sabato 26 ottobre 2024

Favola: Il lupo di Cappuccetto ha un problema

 

Favola di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti
fonte: Città Nuova 

C’era una volta il lupo della storia di Cappuccetto Rosso (fattela raccontare se non la sai!) che zampettava pensieroso al limitare del bosco. Ad un tratto si scontrò con una bambina che prontamente gli chiese, lì su due piedi: 

«Ehilà, dove te ne vai così solitario e triste?!»

«Ah, ho dei problemi. Gironzolo per il bosco perché ho bisogno di pensare a quello che mi capita ogni giorno!»

«Oh bella! E cosa ti succede di così fastidioso?», chiese la bambina incuriosita. 

«Insomma, ogni volta che qualcuno legge quella vecchia storia con la bambina dal cappuccio rosso, beh, ci  credi? Mi sento proprio uno sciocco!».

«Niente di così sciocco... È una storia di fantasia, in fondo...». 

«Già, una storia così strana. Dunque...».

«La so, la so: ti mangi una nonna, prima, e poi divori anche la nipotina che è andata  a trovarla!».

«Appunto, mi sento sciocco perché mi chiedo: come mai una mamma intelligente e di buon cuore, che prepara un cestino succulento per la nonna, manda una bambina così piccola nel bosco da sola?»

«Beh... forse era già abbastanza grande!»

«Ah! E la chiami grande una bambina che segue il consiglio di un lupo? “Prendi il sentiero più corto, arriverai dalla nonna più in fretta!”, le avevo suggerito. E lei, senza fare neppure una piega, prende allegramente quel sentiero, senza chiedersi nulla: ma chi è questo che mi parla? Cosa mi ha detto la mamma?»

«Beh, davvero la cosa è un po’ singolare»

«E poi, possibile che non abbia sospettato nulla questa bambina: la voce profonda della nonna dal letto e quel muso strano... In fondo mi aveva incrociato poco tempo prima. Possibile che mi abbia rivolto quelle dannate domande: che occhi grandi hai nonnina, altro che nonnina! Che orecchie grandi hai! Certo, aveva bisogno di un buon oculista. E poi, francamente, che ci faceva questa vecchietta da sola, in una casetta sperduta nel bosco infestato dai lupi?»

«E ora cosa pensi di fare?», chiese la bambina un po’ intimorita. 

«Niente, spero per loro che i bambini si facciano un po’ più obbedienti e furbi!  E le mamme un po’ più attente!».

Si salutarono. 

La bambina tirò fuori dallo zainetto il suo cappuccio rosso e pensò:

«Ha proprio ragione! Che tonta sono stata! Spero però vada presto dall’oculista anche lui, perché non mi ha riconosciuto, poveretto». 

E tornò in fretta e furia a casa dalla mamma e dalla nonna, che si era da poco trasferita con loro per evitare brutte avventure, viste le intenzioni di certi scrittori di storie per bambini...!


Un prequel esilarante: Cappuccetto Grosso - Recensione

 

Sebastiano Ruiz Mignone
illustrazioni di David Pintor
CAPPUCCETTO GROSSO
I nuovi colori del mondo
Edizioni Città Nuova

Recensione di Annamaria Gatti

Un prequel gustosissimo: narrazione incalzante, convincente e umorismo contagioso, a prova di bambino. 
Anticipare la storia di Cappuccetto Rosso, attraverso i fatti che l'hanno determinata e narrati da un fantomatico lupo cattivo, è stato un geniale  espediente del celebre autore Sebastiano Ruiz Mignone, che aggiunge questo albo al lungo elenco di libri per l'infanzia. 

Anche questo "Cappuccetto Grosso", albo  cartonato e pregiato,  poi meriterebbe un premio, come già altre sue produzioni, anche perchè supportato con maestria da David Pintor, che di mestiere fa l'illustratore, con merito. Lo fa anche con rispetto del testo e certamente in sintonia con l'umorismo di Mignone, e questo non fa che confermare una notevole affinità artistica, segnata da interessi comuni per l'arte, la musica, il teatro...

Cappuccetto, con un enorme mantello rosso con cappuccio incorporato confezionato dalla nonna, è costretto ad attraversare il bosco, fra le risatine e gli sghignazzi di persone e animali. Ma non si perde d'animo, anzi con notevole grinta arriva a catturare col mantellone il lupo denigratore, concludendo così un primo match vittorioso su uno dei lupi del bosco. Il mondo femminile ringrazia! E anche quello maschile presumo.
Ma i lupi in un bosco sono tanti e fra di loro si nasconde la voce narrante, che sembra dare l'appuntamento alla classica storia di Cappuccetto Rosso. 

A mia esperienza sul campo "Cappuccetto Grosso" è piaciuto molto di più della fiaba classica. 
Forse perchè i gesti a rallentatore per catturare il lupastro hanno dato un autentico brivido rosso? 
Forse perchè lo sguardo intrigante di Cappuccetto, vincitrice sul lupo catturato, ci ripaga da tutti gli schiamazzi causati dal ridicolizzare il suo mantello size XXXL? 

Forse perchè (finalmente!) sono rimasti a bocca aperta per la meraviglia gli sghignazzatori di turno a vedere la forza inaspettata di una dolce bambina?

E dopo questo prequel chi si aspetta più che il lupo cattivo riesca davvero a mangiare  Cappuccetto Rosso? 

Pubblica Annamaria Gatti



 


venerdì 25 ottobre 2024

Saper chiedere aiuto, anche questo è diventare saggi! Favola


ENEA CHIEDE AIUTO


Forse che sia la cosa più difficile chiedere aiuto? 
Ripropongo, vista la richiesta, una delle puntate della saga del 
Cavaliere Enea


Fonte: Città Nuova agosto 2020 
Favola di Annamaria Gatti
Illustrazione di Eleonora Moretti

C’era  una volta l’apprendista cavaliere Enea, giovane coraggioso e di gran cuore.
Un giorno il compito dei  futuri cavalieri era un cosetta da nulla: niente draghi o draghetti,  niente mostri o giganti orribili.

 I giovani dovevano  solo liberare il villaggio Felix dal virus DIVOC 91 che uccideva i bambini.
Ora… che volete che sia liberare un villaggio da un virus, per gente abituata a salvare principesse, paesi interi, castelli e regni?

Ma il compito era apparso arduo: chi era partito corazzato e con la spada, chi con la lancia, qualcuno con una terribile balestra… ma tutti erano tornati malconci, perchè il mostriciattolo era invisibile… e affamato di cuori buoni.
“Enea, gli altri non ci sono riusciti e tu cosa pensi di fare?” aveva chiesto il Gran  Maestro Cavaliere.
“Ora ci penso, Maestro,  poi agirò come farebbe un cavaliere.”

Enea si ritirò nelle stanze della torre a est e nel silenzio, pensando e ripensando, con calma, cercò la soluzione: CHIEDERE AIUTO ALLA PERSONA GIUSTA.
 “Gran Maestro, per sconfiggere questo mostro invisibile devo chiedere aiuto al medico cerusico del Regno di Fortebraccio, forse lui potrà indicarmi la soluzione che non trovo.” E partì.

Arrivato finalmente al castello di Fortebraccio dopo un viaggio faticoso, annunciò:  “Sono Enea, giungo a chiedere aiuto al vostro sapiente”.
Il medico arrivò con barbone, cappello stellato e ampio mantello e ascoltò Enea. Poi ordinò:  “Studiamo insieme i miei libroni e troviamo il rimedio a tanto dolore.”  Sul far della sera partirono alla ricerche delle erbe e delle pietre, utili a preparare una pozione di guarigione. Passarono due notti e due giorni nella foresta, senza dormire e senza mangiare.

Enea lottò con un orso e una gigantesca anaconda. Entrò nella grotta delle pietre accecanti e delle stalagmiti velenose, sconfisse le terrificanti volpi volanti, ma alla fine trovò tutto ciò che serviva. E la pozione fu preparata.

Quindi tornò nel suo regno e arrivò a Felix, dove subito andò dalle bambine e  dai bambini,  che presero la pozione-medicina e ascoltarono le sue avventure  a bocca aperta.

“Quale è stata l’avventura più difficile?” gli chiese una bambina affascinata.
“Chiedere aiuto ad altri!” rispose Enea sicuro.
 “Bravo!” osservò il Gran Maestro. “Per essere cavalieri occorre anche saper riconoscere di non poter risolvere tutto e cercare aiuto e poi darsi da fare!”
E questa è un’altra avventura dell’apprendista cavaliere Enea.


pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it

giovedì 24 ottobre 2024

E Hans ha aiutato 62500 bambini... Il riassunto della professoressa Lucangeli.

Niente da fare: incoraggiare ha sempre la meglio sulla turpe abitudine di incolpare un bambino, un ragazzo e gli insegnanti lo sperimentano ogni giorno. Se facciamo nostra questa "scoperta" scientifica, siamo già sulla buona strada per essere ottimi insegnanti. 

Una certezza: formare donne e uomini di pace passa anche attraverso questa scelta grande. 

La ricerca si addentra nel caso e, informa la professoressa Lucangeli in un incontro con una platea di insegnanti suppongo in formazione: 

1 incoraggiamento ottiene più risultati positivi di 89 rimproveri

"... L'alleanza è col bambino contro l'errore non con l'errore contro il bambino, altrimenti siete giudici..."

"...Dovete guardali negli occhi i vostri alunni e incoraggiarli alla fatica e a  vincere la paura di sbagliare, perchè....  altra grande emozione nemica: la colpa. 

Il meccanismo di colpa e di giudizio destrutturano le emozioni positive e diventano un tarlo che toglie il meccanismo di alleanza e di fiducia con gli adulti che si occupano di te...." 


Per ascoltare un breve stacco della prof.ssa Lucangeli a questo link:

https://www.facebook.com/watch/?v=977011760871659&rdid=yYQnQ9cKbGfDgNIQ 

mercoledì 23 ottobre 2024

Denatalita' e speranza: il futuro dipende dalle scelte.


Qualche giorno fa abbiamo appreso che nel 2023 

sono nati 14000 bambini in meno rispetto al 2022. 

L'articolo su Avvenire "NON RASSEGNIAMOCI ALLA DENATALITA': IL FUTURO DIPENDE DA NOI"  è un'analisi sintetica di ciò che stiamo vivendo.

Il dramma che si legge in questa constatazione trova nel commento del professor Alessandro Rosina, docente di Demografia all' Università Cattolica di Milano, una lettura che apre alla speranza, se costringeremo la politica a studiare i suggerimenti autorevoli e a cambiare rotta davvero, pena il crollo strutturale della nostra società.  

L'intervento consultabile al link qui sotto, avverte: 

"Rinunciare a politiche di sostegno alla natalità non lascia le nascite al livello in cui sono ma le porta a crollare ancora di più. Tutti i paesi che sono riusciti a mantenere una natalità non troppo bassa o a farla risalire prevedono una combinazione di sostegno economico e di servizi di conciliazione, oltre che un rafforzamento dei percorsi di autonomia dei giovani."

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-futuro-dipende-da-noi


pubblica Annamaria Gatti

foto da  film Nativity

giovedì 17 ottobre 2024

Favola di Paolina: per crescere ci vuole pazienza

 PAOLINA VOLAVIA
Fonte Città Nuova, Luglio  2022 
favola di Annamaria Gatti
illustrazione di Eleonora Moretti

Paolina e il suo pupazzetto di peluche orsobimbo (“scrivilo con la lettera maiuscola, ormai è diventato un personaggio” mi ha suggerito una bambina) passeggiavano nel prato.

Paolina scrutava le siepi nella mattina estiva. “Dove sarà finito il bruco Smeraldo che ho conosciuto un po’ di giorni fa?” Neppure Orsobimbo lo sapeva, infatti era rimasto zitto zitto.

Poi una voce nasale aveva risposto da un rametto : “Ciao Baolina, sodo qui, sodo sembre io…

Paolina si era voltata di scatto: ma chi aveva parlato? Era la voce del bruco, ma al posto di Smeraldo, con le sei zampette e le ventose sul pancino e che mangiava in continuazione, c’era una strana scatoletta.

Eccobi, da uovo, sodo diventato larva e bruco e priba di trasforbarbi bi sono chiuso in questa crisalide, un astuccio robusto per dorbire bene. E crescere, boi uscirò fuori.”

“Guarda un po’, ogni giorno c’è una sorpresa” pensava Paolina. Anche Orsobimbo osservava che tutti crescono: Paolina, Sandro, la sorellina Gioia, le cinciallegre, i fiori, il vento, le nuvole, la luna… Orsobimbo aveva sorriso nel cuore: lui invece non diventava grande, così poteva stare sempre vicino a Paolina.

Paolina, dopo alcune notti di luna,  era tornata, ma la crisalide era rotta: 

“Chi sei tu?” aveva chiesto a una farfalla multicolore che stava posata lì vicino, sul ramo.

“Sono sempre Smeraldo” disse la farfalla che non aveva più la voce nasale, “ma sono diventato una  farfalla arcobaleno! Vedi?  Ho le ali ancora umide e accartocciate  per fare il mio primo volo.  Devo aspettare che le ali si asciughino. Ohhh, questo sole è provvidenziale, grazie!” E poi era volato via!

Paolina guardò riconoscente il sole: i suoi raggi erano sfolgoranti e come risplendeva il suo amico Smeraldo, diventato farfalla!

 


lunedì 14 ottobre 2024

Benvenuta al mondo: ti regalo un melograno!

 


Cosa spinge a regalare un melograno a una bimba appena nata 
nel giorno di Santo Francesco?
E da un luogo così lontano...
Certamente gratitudine e stupore per la vita, 
che rinnova la sua promessa.
Speranza, che  questo albero amatissimo 
doni i suoi frutti di rubino 
e allieti la Terra e questa bimba così amata.
Per ricordarle che in lei, come in questo giovane fusticello,
sono già contemplati tutti i doni che verranno,
tutte le stagioni e le dolcezze 
che illumineranno i sensi e i pensieri e i battiti del cuore. 
Benvenuta al mondo: abbi cura di te e del piccolo melograno.

Pubblicato da Annamaria Gatti
gatti54@yahoo.it
foto di F.






domenica 13 ottobre 2024

Una vita piena e infinita: Sammy Basso



Non c'è mai stata

nessuna battaglia da combattere,

 C'è solo stata una vita da abbracciare per com'era,

 con le sue difficoltà,

 ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica,

 né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio."

Questo un passo della lettera che Sammy Basso ha lasciato per tutti, tantissimi, che lo hanno conosciuto e per i 5000 presenti alle esequie.

Non l'ho mai incontrato e credo di essermi persa una occasione d'oro per gioire, per emozionarmi, per imparare da un giovane straordinario, che ha amato innanzitutto perchè si è sentito amato.

Colto (coltissimo) e saggio come pochi sanno esserlo, umile e festoso sempre, coraggioso e tenace.

Ha insegnato a tanti, ha lavorato per la ricerca e ha condiviso le pene di tantissimi. Ha incontrato stelle luminose. Ora lo è.

Ora sta a noi conoscerlo meglio, ora che ci ha lasciati. E farlo conoscere ai nostri ragazzi.

E il vescovo di Vicenza: "In lui c'era (ndr: c'è) una forma di santità".

A questo link la lettera. Il suo testamento spirituale. Un programma di vita.

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/sammy-basso-lettera-testamento




pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

foto dal web:  Padova Oggi - Frate Indovino 


martedì 8 ottobre 2024

Piccolo merlo e i girasoli, favola per la resilienza in giorni speciali

Ricominciare ogni giorno, non abbattersi, 
se lo facciamo noi lo faranno anche loro, i bambini. 
E saranno più sereni
Merlo in Girasoli Immagine gratis - Public Domain PicturesPer natura i bambini sono sempre pronti a ricominciare, 
ma questa sicurezza 
gliela dobbiamo far scoprire, sperimentare sempre.
Una favola per parlarne.
Buoni giorni a voi tutti con affetto grande










Piccolo merlo e i girasoli
di Annamaria Gatti, illustrazione di Eleonora Moretti
Fonte:  Città Nuova, febbraio 2018, n°2, anno LXII

I girasoli popolavano il campo immenso, come tanti soldatini allineati, rivolti sempre verso il sole.
Il piccolo merlo dal becco giallo, appena abile al volo, allegramente volava attorno al campo, alla ricerca di qualcosa di interessante da raccontare.

“Ma perché guardi sempre verso il sole, tu girasole, grande e grosso come sei, potresti farti gli affari tuoi senza dar retta sempre al sole! …Che ti costringe a far quello che vuole lui. Guarda me, che volo dove voglio e mi diverto.”
“Piccolo merlo, io volentieri seguo il sole, da lui ho luce per vivere e crescere… per te è diverso e imparerai anche tu cosa vuol da te la vita…”

Da quel giorno piccolo merlo si divertiva a scuotere dal sonno i girasoli e con qualche fischio ben assestato li costringeva a dirigere la corolla altrove, con un po’ di fastidio di tutti i fiori. Quel piccolo uccello li richiamava ad una libertà che non conoscevano, strana.

“Ehilà ragazzi! Guardate che bravo son diventato!”  E sfoderava qualche acrobazia suscitando gli OH! più disparati.
Poi un giorno di fine luglio il cielo si fece cupo e rovinò sul campo chicchi di grandine a ferire le corolle.
Poi l’arcobaleno annunciò che il peggio era passato… ma che disastro!

Tutti i girasoli alzarono la corolla ferita con un solo desiderio: ricominciare… e guardarono verso sud… da dove il sole aveva ripreso a brillare. E conquistarono forza.
Il sole riappariva sempre, era la loro certezza, qualsiasi cosa fosse accaduta!

Poi un fischio doloroso: piccolo merlo svolazzava qua e là smarrito. La tempesta aveva distrutto tutto, anche il suo nido e vagava in cerca di riparo.
“Vieni qui fra noi, piccolo merlo!”  gli gridò un girasole.
Piccolo merlo si fermò e saltellando mesto si accoccolò presso il fiore maestoso pur se ferito.

“Ricominciamo, piccolo merlo, non ci spaventiamo, guardiamo sempre al sole, senza perderlo mai di vista! Qui sta la nostra forza. E non ci sentiamo meno liberi di te che voli senza costrizioni, ma che devi combattere anche tu con quel che la vita ti fa incontrare.”

Piccolo merlo aveva capito,  nascose il becco fra le ali e si addormentò consolato.


E tu, bambino mio, hai il tuo sole a cui guardare sempre per ricominciare?

Pubblicato da Annamaria Gatti
foto da Public Domain Pictures


domenica 6 ottobre 2024

Convegno nazionale dispersione scolastica: intervento conclusivo del Prof. Michele De Beni.


Il maestro Alberto Manzi, una storia speciale di buone pratiche, una eccellenza

5 ottobre: Giornata dell'insegnante 

Una delle professioni più penalizzata fra tante. Eppure quella  che costruisce la qualità una società. L'interesse che si muove attorno ai bambini e all'educazione  dà la dimensione della saggezza di una società e il valore della sua cultura: la nostra società misura se stessa investendo in altro. E' l'ora della massima lucidità e tenacia per veder riconosciuto l'insegnamento per quel che è "UN MAESTRO VALE UN REGNO" ci viene ricordato...

Pubblico, con il suo consenso, l'intervento conclusivo del prof. De Beni al Convegno Nazionale: dispersione scolastica. Dai dati alle buone pratiche, 3 ottobre,  Sala degli Atti Parlamentari, Biblioteca del Senato(vedi post precedente), ricco di convergenze trasversali e di proposte di chiare scelte valoriali e  politiche per la scuola

Ogni fine è un inizio

Alla conclusione di questo incontro rilanciare qualche spunto unitario non è facile. Ma, come affermava Hanna Arendt, “siamo nati per incominciare”. Ogni fine è anche un inizio! Da qui la coscienza che non si cammina bene se non si cammina insieme: come l’etologia insegna, sopravvivono e si sviluppano le specie che sanno collaborare.

C’è un principio d’unità che lega scuola e società, istruzione ed educazione, studenti-insegnanti-genitori; e non può esser tradito da noi adulti per primi. Ciascuno, persona, associazione, partito o movimento, e noi insieme siamo segni che tracciano un cammino. Perché, come ci ricorda il fisico Federico Faggin, “noi tutti siamo parte dell’Uno”. Per questo, vogliamo qui credere che non saremo noi a dichiaraci guerra; e non sarà la scuola tema di scontro, anche se una grande scossa va data, perché la scuola è volàno primario di cultura e ascensione sociale.

Certo, il rischio “dispersione” è maggiore e drammatico in certe aree più deboli della società, ma sono intere generazione giovanili che stiamo perdendo. Per questo, non possiamo esser altrove, assorbiti da burocrazie e particolarismi, ma affrontare con maggior determinazione e mezzi le problematicità che i tanti “in trincea” curano: ferite, povertà, abbandoni, ansie e sfiducia che attraversano la scuola e il mondo giovanile.

 Capitale umano, chi lo alimenta?

Siamo tutti convinti che non c’è cultura senza formazione e scuola: non c’è futuro! È per questo che all’educazione dobbiamo offrire senza alcuna riserva il primo posto che le appartiene di diritto, “anche quando si tratta di effettuare scelte tra altri pur urgenti problemi, come quelli politici, economico-finanziarie”. Non sono parole mie, ma di Jacques Delors. È la strada tracciata lungo la storia dai grandi maestri. E l’incontro con un maestro vero può davvero cambiare la vita. Perchè “l’io nasce da un incontro” e “un maestro vale un regno”. L’incontro con uno sguardo che oggi i giovani cercano, ma non trovano.

Se siamo quello che siamo, con i valori in cui crediamo, è perché c’è chi ha testimoniato con coraggio prima di noi vie di nuova umanità: Socrate, Gesù, Comenio, Giovanni Bosco, John Dewej, Maria Montessori, Lorenzo Milani, Bruno Ciari, Danilo Dolci, Luigi Giussani, Mario Lodi, Chiara Lubich...e tantissimi altri che hanno creduto e oggi credono nell’educazione. Coerenza tra pensiero e azione, tra parola e vita. Una lezione urgente oggi per una società adulta “altrove”. Sì, indichiamo con forza la priorità delle priorità: cercansi maestri. 

Da dove ripartire?

Come si è detto -e sembrerebbe ovvio- se un vero maestro vale un regno bisognerà ben preparare i maestri, una sfida da non improvvisare. Non ci siamo mai chiesti quanto pesa una bassa qualità dell’istruzione sul fenomeno della dispersione e della povertà educativa? Certo, non la sola causa, ma è da qui che si dovrebbe “mordere” di più il problema.

In particolare, la rifondazione:

-della centralità della funzione-docente, della qualità dell’insegnamento e della dirigenza ai suoi vari livelli

-del diritto-dovere degli studenti ad essere costruttori d’apprendimento, che è intrinsecamente legato alla qualità delle relazioni educative e dell’insegnamento.

-del ruolo co-partecipe della comunità  e delle famiglie, sostenute a livello sociale nella loro funzione educativa e, pur nella distinzione di ruoli, nel dialogo con la scuola.

 

Ben consapevoli che non si può metter mano a un singolo pezzo di questo aggrovigliato puzzle e che c'è quasi un sistema che va riformato, proporrei due strategici punti di riflessione, partendo da una premessa: uscire dalla perenne logica chirurgica d’emergenza. Urgente è tutto, ma oggi c’è bisogno di metter mano a un ben delineato Quadro di sistema, non solo con gli specialisti, ma con la società civile.

Come punti nodali prioritari:

-superamento della logica di precariato, rifondazione della formazione iniziale e di reclutamento del personale docente e dirigente (percorsi teorico-pratici, dove il pratico non è relegato o subalterno al teorico)

- formazione continua degli insegnanti e verifica degli effetti sulla prassi educativo-didattica e di sistema (è un tema centrale dell’agenda politica di questi mesi, ma con molte questioni aperte sulle quali occorre maggiormente coinvolgere l’associazionismo professionale, chi opera nelle scuole e nelle università).

-garanzia di confronto interno-esterno della qualità dell’istruzione (forme partecipative, non verticistiche, ben ponderate e comparabili che mentre tutelano la libertà d’insegnamento garantiscano la qualità dell’apprendimento e della valutazione degli studenti).

Un punto focale

Centralità della figura e del ruolo dell’insegnante, quindi. Da troppo tempo la passione, la dignità stessa dell’istruire e dell’educare sono state mortificate. Da qui un grande bisogno di valorizzazione della professionalità degli insegnanti, a cui dovrebbe corrispondere un adeguato riconoscimento economico e sociale, anche se consapevoli che un cambiamento chiede altri importanti investimenti di sviluppo delle professionalità.

Alla fine di questo dialogo mi sembra che le domande da cui dovremmo ripartire insieme: “Perché insegno?”, “Perché faccio politica?”, “Perché vado a scuola?”, “Perché educo?”. In un recente libro è riportata una disarmante quanto coraggiosa risposta di un insegnante a questa domanda: “Perché insegno? Perché ci credo”. Pur nei differenti ruoli politici e associativi, facciamo tra noi un patto: che la scuola e gli insegnanti, le famiglie, i dirigenti, possano esser messi nella miglior condizione di poter credere ancora all’educazione.

giovedì 3 ottobre 2024

CONVEGNO NAZIONALE: DISPERSIONE SCOLASTICA: DAI DATI ALLE BUONE PRATICHE

3 ottobre 2024 Sala degli Atti Parlamentari - Biblioteca del Senato “G. Spadolini” Piazza della Minerva, 38 - Roma 

14.00 – 14.15 Apertura convegno Saluti istituzionali Sen. Antonio De Poli Introduzione Sara Fornaro rivista Città Nuova e Silvio Minnetti Mppu Italia 

14.20 – 14.50 Analisi e proposte del Tavolo delle associazioni (docenti, dirigenti, famiglie, studenti) Paola Bortoletto Andis Adriano Bordignon Forum ass. familiari Francesco Lotito Msac 

15.00 – 15.35 Uno sguardo sui dati sulla dispersione e sulle buone pratiche Raffaela Milano Save the Children Giuseppe Di Fazio Giornalista e scrittore Marco Rossi Doria: Con I Bambini

15.40 -16.00 Risposte della politica On. Irene Manzi Dispersione scolastica e povertà Intergruppo parlamentare educative On. Paola Frassinetti Sottosegretaria Ministero dell’Istruzione e del Merito 

16.05 - 17.00 Dialogo con i presenti 

17.10 Un rinnovato, comune impegno per l’educazione Michele De Beni Istituto universitario Sophia di Loppiano 

17.20 Saluti Argia Albanese Mppu Italia I lavori del convegno saranno trasmessi in diretta streaming al link webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato Italiano  

Su Iniziativa del Senatore Antonio De Poli  E con ... 

Adi, Aimc, Andis, Anp, Cgd, Cidi, Città nuova editrice, Diesse, EdU, Federazione dei Giovani democratici, Fism, Forum nazionale delle Associazioni familiari, Forza Italia giovani, ISACpro-Rete Insegnanti Italia, Mce, Mppu Italia, Msac, Proteo Fare Sapere, Uciim, Istituto universitario Sophia 

Sarà possibile seguire oggi dalle 14: https://webtv.senato.it/webtv 

mercoledì 2 ottobre 2024



NONNI PER SEMPRE

di Annamaria Gatti

Rielaborazione da Città Nuova

Quelli che ci sono sempre quando mamma e papa' hanno problemi di tempo, 

quelli che ti cantavano le ninna-nanne di altri tempi ma che tu te le ricordi ancora, anche se per te sono passati sei anni...

quelli che non sai come fanno a inventarsi delle filastrocche così sul momento,

quelli che ti dicono “questa è  casa tua” e sono contenti quando gliela metti soqquadro un bel po'

quelli che ti capiscono quando combini qualcosa che non va e non ti fanno altre domande,

quelli che se piangi ti prendono fra le braccia e ti fanno il solletico e a te passa tutto gia' cosi',

quelli che se hai un amico lo vogliono conoscere e se l'altro i nonni non ce li ha, diventano nonni anche suoi...

quelli che ti prendono come sei, proprio come sei...

quelli che quando vai a casa loro ti preparano il tuo piatto preferito,

quelli che la sera qualche volta vengono a casa tua e ci stanno, ma poi al mattino non li ritrovi piu' perche' sono tornati mamma e papa' e tu ti chiedi: saranno tornati a casa?

quelli che ti fanno recitare la preghiera all'angelo custode cantando,

quelli che sembrano un po' angeli anche loro, anche se hanno i capelli un po' bianchi e non volano per niente,

quelli che chi non li ha vicini li senti  per telefono, 

quelli che li vorresti avere per farci le vacanze al mare o in montagna,

quelli che se non ci fossero bisognerebbe crearli,

quelli che, anche se mamma e papà non vivono più insieme, non te lo fanno notare e per loro non cambia niente, 

quelli che non li puoi più vedere, ma che li senti vicinissimi ancora più vicini, con il cuore!

Quelli che anche se sei ormai grande, più alto di loro, e vai a tagliare l'erba perchè nonno o nonna non possono. li avvolgi del tuo sorriso e sai che è per loro il tesoro più grande.

Meno male che ci sono i nonni!


Foto da CiaoComo

martedì 1 ottobre 2024

Un libro: Plusdotazione e talento - Cosa fare (e non)- guida rapida per insegnanti

 

Lara Milan

Plusdotazione e talento

Cosa fare (e non)     Guida rapida per insegnanti

Erickson, Trento, 2023

Articolo recensione di Annamaria Gatti

UN GIFTED NON E’ UN PROBLEMA MA UNA RISORSA

Premessa

Un bambino o una bambina plusdotati  sono una risorsa e, visto così, l’approccio diventa una  sfida avvincente e capovolge ogni prospettiva. Questa la riflessione che coinvolge chi ha fra le mani questo volume, prezioso per chi scopre di avere alunni, studenti o figli gifted, o per chi, conoscendo già il mondo dell’alto potenziale, cerca aggiornamenti, rassicurazioni e chiarimenti, ma soprattutto prassi corrette. Il sottotitolo “cosa fare e cosa non fare” stimola l’interesse, ma ci si arriva solo dopo aver conosciuto gli elementi essenziali che caratterizzano questo mondo affascinante e comunque complesso che va a scuola.

Non solo quindi non sono un problema, ma negli anni, prendendo le distanze da una visione solo psicometrica, è stato sottolineato quanto l’aspetto inclusivo dell’approccio e delle prassi per la plusdotazione di alcuni alunni presenti nelle classi, qualifichi la realtà scolastica di tutti e porti benefici, non  solo nella sfera didattica, ma soprattutto nel clima scolastico. Insomma: se sta bene l’alunno plusdotato stanno bene tutti. Anche gli insegnanti.

Sulla copertina si legge: scuola secondaria di primo grado. Ma in effetti il volume è assolutamente  raccomandato per ogni ordine e grado di scuola, anzi, si è sperimentato quanto sia di aiuto già nella scuola primaria. Conoscere è già aver percorso un buon tratto di strada verso la presa in carico corretta dei bambini gifted. Anche i genitori stanno trovando avvincente questo libro e certamente esso contribuisce a creare un’alleanza trasparente fra le due agenzie educative.

L'autrice che accompagna il cammino di chi scopre di convivere con alunni  ad alto potenziale, è quella autorevole della dottoressa Lara Milan, “Specialist in Gifted and Talented Education”, formatasi principalmente in America e in ambito internazionale, fondatrice del SEM Italy, centro di formazione docenti www.semitaly.com

Nota sulla redazione

Ci sono volumi pensati proprio per essere strumenti e la redazione grafica aiuta a individuarne le qualità.  Questo “quaderno” di Teacher Training violetto e scritto perlopiù in corsivo nei suoi titoli e sottotitoli, diventa un compagno di viaggio. Il formato “agenda” con segnalibro ed elastico come le migliori moleskine, è già un buon biglietto da visita. Poi le pagine arrotondate nei bordi e le scelte grafiche redazionali tuffano il lettore e la lettrice nel mondo del giftedness, sostenendoli con numerosi accorgimenti: pur mantenendo pulito e leggibilissimo il font scelto, si serve di sottolineature, evidenziatori, frecce, cerchiature, disegni a bordo testo…  Molti i riferimenti bibliografici che, dato l’argomento, da tempo dibattuto all’estero e la formazione dell’autrice, sono quasi tutti in lingua inglese.

Organizzazione del testo

“Plusdotazione e talento” è scandito in due zone: i bisogni cognitivi e i bisogni socio-emotivi  ed è agevolmente consultabile per temi, argomenti con “appunti” di approfondimento. 

E’ strutturato in 15 capitoli, preceduti da una presentazione e da un’agile introduzione che affronta alcuni aspetti generali della plusdotazione indispensabili per viaggiare. Poi viene presentata in capitoli per temi e punti di debolezza manifestati solitamente in diversa misura  dagli alunni gifted fra cui:

·        si annoia
·        Interrompe la lezione
·        Non fa i compiti
·        Discute su tutto
·        E’ perfezionista
·        E’ sovraeccitabile
·        Ha difficoltà di autoregolazione
·        Presenta sintomi depressivi…

Ogni capitolo è impostato in step:

  • perché fa così?
  •  Cosa fare
  • Cosa non fare
  • Cosa tenere a mente
  • Come intervenire
  •  I consigli dell’esperto

 Gli step si alternano saltuariamente con approfondimenti: i falsi miti e i pregiudizi sulla plusdotazione,  il debate (argomentare-dibattere), i cluster d’approfondimento, contrastare l’underachievement (scarsi risultati), il portfolio complessivo dei talenti…

Qualche flash: i bambini gifted si distinguono per  uno sviluppo asincrono, cioè possiedono abilità cognitive avanzate, ma non ci si può aspettare da loro che controllino, come un ragazzo più grande, le loro emozioni, essi mantengono cioè le abilità sociali relative all’età cronologica. 

E questo costa al bambino e al ragazzo in termini emotivi, per cui è necessario a scuola avere aspettative adeguate all’età e fornire supporto per trovare un equilibrio fra i loro bisogni intellettuali, emotivi e fisici. Una sfida interessante!

E ancora, conosciamo la loro  sovraeccitabilità  che può essere presente in diversa misura e può essere psicomotoria, o sensoriale, intellettuale, immaginativa o emotiva?  Aiutarli a identificare i segnali premonitori di reazioni inadeguate in questi ambiti e a gestirle, evitando di perdere il controllo e di creare disagio per sé e per gli altri, è uno dei compiti di docenti e di genitori, che possono cambiare la qualità di vita dei plusdotati e di chi vive con loro. 

L’autoregolazione e il suo apprendimento è un obiettivo essenziale per la serenità di bambini e ragazzi che devono poter vivere consapevolmente il loro funzionamento,  senza pretese di prestazione e di successo, che possono portare a vissuti dolorosi di ansia, asocialità e fallimento scolastico.

Con il garbo che caratterizza l’autrice, nella conclusione viene proposta una “Carta dei Diritti dei Docenti  degli studenti gifted”, così come inizialmente era stata proposta quella dei bambini gifted di D. Siegle, in cui si elencano giustamente le necessità che i docenti possano trovare tutto il sostegno istituzionale per progredire nella formazione e nel riconoscimento, anche in Italia, dei bisogni dei bambini plusdotati.