lunedì 23 settembre 2024

Pellai e Novara: perchè proporre lo smartphone a tempo debito, poche ma chiare informazioni e raccolta di firme per una petizione


Ormai la petizione per chiedere lo STOP a smartphon e social sotto i 14 e 16 anni si sta diffondendo con autorevoli firme e autorevoli interventi che chiedono di affiancare al "divieto"  interventi informativi ed educativi, che voglionoimprontati alle giuste  responsabilità da parte delle famiglie. 

https://www.change.org/p/stop-smartphone-e-social-sotto-i-16-e-14-anni-ogni-tecnologia-ha-il-suo-giusto-tempo

Ecco perchè segnalo questo momento che vede due illustri e conosciuti esperti, Pellai e Novara, apportare il loro contributo al dibattito. 

Una opportunità per capire ma anche per poterne parlare con i figli.

https://www.youtube.com/live/P2n6bTcR6mA


Pubblicato da Annamaria Gatti

Foto da : Il bambino naturale

martedì 10 settembre 2024

Una favola di Paolina per l'inizio della scuola: la scuola è come un grande albero


Una favola per scoprire cosa è la scuola? Eccola, sempre simpatica l'orsetta Paolina che ha accompagnato per alcuni mesi i bambini a scoprire le cose importanti della vita: superare la paura, collaborare, aiutarsi, abbracciarsi, perdonarsi, donare, sorridere e pensare.

favola di Annamaria Gatti 

                                


illustrazione di Eleonora Moretti

fonte:  Città Nuova settembre 2022 

PAOLINA VA A SCUOLA

Questo è l’ultimo dei nove appuntamenti con Paolina, che ringrazia per averla seguita in tutti questi mesi e aver percorso con lei un cammino di conoscenza e di tenerezza, di fiducia e di speranza.

L’estate stava finendo, ma tutto era ancora di un bel verde brillante. Lo stagno assopito, dormicchiava cullato dalle ninfee e dai fior di loto e dai richiami di Paolina e Sandro, che si rincorrevano fra gli alberi.

“Andremo a scuola fra poco

aveva pensato a voce alta Paolina,  fermandosi di colpo.

E tu sei preoccupata? Io sì. Non so come sia …la scuola”

aveva aggiunto Sandro, fermandosi sotto una quercia maestosa. Tutti e due si erano sdraiati col naso all’insù. Da lì sotto era bello scrutare il cielo azzurro fra le foglie ricamate e le ghiande mature.

“La scuola è come un albero, dice la mamma, ma non so perché,

 comunque gli alberi mi piacciono tanto”

aveva spiegato Paolina.

“Sarebbe bello arrampicarsi e provare come siamo diventati agili

 aveva ammesso l’amico.

Hai ragione. Anche andando a scuola forse si diventa agili. Si impara e si diventa capaci. Chissà cosa si vede se ci si arrampica lassù.”

Detto fatto i due orsetti erano già a metà fusto e si raccontavano tutto quel che riuscivano a scorgere: i prati, i loro abitanti, le alture, le rocce insidiose e altri alberi imponenti. E poi più su, su… le nuvole candide ammassate sull’azzurro, in cumoli maestosi. Ma si sa che gli orsi non hanno una buona vista e bisogna allora impegnarsi di più.

“Se ci fosse la mamma qui a spiegarmi quel che vedo”

aveva sussurrato Paolina pensierosa, mentre Sandro poteva rivelare la sua scoperta.

“Ecco a cosa serve un maestro!

Ti racconta quello che conosce e poi insieme facciamo altre scoperte.”

 Gli piaceva che ci fosse un maestro ad aspettarlo, anche se nella scuola non avrebbe incontrato i fringuelli e i passeri che gli facevano festa  in quel momento tra i rami. Ma avrebbe trovato tanti altri cuccioli che si sarebbero arrampicati con lui.

Allora la scuola è davvero come un albero:

ti fa conoscere quello che non vedi se resti a terra.”

Ora Paolina ha capito che sarà contenta se potrà continuare ad imparare come vanno le cose nella vita osservando, conoscendo, fidandosi di chi le vuole bene e senza avere mai paura.

E’ così che si diventa grandi.

 BUONA SCUOLA  A TUTTI!

gatti54@yahoo.it

sabato 7 settembre 2024

Una bimba in prima classe: " E' bellissimo!!!"

la felicità - illustrazione di Sofia
 

Sono molto felice di aggiornare sulla scuola tedesca di Bolzano, oggetto di qualche dubbio, sorto dalle segnalazioni mediatiche  della formazione di una classe prima "speciale" formata da bambini  che non conoscono bene il tedesco. 

Le classi sono state "ridisegnate" quindi puntando ad una scuola inclusiva e l'anno scolastico è iniziato. 

Ebbene, mi scrivono due genitori, convinti di questa buona scelta, che la loro bambina già emozionata e con grandi aspettative,  ha inziato appunto lì la scuola  e ha commentato così questi giorni: E' BELLISSIMO! 

Allora GRAZIE! a queste insegnanti che sanno fare della scuola un' esperienza così "calda", da suscitare una reazione tanto bella. 

E le nostre scuole sono ricche di insegnanti positivi e di grande professionalità che ringraziamo, perchè ci mostrano come combattere la negatività che aleggia sulla scuola tutta. 

Grazie maestre e maestri BELLISSIMI, perchè sappiamo cosa costano le scelte migliori, ma sappiamo anche che occhi fiduciosi e splendenti di bambini e bambini rassicurati e felici danno vita nuova anche agli insegnanti.

Buon anno scolastico a tutti!


Pubblicato da Annamaria Gatti

martedì 3 settembre 2024

La Scuola va amata. Perchè e come? Forte editoriale di Elvira Zaccagnino

 

Scuola con la lettera maiuscola

Pubblico questo editoriale di grande verità della direttrice de la meridiana e la ringraziamo tutti per aver messo in parole l'anelito di tanti. Mie le segnalazioni in grassetto e le sottolineature. 

"Ci sono cose che vanno dette e le diciamo" E.Z.

"Io amo la scuola 

Forse dovremmo partire da qui, quest’anno. Dal dirci, con sincerità, che la scuola va innanzi tutto amata. E lavorarci per un intero anno scolastico tenendo la bussola orientata a questa idea da ripetere come un mantra, non per convincerci ma per dare un senso a ciò che facciamo.

Perché è la Scuola che va amata, non l’insegnamento, o gli alunni, o il mestiere del docente. Quelli sono fatica, routine, scartoffie, riunioni, compiti da correggere, lezioni da preparare, colleghi da sopportare e supportare, genitori con cui parlare, studenti da incontrare ogni giorno. Tutto questo rende la scuola pesante, un lavoro e basta: come tutti i lavori, se non li ami ti alienano. La scuola ti aliena di più.

La Scuola va amata e serve come il pane perché è una istituzione democratica di un Paese civile, presidio educativo in grado di garantire a tutti, nessuno escluso, pari opportunità. I regimi la aboliscono o la vietano alle donne, ad esempio.

Quale scuola va amata? 

Una scuola che è alla portata di tutti, che usa la modernità al servizio del suo compito, come quella che portò il maestro Manzi quando insegnò a leggere e scrivere a un popolo analfabeta nell’Italia degli anni sessanta, usando il media allora più popolare.

Una scuola rivoluzionaria perché fa una scelta politica di parte come quella che fece Lorenzo Milani tenendo in classe la Costituzione e il dizionario, per non dimenticarci che siamo uguali e che è il numero di parole che possediamo che ci fanno sudditi o cittadini.

Una scuola capovolta nelle dinamiche di insegnamento e apprendimento dove gli alunni, le alunne, gli studenti e le studentesse non sono imbuti da riempire ma talenti da scoprire e accompagnare a fiorire, come quella che fecero Mario Lodi, Gianni Rodari, Francesco Berto, Emma Castelnuovo, Maria Montessori, Grazia Honegger Fresco, Gianfranco Zavalloni.

Va amata, anche, la Scuola come valore. Come necessità per restare umani noi e far innamorare chi è affidato alle nostre cure dell’umanità di cui siamo parte, perché è ciò che di sacro dimora in noi.

Amiamo una scuola che non educa al futuro, ma all’oggi dal quale il futuro poi dipende.

 

Un atto di obiezione

 

Amare la Scuola oggi, nel nostro Paese, è un atto di obiezione verso una narrazione che colpevolizza chi insegna, chi impara, verso le regole, i programmi, gli spazi e i tempi dell’educare e dell’imparare di ognuno e ognuna. Un atto di obiezione a testa alta verso chi la declassa e la depriva spogliandola del ruolo politico che l’educare ha. Perché educare è fare politica.

Non sarà un anno facile: non comincia nel migliore dei modi. Sarà un anno dove genitori, insegnanti e ragazzi saranno di volta in volta colpevolizzati, redarguiti, censurati, usati. Per questo è l’anno giusto per un atto d’amore verso la Scuola. Un amore che libera e non costruisce relazioni tossiche. Che, anzi, ci salva da queste. Una Scuola che difendiamo e mettiamo in atto perché sappiamo che è il solo luogo, tempo e spazio dove la relazione può essere appresa e sperimentata crescendo noi e facendo crescere gli altri.

Se ognuno cresce solo se sognato, quest’anno proviamo a sognare insieme la Scuola e a farla crescere nel sogno di un Paese che l’ha gradualmente dismessa e impoverita.

Io amo la scuola: diciamolo a voce alta. Perché l’amore può cambiare e cambiarci. Farci fare follie e anche rivoluzioni. Non dormire la notte per trovare soluzioni e palpitare per ogni sguardo che riceviamo.

Io amo la Scuola e parteggio perché ce la faccia. E se ce la fa lei, ce la facciamo tutti. Oggi per il domani.

Elvira Zaccagnino

pubblicato da Annamaria Gatti