lunedì 29 luglio 2024

Nonni: tu l'alba, io il tramonto

 

Alba o tramonto

Eppure un dubbio lo abitava,

Era sì, un tramonto, ma aveva la poesia dell'alba.

Dormiva placido quel nipotino.

Si trastullava a tratti, senza darsi importanza alcuna.

Era beato fra le sue braccia ancora solide, 

segnate dal tempo trascorso a costruire quel momento, 

sì ... proprio quell'istante.

Uno sguardo al tramonto

e un sorriso gli aveva regalato l'alba desiderata.

Una piega leggera che pareva una carezza.

Era bello il tramonto, solo perchè si perdeva 

in quell'alba disegnata  nella promessa che verrà.

"Io ci sarò sempre per te, lo sai. 

 Sarò sempre questo cielo e questo respiro." 


pubblica Annamaria Gatti

foto pinterest

martedì 23 luglio 2024

Carcere minorile e violenze. Deve esserci un'altra strada.




Sul periodico Città Nuova di luglio,   troviamo un articolo toccante e deciso di Elena Granata* nella sua rubrica "Penultima Fermata" E' un richiamo forte, dopo i fatti di cronaca relativi al carcere minorile di Milano, intitolato a Cesare Beccaria, in cui 13 esponenti della polizia penitenziaria sono stati arrestati e altri 8 sospesi per violenze sui ragazzi. 

Non è impossibile immaginare il disagio in cui questi fatti sono accaduti, inquietante la situazione in cui versano gli 82 giovani,  di cui la maggioranza  non italiani, con la presenza di  minori non accompagnati e solo 11 con condanna definitiva. 

Come adulti, genitori, educatori e semplici cittadini non possiamo non indignarci e chiederci come si sia potuto arrivare a tanto e come poter fare per cambiare rotta e rendere consapevole  chi di dovere che occorre pensare una giustizia che "...consente di riparare il danno, ma anche di riparare l'anima dei ragazzi più fragili" (E. Granata  "Nessuno tocchi il giovane Caino" Città Nuova Luglio 2024)                                                                                                                                     

Ora, se è vero che "Non esiste istituzione totale nella quale le dinamiche controllore-controllato non tendano a diventare perverse, dove nel tempo non si inneschino punizioni indebite, repressioni o rivolte, conflitti"(idem) è appunto vero che non è possibile tacere sulle denunce e invece lavorare per elaborare possibili alternative al carcere, ancor più visto che stiamo parlando di ragazzi. 

Cercare prassi vincenti, operare per il recupero, utilizzando spazi adeguati, favorendo le relazioni, l'incontro, le attività che possano interessare i ragazzi e  soprattutto collegandosi con l'esterno, come scrive Elena Granata "Un contesto  chiuso all'esterno trasforma l'indole delle persone, le consuma, le spinge verso modalità repressive. Il carcere ammala, il carcere stravolge, il carcere esaspera." (Idem)

Il fatto è che sono anche nostri questi ragazzi, e sono un sesto dei minori in carcere in Italia. 

*Elena Granata. l'autrice, è professoressa associata di Urbanistica al Politecnico di Milano, vicepresidente della Scuola di Economia Civile e del Comitato scientifico delle Settimane Sociali ed è stata membro dello Staff Sherpa, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, G7/G20 (2020-21) sui temi della biodiversità e trasformazioni urbane. 

pubblicato da Annamaria Gatti

foto da Antigone on line e pinterest

sabato 13 luglio 2024

La ninna nanna de la guerra. Trilussa 1914



Venti di guerra, corsa agli armamenti. In questo articolo L’Italia dopo il vertice Nato di Washington

https://www.cittanuova.it/litalia-dopo-il-vertice-nato-di-washington/?ms=006&se=018&fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3ANMNeEc_bJpLwvThCBHH-kWPRru6nRhrFThDRby6vz_792eduOgXj9Os_aem_DmYFYjpcYWi669gak5Y2vA%E2%80%A6

Carlo Cefaloni descrive l'incontro NATO  a Washington e conclude: 

"Un cambiamento d’epoca che fa pensare se solo si fa memoria che quelle stesse mura del teatro di piazza Santa Chiara hanno visto nel 1919 la fondazione del Partito popolare di Sturzo, De Gasperi e molti altri, che, all’indomani della tragedia del primo conflitto mondiale, prevedeva tra i punti programmatici il disarmo universale."

E Trilussa scriveva la sua "La ninna nanna de la guerra..." Era il 1914. 

“Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe d'un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che

s'ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d'una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

Chè quer covo d'assassini

che c'insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,

finchè dura sto macello:

fa la ninna, chè domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

E riuniti fra de loro

senza l'ombra d'un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!”

(Trilussa)

Pubblicato da Annamaria Gatti

gatti54@yahoo.it

foto da Società Italiana di Pediatria