate con entusiasmo la faccenda nel vostro team, invitando i colleghi che lo desiderano ad appoggiare questa strategia e soprattutto a migliorarla nell' esecuzione e nella presentazione ai bambini.
  2. Scegliete con loro un angolo dell'aula o del cortile scolastico, del laboratorio, della biblioteca...
  3. Attrezzatelo con una panchina o comunque una seduta a misura di bambini.
  4. Chiedete ai bambini cosa potrebbe servire...
  5. Conducete la conversazione verso lo scopo: chi si sente solo (nuovi arrivi, momento difficile, incomprensioni, desiderio di nuovi amici, voglia di raccontarsi, delusioni scolastiche e dintorni...) può sedersi lì e qualcuno lo vedrà e provvederà!
  6. Non dimenticate di fare periodicamente una verifica (con tutta probabilità arriveranno  suggerimenti intriganti da bambine e bambini)
Ed ecco un altro gioco che ha avuto parecchi seguaci: il gioco dell'amico segreto


Buona avventura per questo anno scolastico. 
Non sarà facile ma insieme si può!
anche per noi adulti...
pubblica Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto da  Visit Lake Iseo

domenica 24 agosto 2025

Una favola di Paolina per l'inizio della scuola: la scuola è come un grande albero


Una favola per scoprire cosa è la scuola? Eccola, sempre simpatica l'orsetta Paolina che dal periodico Città Nuova ha accompagnato per alcuni mesi i bambini a scoprire le cose importanti della vita: superare la paura, collaborare, aiutarsi, abbracciarsi, perdonarsi, donare, sorridere e pensare.

favola di Annamaria Gatti 

                                


illustrazione di Eleonora Moretti

fonte:  Città Nuova settembre 2022 

PAOLINA VA A SCUOLA

Questo è l’ultimo dei nove appuntamenti con Paolina, che ringrazia per averla seguita in tutti questi mesi e aver percorso con lei un cammino di conoscenza e di tenerezza, di fiducia e di speranza.

L’estate stava finendo, ma tutto era ancora di un bel verde brillante. Lo stagno assopito, dormicchiava cullato dalle ninfee e dai fior di loto e dai richiami di Paolina e Sandro, che si rincorrevano fra gli alberi.

“Andremo a scuola fra poco

aveva pensato a voce alta Paolina,  fermandosi di colpo.

E tu sei preoccupata? Io sì. Non so come sia …la scuola”

aveva aggiunto Sandro, fermandosi sotto una quercia maestosa. Tutti e due si erano sdraiati col naso all’insù. Da lì sotto era bello scrutare il cielo azzurro fra le foglie ricamate e le ghiande mature.

“La scuola è come un albero, dice la mamma, ma non so perché,

 comunque gli alberi mi piacciono tanto”

aveva spiegato Paolina.

“Sarebbe bello arrampicarsi e provare come siamo diventati agili

 aveva ammesso l’amico.

Hai ragione. Anche andando a scuola forse si diventa agili. Si impara e si diventa capaci. Chissà cosa si vede se ci si arrampica lassù.”

Detto fatto i due orsetti erano già a metà fusto e si raccontavano tutto quel che riuscivano a scorgere: i prati, i loro abitanti, le alture, le rocce insidiose e altri alberi imponenti. E poi più su, su… le nuvole candide ammassate sull’azzurro, in cumuli maestosi. Ma si sa che gli orsi non hanno una buona vista e bisogna allora impegnarsi di più.

“Se ci fosse la mamma qui a spiegarmi quel che vedo”

aveva sussurrato Paolina pensierosa, mentre Sandro poteva rivelare la sua scoperta.

“Ecco a cosa serve un maestro!

Ti racconta quello che conosce e poi insieme facciamo altre scoperte.”

 Gli piaceva che ci fosse un maestro ad aspettarlo, anche se nella scuola non avrebbe incontrato i fringuelli e i passeri che gli facevano festa  in quel momento tra i rami. Ma avrebbe trovato tanti altri cuccioli che si sarebbero arrampicati con lui.

Allora la scuola è davvero come un albero:

ti fa conoscere quello che non vedi se resti a terra.”

Ora Paolina ha capito che sarà contenta se potrà continuare ad imparare come vanno le cose nella vita osservando, conoscendo, fidandosi di chi le vuole bene e senza avere mai paura.

E’ così che si diventa grandi.

 BUONA SCUOLA  A TUTTI!

gatti54@yahoo.it

martedì 12 agosto 2025

Custodire l'infanzia: un appello "alto", un libro, un'intervista.



                                                 

"Le mille e una infanzia è un libro che nasce dall’ascolto profondo di un adulto verso i bambini, con lo spessore, la limpidezza e la capacità di raccontarsi che hanno."

https://www.cittanuova.it/costruire-la-cultura-dellinfanzia/

Leggere l'intervista di Tamara Pastorelli a Riccardo Bosi, medico e scrittore, è farsi prendere per mano anima e intelligenza per immergersi nel mondo bambino. In un momento terribile come questo, dove piangiamo tantissimi bambini, lontani e vicini a noi, vittime della incomprensibile  malvagità dell'uomo, aiutiamoci a mantenere vive le buone strade. 

Una intervista da non perdere, per sentire che la speranza non muore mai e che nel mìnostro piccolo possiamo fare anche molto. C'è in gioco l'umanità. Nostra e di tutti. 

."..Un’altra idea è quella della ghianda, una intuizione del grande psicoanalista junghiano James Hillman. Ognuno di noi nasce con una propria ghianda – chiamatela vocazione, disegno, carattere – che ogni adulto o genitore dovrebbe custodire e rispettare perché possa diventare un giorno un grande albero, unico e irripetibile. La parola “custodia” è bellissima: che cosa vuol dire? Che è importante proteggerlo ma con tutto il rispetto per l’identità di quel bambino. Porsi alla giusta distanza, lasciandolo libero di sbagliare, provare, ricominciare."

martedì 5 agosto 2025

Tracce di scuola. L'agenda dell'insegnante

 


Ecco una foto molto seriosa.

Cosa sarà? ma è un libro? e di che genere?

Il sottotitolo: un'agenda...

E poi perchè sta in questo blog?

E' una delle ultime pubblicazioni di un' editrice molto conosciuta e che apprezzo perchè crede in quello che pubblica, cerca valori e alternative, novità e coerenza, e dà spazio.

In particolare sono loro grata per aver ospitato alcuni miei lavori con grande apertura,  professionalità e dedizione: sull'affido con "Mirta si fida La famiglia Bottoni: una famiglia che accoglie" con Elisabetta Basili, sulla professionalità dell'insegnare con "Io amo la scuola" con Annamaria Giarolo, sulle emozioni e la conoscenza di sè con la storia ormai nota di  "Uffabaruffa come sei buffa" riscritto e rivisto con i tratti incantevoli di Laura Cortini.

Torniamo all'agenda dell'insegnante.

Non è un libro.

Ma non è neppure solo un'agenda.

Diventa un tuo strumento su cui registrare, appuntare, ricordare...

e farlo con penna o matita...(meglio se colorate).

Ma...

E' ancora qualcosa di più, un po' bussola, un po' quaderno di appunti,  è il desiderio di rassicurare su quanto sia ricca di motivi forti questa professione. E lo fa mettendosi nei panni degli insegnanti,  arricchendo le pagine di una ...agenda, di citazioni raccolte da libri a cui rimanda e  che possono servire a tenere lo sguardo sul faro della motivazione per cui sei lì a scuola, oggi o ci andrai domani... e dopodomani ancora... con quei problemi, quei successi, quei colleghi e quelle famiglie...

Ebbene in quelle pagine ci ritroviamo insieme perchè sono stati ripresi alcuni rimandi dal libro "Io amo la scuola", come il seguente: "Per maturare come insegnanti non basta essere convinti di lavorare bene se non si riflette costantemente su ciò che si è fatto. Si tratta di portare alla luce i vissuti, anche emozionali e di identificarli come parte importante dell'esperienza. Si tratta anche di mantenere vivo il desiderio di cambiare e rinnovare la propria biblioteca professionale..."

Ma non solo, nell'agenda "Tracce di scuola" trovi anche tanti laboratori, approfondimenti e spazi di riflessione per sperimentare nuove strategie e innovare l'attività didattica.

Una agenda che non farà sentire soli, in qualche momento grigio della vita scolastica di un insegnante,  e  che potrebbe diventare un trampolino di lancio per cose nuove da proporre e realizzare,  forse anche un dono.

Ecco il sito dell'editrice  la meridiana dove trovare "Tracce di scuola. L'agenda dell'insegnante"       https://bit.ly/Tracce_agenda2526





martedì 29 luglio 2025

Dalla Summer School interuniversitaria un sogno e una speranza




La sede della Summer School a Ossana


In un video i momenti salienti di un evento che ha coinvolto oltre 50 studenti universitari, attori con docenti e tutor, di una proposta innovativa nel suo genere con "l’obiettivo di rimettere al centro la vocazione educativa come missione personale e professionale, non solo come veicolo di conoscenze". Sono stati guidati in un percorso avvincente che ha integrato lezioni frontali, laboratori creativi, focus group, escursioni e momenti di rielaborazione personale e forti testimonianze. Al centro, la ricerca di un nuovo modello educativo fondato su relazioni autentiche, responsabilità sociale e valori profondamente umani. La metodologia scelta per la Summer School è stata infatti quella del laboratorio che valorizza l’ascolto attivo, il confronto, la condivisione di vissuti ed esperienze.

La Summer School interuniversitaria “Oggi per essere futuro” è stata promossa da Istituto Universitario Sophia (fondato da Chiara Lubich) in collaborazione con Istituto Salesiano di Venezia (Iusve), Cattedra Unesco dell’Università Cattolica di Milano, Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento, Centro Studi Care dell’Università Cattolica di Piacenza, NGO New Humanity in General Consultative Status Onu. C.L.

Nel video prodotto da Telepace una bella sintesi dell'evento.

https://youtu.be/5voZwkRBCu0?si=1TblTCveDdQk-U3Z 

pubblicato da Annamaria Gatti

foto di A.G. e X

domenica 27 luglio 2025

E anche gli insegnanti vanno alla Summer School

                           

Eh sì, c'è chi, fra i docenti, alla chiusura degli impegni scolastici va a scuola in Val di Sole, dal Piemonte alle Marche,  dal Friuli alla Sicilia. Perchè? 

Molte le motivazioni che hanno scandito questo primo appuntamento di una rete, divenuta associazione di recente, e già riferimento di realtà che lavorano nell'ambito della ricerca e della divulgazione didattica e pedagogica.

Ho condiviso alcuni momenti con un gruppo coeso, che ha organizzato negli ultimi anni già altri momenti di formazione. Ne ho assaporato la genuina passione, frutto di cammini tenaci, alla ricerca del meglio per la propria professionalità e, ovviamente, per i propri studenti. Ho ritrovato in ciascuno uno sguardo consapevole rivolto al futuro, al sogno di cui si nutrono per poter fare la differenza, nella ricerca di ciò che serve davvero per costruire attraverso l'educazione un mondo migliore, nonostante tutto.

Ecco il  comunicato conclusivo della giornalista Candela Copparoni che ha curato anche i comunicati della Summer School inter-universitaria,  che si è tenuta parallelamente e con cui sono stati condivisi alcuni eventi nel corso della settimana.

"Nell'educazione un tesoro. L'autorevole impegno in Val di Sole della Rete Insegnanti Italia

Più di trenta insegnanti, provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento in Trentino, Val di Sole (Pellizzano), per realizzare un sogno: una summer school, proprio nei luoghi in cui una straordinaria maestra, Chiara Lubich, nel 1938 ha iniziato a insegnare.

Una settimana di studio in cui far convergere la propria passione educativa sulle vie pedagogiche tracciate da questa educatrice. Una didattica competente e lungimirante in quegli anni difficili alle porte della guerra: attenzione data ad ognuno dei suo alunni, senza lasciare indietro nessuno, testimonianza di vita autentica, richiamo quotidiano al pensare e all'agire per un mondo unito e fraterno.

 

Sulla scia della maestra Chiara Lubich la summer school in Val di Sole ha giorno dopo giorno scandito l'impegno a vivere la relazione educativa come tratto essenziale, ragione portante l'azione educativa stessa, il camminare insieme – insegnanti e studenti –, a tessere una rete efficace d'impegno, talvolta faticosa, per un mondo più unito e fraterno.

“Senza investire oggi nell'educazione non possiamo sperare nel futuro”, “perché l'educazione è la più grande emergenza oggi per la quale occorre investire con più competenza e coraggio” – hanno sottolineato Michele De Beni e Giuseppe Milan dell’Istituto Universitario Sophia. In questo grande impegno “possiamo essere protagonisti del cambiamento illuminando l'animo umano”, ha sottolineato l’insegnante Giovanni Morello, collaboratore della rivista La tecnica della scuola.

Insieme è possibile contribuire a cambiare e migliorare il mondo con la stessa luce negli occhi di Chiara Lubich, maestra coraggiosa tra le montagne della Val di Sole."

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it